Fisco e norme

Le imprese contro il SISTRI

Le imprese contro il SISTRI

Confartigianato, CNA, Casartigiani e Confesercenti a fianco delle imprenditrici e degli imprenditori che avvieranno azioni legali contro il Ministero dell’Ambiente perché, pur avendo regolarmente pagato per questo servizio obbligatorio, in realtà il Sistema Telematico per la Tracciabilità dei Rifiuti Pericolosi non è ancora partito

Lo scopo è quello di recuperare i 70 milioni di euro di contributi versati nel biennio 2010-2011 da ben 325.470 imprenditori italiani che hanno ottemperato alle regole iscrivendosi al SISTRI e acquistando i black box relativi senza che in realtà sia partito il servizio. Soltanto a fine settembre di quest’anno infatti si è stabilito quando questo dovrà avere inizio.

Il SISTRI è nato nel 2009 su iniziativa del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare allo scopo di innovare e informatizzare tutta la filiera dei rifiuti speciali. Con l’obiettivo di semplificare le procedure e gli adempimenti riducendo i costi per le imprese, ma soprattutto di contrastare e prevenire lo scarico illegale di rifiuti pericolosi, alle aziende era stata imposta l’iscrizione al sistema telematico e il pagamento delle tasse relative oltre all’acquisto dei particolari strumenti di segnalazione dei movimenti dei rifiuti, i black box. La gestione del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti era stata affidata al Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente. Eppure, da quel momento, c’è stato un continuo rinvio della partenza del servizio, nonostante nel tempo le imprese si fossero iscritte e avessero versato tutti i contributi di pertinenza (vedi nostro articolo: https://www.donnainaffari.it/home/imprenditoria/notizie/263-ulteriore-rinvio-per-il-sistema-di-tracciabilita-dei-rifiuti-speciali-sistri.html).

Soltanto nella seconda metà di settembre di quest’anno è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la Legge n. 148/2011 di conversione del Decreto Legge 138 recante misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e lo sviluppo sulla quale all’art. 6 veniva finalmente stabilito che il SISTRI sarebbe partito il 9 febbraio 2012. Alleghiamo la legge al presente articolo, facendo presente che le indicazioni relative all’argomento in oggetto si trovano a pag. 11.

In una nota congiunta le associazioni confederate degli imprenditori Confartigianato, CNA, Casartigiani, Confesercenti annunciano l’apertura di una serie di azioni legali contro il Ministero accompagnando l’annuncio con la seguente dichiarazione: “Abbiamo sempre denunciato le inefficienze e gli inutili costi del Sistri per le imprese chiamate ad attuarlo. Chiediamo una revisione profonda e strutturale del sistema, per semplificare il quadro normativo e le procedure e rendere il Sistri uno strumento di semplice utilizzo, realmente efficace per contrastare le ecomafie e fondato su criteri di trasparenza ed efficienza.
In attesa che il sistema possa davvero funzionare accompagneremo gli imprenditori nelle azioni legali che saranno aperte nei confronti del Ministero dell’Ambiente per restituire alle nostre imprese risorse che sono quanto mai importanti in questo momento di grave crisi”.

Le categorie di soggetti obbligati ad iscriversi al Sistema sono: – tutte le imprese produttrici di rifiuti pericolosi; – tutte le imprese produttrici di rifiuti non pericolosi elencate all’art. 184, comma 3 lettere c), d) e g), del decreto legislativo n.152/2006 (che alleghiamo al presente articolo) con più di 10 dipendenti; – le imprese che gestiscono i rifiuti urbani in Campania; – i commercianti e gli intermediari di rifiuti senza detenzione; – i consorzi istituiti appositamente per il recupero e il riciclaggio di rifiuti particolari; – le imprese che raccolgono e trasportano rifiuti speciali; – le ditte di trasporto di rifiuti pericolosi; – gli operatori del trasporto intermodale; – le imprese che si occupano di recupero e smaltimento rifiuti.

Oltre a tutte queste tipologie di soggetti obbligati all’iscrizione al SISTRI, che pertanto hanno già pagato tutti gli importi dovuti per una prestazione mai effettuata, c’è la possibilità che si possano aggiungere altre imprese al gruppo dei potenziali risarciti dal Governo; infatti si potrebbero essere iscritte anche altre imprese non obbligate, ma che hanno preferito farlo per propria decisione. Potevano infatti iscriversi al SISTRI facoltativamente anche le imprese produttrici di rifiuti non pericolosi, le imprese agricole che producono rifiuti non pericolosi, le imprese che producono rifiuti speciali derivanti da varie attività – diverse da quelle enumerate all’art 184 del decreto legislativo 152/2006 nei commi indicati in precedenza –  nonché tutti i trasportatori di rifiuti non pericolosi.

Ogni impresa può contattare la propria associazione di pertinenza per chiedere ulteriori informazioni in merito alle eventuali cause di risarcimento.

Allegati

pdf Art184-Dlgv.pdf
pdf L.148del16sett2011misure-finanziarie-urgenti.pdf

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