Opportunità

4500 contratti di lavoro grazie al progetto friulano “Professionisti in famiglia”

4500 contratti di lavoro grazie al progetto friulano “Professionisti in famiglia”

Terminata la sperimentazione del progetto finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha permesso di occupare soprattutto donne. Ora si pensa al futuro con il progetto “Si.Con.Te.”e le badanti diventano vere proprie professioniste in famiglia

L’obiettivo era di “favorire la legalità e la qualità dell’assistenza prestata a domicilio da una
forza lavoro prevalentemente femminile” dichiara l’assessora al lavoro e alle pari opportunità della Regione, Angela Brandi. Obiettivo pienamente riuscito, dal momento che i contratti stipulati sono stati esattamente 4.524 rispetto a un obiettivo iniziale di 3 mila.
Inoltre, per favorire la cultura della sicurezza e della legalità tra le famiglie e le loro assistenti domiciliari sono state sottoscritte oltre 3.200 linee etiche.

Le famiglie potevano inserire direttamente nel data base del sistema informatico dei Centri per l’Impiego le domande e altrettanto potevano fare le assistenti familiari che si candidavano (sono state contate 7.616 candidature). Le richieste e le offerte venivano automaticamente incrociate e, affinchè ci fosse regolarità contrattuale assicurata, la Regione stessa erogava incentivi pari a mille euro per “abbinamento”. Le famiglie sono pertanto state aiutate nel pagamento dei contratti con quasi 900 mila euro messi a disposizione in tal modo.

“I’iniziativa ha centrato tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati” ha dichiarato l’assessora Brandi, “dall’emersione del lavoro sommerso alla promozione del ricorso ed ai voucher, dal miglioramento della professionalità delle assistenti alla valorizzazione dei Centri per l’impiego come luoghi istituzionali di incontro tra la domanda espressa delle famiglie e l’offerta di lavoro”.

Oltre alla Regione, il progetto ha coinvolto le quattro Province, i sindacati (Cgil, Cisl, Uil ed Ugl), le Acli e le Caritas provinciali creando una rete che, strada facendo, si è progressivamente allargata ad altre istituzioni, tra cui Comuni, Aziende sanitarie, Inps e Inail.

Il progetto a questo punto può continuare, dal momento che attualmente ci sono ormai 14 sportelli
attivi: due in provincia di Gorizia (nel capoluogo e a Monfalcone), 3 in quella di Pordenone (a Pordenone, Maniago e San Vito al Tagliamento) 6 nella provincia di Udine (nella stessa Udine e a Tolmezzo, Latisana, Cividale, Cervignano e Codroipo) e 3 nella provincia di Trieste (a Trieste stessa e due sportelli sono ospitati  dal Comune di Muggia e da quello di Duino Aurisina).

 

Il sistema dei Voucher

Come ha rilevato l’assessora Brandi, grazie al progetto è emersa una professione praticamente invisibile e “l’iniziativa ha contribuito alla moltiplicazione dei voucher per il lavoro occasionale venduti tra il 2009 ed il 2010, crescita che prosegue anche nell’anno in corso.”
Il Friuli Venezia Giulia è al primo posto in Italia per voucher venduti ogni mille abitanti. Nel 2009 sono stati venduti esattamente 241.033 voucher, mentre nel 2010 ne sono stati venduti addirittura 695.191, con un aumento del 188,4%.
E già solo nel primo trimestre di quest’anno, 2011, ne sono stati venduti quasi 200 mila.

Il futuro del progetto si chiamerà Si.Con.Te.

Secondo il sindaco di Udine, Furio Honsell, il progetto ha rappresentato un’esperienza positiva e virtuosa, da non disperdere. Infatti l’assessora Brandi ha dichiarato che “faremo il possibile, assieme alle Province, per consolidarla attraverso il prossimo passaggio al progetto Si.Con.Te”.

Quest’ultimo progetto, della durata di 12 mesi, prevede un finanziamento di 600 mila euro da prelevare dal FSE (Fondo Sociale Europeo) per attivare gli sportelli di conciliazione “intesi come potenziamento ed ampliamento delle funzioni degli sportelli assistenti famigliari”.
Inoltre è previsto un finanziamento del dipartimento delle Pari Opportunità di circa 770 mila euro “per favorire l’emersione di situazione di irregolarità nei rapporti di lavoro”.

Le altre iniziative

“Nel corso dell’anno realizzeremo altre due iniziative, di cui la prima che sarà finanziata con 400.000 euro, riguarda l’attivazione di un programma di formazione in favore delle assistenti famigliari che operano sul territorio regionale, mentre la seconda ha lo scopo di regolare e rendere legale e più trasparente il mercato del lavoro dell’assistenza familiare con l’istituzione di un registro pubblico regionale degli assistenti familiari” informa la Brandi.
La domanda di assistenza familiare e di servizi per la conciliazioni rappresenta un segmento importante e in espansione del mercato del lavoro della Regione. Per questo il Friuli Venezia Giulia ha deciso di mettere in campo varie strategie per favorirlo. Inoltre, essa intende addurre le stesse politiche già attuate in altri settori “per contrastare il lavoro sommerso e avviare processi di formazione e informazione anche per quanto riguarda i diritti e doveri connessi al contratto di riferimento, un passaggio che ci consentirà di poter dire di aver effettivamente trasformato la badante in professionista in famiglia”.

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