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Fondi e attività di sostegno per chi ha perso il lavoro

Fondo lavoro famiglia

Fondi e attività di sostegno per chi ha perso il lavoro

Si attivano in tutta Italia le iniziative di sostegno, con fondi, interventi e contributi integrativi

Se la crisi imperversa, e rende precario il lavoro, si fa più forte la risposta di enti e associazioni impegnate nel sociale: raccogliamo di seguito le iniziative a favore di chi si trova in condizioni di disagio, con un occhio ai giovani, alle imprese e allo sviluppo economico.

Milano: il fondo famiglia-lavoro

Attivo dal gennaio 2009, per iniziativa dell’allora arcivescovo Dionigi Tettamanzi, avrebbe dovuto avere durata biennale. Ma il perdurare della crisi ha indotto a proseguirlo e il fondo, che ha raccolto finora circa 14 milioni di euro tra donazioni private e pubbliche, rappresenta oggi una opportunità importante per i nuclei familiari in difficoltà.

Destinato a famiglie e persone italiane e straniere che abitano sul territorio della diocesi ambrosiana, si rivolge in particolare a chi non ha un regolare contratto di lavoro o lo ha perso per scadenza del contratto, licenziamento dovuto a tagli al personale o a maternità, riduzione dell’orario di lavoro o chiusura dell’azienda a causa di delocalizzazione o fallimento.

Nella valutazione della richiesta, che va inoltrata alla diocesi, sarà assegnata precedenza alle persone che non godono di contributi previdenziali sufficienti a far fronte ai carichi familiari, non hanno diritto ad altre forme di integrazione del reddito e non hanno potuto negoziare liquidazione o tfr.
E’ ulteriore criterio di valutazione la composizione del nucleo familiare del richiedente, con la presa in considerazione del numero dei componenti, della loro età, della posizione lavorativa e dello stato di salute di ciascuno di essi. Altre variabili sono la presenza nella famiglia di disabili e/o di persone non autosufficienti, l’entità e la composizione del reddito familiare (numero dei percettori di reddito, tipologia ed entità delle entrate: pensioni, assegni, contributi) e l’ammontare delle spese familiari, con attenzione alle spese fisse (luce, gas, telefono, trasporti, alimentari, educazione) e al carico debitorio (affitto, mutuo, debiti con finanziarie o altri soggetti).

Il contributo non potrà superare i 1000 euro al mese per nucleo richiedente, e sarà modulabile, in base alla situazione specifica, sia nell’importo che nella durata, tenendo conto delle realistiche possibilità che la persona o la famiglia hanno di superare, in un arco di tempo medio-breve, le difficoltà in cui si trovano, attraverso possibilità di percorsi di riqualificazione, di reimpiego o di impiego di altri componenti del nucleo familiare.

Torino: riqualificazione del lavoro e sostegno all’iniziativa di impresa

Nel sostegno al lavoro è attiva a Torino la fondazione Operti: la sua “Linea Operativa Borse Lavoro” si rivolge alle persone vittime della crisi economica, che hanno perso il lavoro, si trovano in cassa integrazione o in mobilità o possiedono professionalità non più spendibili.

Attraverso i tre canali del tirocinio formativo, del contributo all’assunzione e del lavoro accessorio, la fondazione sostiene chi si trova in difficoltà e raccorda le imprese del territorio con i lavoratori che ricercano un nuovo impiego. Nel contempo, la fondazione è impegnata per facilitare la mobilità professionale dei giovani fino a 28 anni o degli adulti con più di 45 anni residenti nel Torinese che siano disoccupati, in cassa integrazione o in mobilità. Per essi è pensato il Progetto FMP, Formazione per la Mobilità Professionale, che mira alla riqualificazione professionale di coloro che non hanno un posto di lavoro, favorendone l’inserimento o il reinserimento lavorativo attraverso l’acquisizione di nuove competenze professionali. Il progetto coinvolge aziende profit e non profit operanti soprattutto nella provincia di Torino, che siano interessate ad assumere i beneficiari del progetto FMP, e alle quali sono rivolti le agevolazioni e gli incentivi economici previsti dal progetto.

Ancora, la fondazione Operti realizza il Progetto San Paolo, che mira a facilitare l’accesso al microcredito di persone fisiche, piccole imprese, società di persone o società cooperative che vogliano intraprendere una nuova attività o svilupparne una già esistente. Attraverso la linea operativa Dieci Talenti, la Fondazione ha costituito il Fondo Regionale di Garanzia per il Microcredito e il Prestito della Speranza, che offrono garanzie alle banche in luogo dei soggetti in difficoltà, per consentire loro di finanziare una attività; la fondazione si impegna inoltre contro l’usura, attraverso il programma di Microcredito del Consiglio Regionale del Piemonte, in convenzione con l’Osservatorio Regionale sul fenomeno dell’usura, ed è attiva a favore del Progetto Dschang, che mira al finanziamento e all’attuazione in Camerun di un progetto di microcredito svolto dagli operatori locali, in convenzione con “Groupe d’Iniziative Commune Ngwessou Memia Akuanti”.

Il Progetto Policoro: idee per il Sud del Paese

Da un’intuizione dello stesso don Mario Operti, cui è dedicata la fondazione, nacque anche, nell’ormai lontano dicembre del 1995, il Progetto Policoro: un laboratorio di opportunità per le regioni del Centro e del Sud d’Italia, che ha stabilito importanti collaborazioni con associazioni, enti, banche e sindacati italiani (tra questi GiOC, Mlac, GA, Acli, Confcooperative – Inecoop, Coldiretti, Cisl, Banche di Credito Cooperativo, Ucid) e ha sostenuto, fin dalla sua origine, oltre 500 nuove realtà imprenditoriali, in gran parte pensate e realizzate da giovani.

Il progetto Policoro ha consentito a circa quattromila ragazzi del nostro Mezzogiorno di trovare un impiego e una opportunità di vita, e oggi è presente non soltanto nel Centro Sud, ma in quasi tutte le realtà territoriali del nostro Paese, con le sole eccezioni della Liguria, della Lombardia e del Triveneto.

Numerose sono le iniziative di sostegno alle idee e alle persone promosse dal Progetto Policoro, nella convinzione che, come diceva Operti, “non esistono formule magiche per creare lavoro. Occorre investire nell’intelligenza e nel cuore delle persone”.

Laura Carmen Paladino

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