Sicurezza

Sicurezza e salute nei luoghi di lavoro


Lo stress

Un lavoratore su quattro in Europa è colpito da stress legato all’attività lavorativa. Le ricerche hanno appurato anche che tra il 50 e il 60% (dipende dal Paese) delle assenze dal lavoro è dovuta allo stress, che può colpire chiunque a qualsiasi livello della scala gerarchica professionale, in qualsiasi settore e in aziende grandi come nelle piccole e micro imprese.

Lo stress è il secondo problema di salute accusato dai lavoratori dell’UE e si prevede un aumento del numero delle persone che ne saranno colpite nei prossimi anni in quanto i cambiamenti in corso nel mondo del lavoro – come la precarietà, il ridimensionamento delle imprese a causa della crisi o il ricorso a contratti a tempo determinato – sottopongono i lavoratori a sempre nuove forme di stress. Uno dei fattori scatenanti per le donne in particolare è la malconciliazione dei tempi di vita (cura dei figli e dei familiari anziani o malati) con quelli di lavoro.

Lo stress, oltre a essere fonte di malattie, può anche mettere a rischio la sicurezza sui luoghi di lavoro per sé come per gli altri. Se si pensa che la riduzione dello stress sia solo un dovere morale per il datore di lavoro, si sbaglia. Infatti i datori di lavoro sono obbligati per legge a eliminare ogni fattore di stress per i propri dipendenti. E tra l’altro, facendo questo, possono risparmiare denaro: infatti le ricerche dell’Unione realizzate nel 2002 (quando ancora non si erano raggiunti livelli di stress così alti come oggi) stabilivano che il costo annuale causato alle aziende dalle forme di malattia psichica o fisica era di 20 miliardi di euro.

Ma cos’è esattamente lo stress? E cosa lo causa

Se ne parla molto ma la definizione ufficiale è poco conosciuta. Eccola: lo stress è uno squilibrio tra le richieste avanzate dall’ambiente (lavorativo ma anche familiare o studentesco) nei confronti di una persona e la disponibilità di tale persona a farvi fronte.
In altre parole: quando ci viene richiesto di fare qualcosa al di sopra delle nostre possibilità e al di là della nostra volontà.
La percezione dello stress è psicologica, ma in realtà esso influisce sulla salute fisica.

Per quanto concerne l’ambito lavorativo, i fattori comuni che scatenano lo stress sono la mancanza di controllo sull’attività svolta, le richieste inadeguate rivolte ai lavoratori e la mancanza di sostegno da parte sia dei colleghi sia della direzione. Lo stress è provocato principalmente dalla mancata corrispondenza tra l’attività da svolgere e le caratteristiche del lavoratore, dall’assenza di buoni rapporti interpersonali che possono anche raggiungere episodi di violenza (psicologico o fisica) sul luogo di lavoro. Può anche verificarsi una forma di conflitto tra il ruolo svolto sul lavoro e il ruolo svolto nella vita esterna all’ambiente lavorativo.

Ogni individuo reagisce alle circostanze in modo diverso. Alcuni riescono a sopportare le pressioni meglio di altri, quindi non si può stabilire da una situazione precisa quale grado di stress può provocare ed è questa la maggior difficoltà che si incontra quando si vuol agire nell’ambito della tutela dallo stress. Perciò un allarme sicuro può consistere nel fattore tempo. Per spiegarci meglio: di solito uno stress di breve durata può non essere negativo, ma addirittura aiutare le persone a reagire imparando a sfruttare le proprie capacità, magari fino a quel momento sconosciute. Ma quando lo stress è prolungato nel tempo, non c’è dubbio che divenga un rischio serio per la sicurezza e la salute della persona.

Lo stress infatti può alterare completamente le percezioni di una persona, nonché i suoi comportamenti e addirittura i suoi pensieri. Nel caso di un lavoratore i sintomi che lo fanno rilevare nell’ambiente lavorativo sono: assenteismo, scarso controllo dei tempi di lavorazione, problemi di disciplina, riduzione della produttività, errori, infortuni.

 

 

Sintomi

I sintomi che si notano nel comportamento della persona stressata sono: irritabilità, ansia, disturbi del sonno, depressione, ipocondria, stanchezza, estraneazione, difficoltà nelle relazioni familiari, perdita della memoria, difficoltà nella concentrazione, indecisione. Inoltre, la persona può accusare problemi alla schiena, indebolimento del sistema immunitario, ulcere peptiche, disturbi cardiaci, ipertensione. Spesso poi le persone soggette a stress possono reagire con comportamenti autodistruttivi, forse per attirare l’attenzione su di sé in una tacita richiesta di aiuto: ad esempio possono abusare di alcool o di tabacco o di sostanze stupefacenti.

Per evitare ambienti  lavorativi che possono causare stress, il dipendente può considerare in via preventiva: l’atmosfera che si respira sul posto di lavoro (la cultura aziendale); le richieste di lavoro cui si è sottoposti; il livello di controllo sulla propria attività; la chiarezza nella definizione delle funzioni affidate; il sostegno da parte di colleghi e dirigenti; la formazione fornita per eseguire la propria mansione.

Il datore di lavoro ha l’obbligo di fare attenzione ai “segnali” di stress lanciati dai propri dipendenti, ovvero ai sintomi mostrati. Non appena rileva tali sintomi, il datore di lavoro deve individuare immediatamente le cause di stress, valutarne i rischi e adottare tutte le misure atte a prevenire malattie sul lavoro. 
Inoltre, per ogni modifica dell’ambiente lavorativo o del processo produttivo che possa essere causa di stress, i datori di lavoro sono tenuti a consultare i rappresentanti sindacali e i lavoratori stessi per valutare loro proposte alternative.

I dipendenti stessi possono evitare potenziali situazioni di stress facendo delle proposte come ad esempio:

  • chiedere di avere maggiore responsabilità nella pianificazione del proprio lavoro;
  • chiedere di essere coinvolti nel processo decisionale relativo al proprio ambito di lavoro;
  • parlare al superiore, al rappresentante dei lavoratori o a un collega comprensivo se si ritiene di aver subito molestie, e annotare in dettaglio le vessazioni subite;
  • conferire con il proprio superiore se le responsabilità del proprio lavoro non sono ben chiare;
  • richiedere formazione nel caso in cui si senta di averne bisogno;
  • parlare con il proprio dirigente o con un rappresentante dei lavoratori nel caso in cui non ci si senta in grado di affrontare la situazione.

In Italia il decreto legislativo 81/2008 ha stabilito i criteri per valutare e gestire i rischi dovuti allo stress da lavoro. Nel mese di marzo del 2010 è stata pubblicata la guida operativa collegata al Decreto che alleghiamo in fondo all’articolo.

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