anti ususa

Fondi anti usura

Il Ministero dell’Interno e il Ministero delle Finanze hanno creato degli osservatori per monitorare il problema dell’usura in Italia e stanziato fondi per aiutare le vittime del racket

Per venire in soccorso delle persone o delle aziende vittime dell’usura sia il Ministero dell’Interno che quello delle Finanze hanno organizzato degli osservatori e hanno provveduto a creare dei sistemi di monitoraggio per impedire la diffusione di tale fenomeno criminoso.
Entrambi hanno altresì stanziato di concerto dei fondi per venire incontro a chi già si trovi in difficoltà.

 

Infatti ogni anno il  Ministero del Tesoro rileva trimestralmente, dopo aver sentito la Banca d’Italia e l’Ufficio italiano dei cambi, il tasso effettivo praticato dalle banche e dagli intermediari finanziari per impedire un tasso usuraio “legalizzato” e per tutelare i consumatori; ma il problema principale rimane – per tutti quei privati e quelle aziende che non riescono ad accedere direttamente alle forme di credito – l’usura gestita da privati spesso collusi con associazioni mafiose.
A tutela di tutte le vittime  è stata emanata nel 1996 la legge 108, che disciplina e coordina le disposizioni del codice civile e penale in materia di usura e che sta alla base di qualsiasi provvedimento legale e finanziario preso dagli enti statali negli anni successivi – comprese le nuove direttive emanate tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011 da molti enti per tutelare capillarmente il territorio.
Con la normativa sono stati stabiliti dei criteri imprescindibili per poter parlare di tassi usurai, soprattutto per gli interessi bancari, che possono considerarsi illegittimi solo se il Tasso Effettivo Globale Medio (TEGM) è maggiorato del 50%.
Con la stessa normativa è stato anche istituito un Fondo di solidarietà che dispone l’erogazione di mutui senza interessi di durata non superiore ai cinque anni a favore di soggetti che svolgono attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o economica e che dichiarino di essere vittime dell’usura, risultando effettivamente parti lese nel conseguente procedimento penale.
Le vittime, per poter richiedere l’accesso al fondo, devono presentare domanda entro 120 giorni dalla denuncia e comunque entro un anno da quando hanno avuto inizio le richieste estorsive.

 

Le strutture a cui potersi rivolgere per accedere a questo fondo sono direttamente preposte dal Ministero dell’Interno e sono principalmente le Prefetture, poiché presso ogni sede è presente un referente che fornisce le informazioni e la modulistica necessaria per presentare la richiesta. Ci sono poi tutte le associazioni antiracket.
Segnaliamo che è stato inoltre creato un Fondo di prevenzione per cercare di limitare la diffusione del fenomeno criminale sul territorio. In questo caso sono stati messi a disposizione delle Fondazioni, dei Confidi e delle Associazioni riconosciute, alcuni contributi come garanzia per i finanziamenti delle banche e degli intermediari finanziari sui prestiti ai privati e alle imprese in difficoltà economica e a rischio di usura.
In questo caso diventa centrale l’opera dei Confidi (generalmente costituiti in società cooperative a responsabilità limitata o società consortili tra piccole imprese appartenenti allo stesso settore produttivo o alla stessa area geografica), che meglio conoscono il territorio e che vedono riconosciuto dal Ministero anche il ruolo di intermediari per la presentazione della domanda di accesso al Fondo di solidarietà.
Rifacendosi a queste normative, molte Regioni hanno aperto il 2011 con progetti importanti per la lotta all’usura.
In questo contesto, segnaliamo le novità emerse nella Regione Lazio, che ha potenziato la sua struttura antiracket e anti usura con il compito di: “monitorare le aree urbane degradate e a rischio criminalità; monitorare le attività di prevenzione, recupero e reinserimento dei criminali operate da alcuni Enti e Associazioni del territorio; proporre provvedimenti mirati alle esigenze territoriali”.
In questa Regione per combattere l’usura è stato istituito un fondo ripartito in due quote: una destinata a finanziare l’attività di prestazione di garanzia agli Istituti di credito che concedono finanziamenti per la prevenzione dell’usura; l’altra destinata a finanziare prestazioni di assistenza legale e potenziare e formare il personale degli enti destinatari del fondo.
Per la gestione del fondo è stata stipulata dal Lazio un’apposita convenzione con la Unionfidi Lazio S.p.A. che disciplina anche le modalità e i termini per l’accesso ai contributi.
In una dichiarazione ufficiale, il consigliere regionale Cirilli, presidente della Commissione Sicurezza e Lotta alla Criminalità, ha dichiarato che la nuova normativa “integra la legge nazionale antiusura, garantendone la massima fruibilità senza distinzione tra imprese e singoli cittadini”.

Cinzia Fusca

Potrebbe interessarti