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Servizio post-divorzio. I risultati a un anno dall’inizio della sperimentazione

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Servizio post-divorzio. I risultati a un anno dall’inizio della sperimentazione

Un progetto sostenuto dalla Regione Toscana che offre attività di mediazione, psicoterapia e consulenza alle famiglie separate o divorziate allo scopo di aiutarle a gestire il rapporto con i figli. Questo in sintesi il servizio curato dall’associazione di promozione sociale Co.Me.Te. dell’Istituto di Terapia Familiare di Firenze

La sperimentazione, avviata nel 2010 nel solo territorio fiorentino, aveva tra gli obiettivi la possibilità di replicare il progetto su altre aree della Toscana. I servizi offerti portavano al superamento dei problemi legati alla separazione e al divorzio ma anche all’aiuto alle famiglie ricostituite. Tra le attività di sostegno sono state comprese anche le sedute di psicoterapia si individuali che di coppia.

Gli incontri hanno coinvolto 46 coppie e 11 genitori separati per un totale di 103 adulti e 556 sedute totali.
Il servizio si è tenuto in stretta collaborazione con i servizi sociali comunali i quali hanno inviato a tali incontri 14 genitori e 9 figli. Tra le persone che hanno frequentato il servizio ci sono state anche diverse famiglie immigrate o miste, genitori singles, coppie ricomposte, figli di coppie ricomposte, anche omosessuali. Per quanto riguarda i figli, si segnala che oltre la metà ha tra 0 e 11 anni.

Ha parlato della sperimentazione effettuata durante lo scorso anno, l’assessore regionale al welfare Salvatore Allocca, il quale ha spiegato che “la disgregazione del nucleo familiare è un fenomeno che deriva da una crisi più complessiva del nostro sistema sociale. Governare la separazione, il distacco dai figli, dagli affetti, è diventato indispensabile per evitare che da questo evento si possa precipitare in situazioni drammatiche. Per ora si è trattato di una sperimentazione ma vorremmo che il progetto possa avere un futuro, anche con l’inserimento all’interno del Piano Sanitario Sociale”.

Il coordinatore del progetto, Giancarlo Francini, anche presidente dell’associazione Co.Me.Te., ha dichiarato che “lo spunto per arrivare a questa esperienza ci è arrivato lavorando a contatto con le persone coinvolte e con gli operatori, percependo il grado di insoddisfazione nei confronti degli strumenti disponibili per dare sostegno in caso di separazione.  Quando questo avviene cambia la struttura della famiglia ma i legami restano, anche se si trasformano. Abbiamo elaborato l’idea del servizio con l’obiettivo di salvare i legami. La collaborazione con la Regione e la sinergia con i servizi sociali comunali sono state fondamentali”.

 

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La maggior parte delle persone che hanno aderito alla sperimentazione e usufruito del servizio, sono state informate da avvocati, colleghi, ex clienti, amici e conoscenti.

I risultati della sperimentazione hanno messo in luce che l’intervento è necessario sia quando si è già creata una situazione di disagio, sia – soprattutto – prima che questa si crei, allo scopo di limitare i danni affettivi e relazionali alle persone coinvolte ma anche quelli sociali ed economici alla comunità.
Per far fronte a questa necessità occorre pertanto informare e sensibilizzare le coppie “fin dall’avvio del procedimento di separazione, coinvolgendo il Tribunale attraverso l’attivazione di gruppi informativi sulle tematiche giuridiche e psicologico-relazionali dell’affidamento condiviso, di gruppi di approfondimento sulla gestione della genitorialità e sui problemi dei figli da parte dei genitori separati/divorziati, compresa la situazione delle famiglie allargate ricostituite”. Inoltre, aggiungono gli operatori, occorre formare anche gli assistenti sociali dei Comuni su questi temi, in modo che possano utilizzare le conoscenze nel lavoro di tutti i giorni e potenziare l’informazione pubblica rivolta alle coppie sulla importanza di avere sostegno, sulla prevenzione del disagio relazionale, sui servizi pubblici e privati esistenti.
Si tratta insomma di far emergere la complessità e la varietà del tema  dando visibilità e riconoscimento alle nuove famiglie ricostituite e a tutti i soggetti coinvolti (come ad esempio i nonni, che spesso sono chiamati a sostituire i servizi mancanti e ad avere un ruolo di primo piano dal lato affettivo ed educativo.

In Toscana, secondo gli ultimi dati diffusi dall’ISTAT, relativi al 2009, le separazioni sono state oltre 5mila. La durata media di un matrimonio è di 14 anni. Un dato sul quale riflettere.

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