Imprenditoria femminile

Progetto “giovani si”: La Toscana stanzia 300 milioni di euro per i giovani

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Le sovvenzioni per affitto, acquisto di casa, accesso al credito

Punto centrale del progetto sono gli incentivi relativi alla casa: la regione intende infatti sostenere con specifici interventi i giovani, nell’avvio della propria vita autonoma e nella formazione del nucleo familiare.
Le sovvenzioni per gli affitti vanno di pari passo con la lotta all’evasione fiscale: esse sono infatti previste solo per i contratti regolari, per un massimo di tre anni, e indirizzate ai 25-34enni. L’ammontare dell’incentivo dipende dalla condizione familiare: in caso di coppie (di fatto, di diritto o in formazione) senza figli, di singles (anche in seguito a sentenza di divorzio) o di forme di convivenza giovanile per motivi di studio o di lavoro, il contributo mensile sarà di Euro 150, mentre salirà a 250 nel caso di coppie – o di genitori single – con figli.
Per favorire l’acquisto della casa, i contributi saranno estesi fino a 4 o al massimo 5 anni per quanti stipuleranno con il locatore un patto di futura vendita: questo prevederà condizioni vantaggiose per i giovani che vi ricorreranno, ed essi, oltre a beneficiare delle sopradette somme mensili, potranno concordare il prezzo di acquisto al momento della  contratto di locazione e corrisponderlo dopo qualche anno, senza maggiorazioni. A sostenere i costi dovuti all’inflazione sarà infatti la Regione, che si impegna a corrispondere ai venditori – cooperative o imprese – il 15/20% del prezzo che verrà pagato al termine dei 4 o 5 anni.

Gli incentivi alla formazione e all’attività di stage retribuito

Come si è visto, il sostegno all’occupazione giovanile privilegia fortemente la qualifica professionale e la formazione post-lauream: allo scopo di incoraggiare l’accesso ai corsi universitari di specializzazione e di alta formazione, come le Scuole Speciali, i Master e i Corsi di Perfezionamento, i Dottorati di Ricerca, e di consentire ai giovani più meritevoli di completare la formazione di base, la Regione ha previsto, in collaborazione con Fidi Toscana, finanziamenti bancari ventennali fino a un massimo di 50.000 euro, che verranno erogati a fronte di un programma documentato di studio, e che verranno restituiti dal beneficiario dopo un anno dal momento del suo effettivo ingresso nel mondo del lavoro.
Similmente, per combattere la prassi dello stage non retribuito, che interessa un numero sempre più consistenti di giovani laureati, sia a livello locale che nazionale, la regione si impegna a sostenere in parte il costo della retribuzione degli stagisti, qualora questi siano in possesso di Laurea Magistrale, attraverso una serie di convenzioni con imprese, cooperative, enti pubblici diversi. Sono previste in tal caso sovvenzioni, da parte della Regione, di 150 Euro mensili per una durata massima di 12 mesi, a fronte di contratti di stage che prevedano una retribuzione di 400 Euro al mese.

I dati sulla disoccupazione in Toscana nel 2010

A muovere gli amministratori sono stati i dati sconcertanti sulle condizioni occupazionali dei ragazzi toscani nel 2010: più della metà dei disoccupati della regione sono giovani (55 mila su un totale di 103 mila persone, pari al 6,2% dei residenti nel territorio), e tra questi il 22,4% ha un’età compresa tra i 20 e i 24 anni. Tra i giovani occupati, circa 20 mila sono impiegati in stages e tirocini, e ben 17 mila di loro non percepiscono per tali lavori alcun tipo di retribuzione, mentre quasi la metà dei 20-24enni (il 48%) e più di un quarto dei 25-29enni (il 29%) hanno un contratto a termine.
Si tratta di percentuali più alte di quelle medie registrate in Italia, e, come accade nel resto della penisola, anche per questi giovani la stabilizzazione lavorativa è poco più che un miraggio: ogni anno, infatti, solo 13 contratti atipici su 100 si trasformano in impieghi a tempo indeterminato.
Le precarie condizioni lavorative influiscono evidentemente sulle scelte di vita: così i giovani toscani, come i loro colleghi di tutta Italia, escono sempre più tardi dalle case dei genitori, e vivono con loro ancora alla soglia dei trent’anni. Il 56% dei 20-34enni si trova in questa condizione: se proviamo a diversificare per età, il dato è preoccupante in particolare per gli ultra-trentenni (28 su 100 tra loro sono ancora nella casa paterna), e sale esponenzialmente per i ragazzi di età compresa tra i 20 e i 24 anni (75 su cento).

Per maggiori informazioni sul progetto, e per visionare i bandi e le opportunità di lavoro, è possibile visitare il sito istituzionale www.giovanisi.it, attualmente in fase di allestimento.

Laura Carmen Paladino

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