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Gli Italiani e l’Europa: crisi, sviluppo, informazione

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Gli Italiani e l’Europa: crisi, sviluppo, informazione

L’immagine del nostro Paese, e della sua percezione dell’Europa, secondo il Rapporto sull’Italia dell’Eurobarometro Standard 76

L’ultimo sondaggio dell’Eurobarometro Standard (il numero 76, relativo all’autunno scorso), la più importante consultazione statistica condotta a livello europeo sulle opinioni dei cittadini dell’Unione, si effettua due volte all’anno, ormai dal lontano 1973.

I temi, proposti a fine 2011 a un campione di 1.031 cittadini italiani, sono quelli della politica europea, delle strategie comunitarie per la crescita e della crisi, e riguardano la percezione che a casa nostra si ha della situazione dell’Unione e delle Istituzioni europee, con un occhio all’informazione, alla sua efficacia, ai mezzi di comunicazione preferiti dagli italiani.
Gli stessi quesiti sono stati posti a un campione di cittadini dei diversi Paesi dell’Unione: in tutto, con gli Italiani, 31.659 persone, residenti nei 27 Stati membri (compresa la comunità turco-cipriota) e nei cinque Paesi candidati all’adesione (Croazia, Turchia, Islanda, Montenegro ed ex Repubblica Iugoslava di Macedonia). Un dato in particolare risulta in controtendenza, in Italia, rispetto ai risultati emersi altrove in Europa: ben il 34% dei nostri connazionali ritiene che l’UE non stia adottando le misure giuste per uscire dalla crisi, mentre in genere i cittadini Europei si dichiarano favorevoli alle politiche adottate su questo tema dall’Unione.

La ricetta italiana per uscire dalla crisi: modernizzare il mercato del lavoro e sostenere le imprese

Tra le diverse opzioni proposte, la stragrande maggioranza degli italiani intervistati (il 72% del totale) ritiene più funzionale all’obiettivo di uscire dalla crisi un impegno maggiore dell’Europa nella modernizzazione del mercato del lavoro e nell’incentivo all’occupazione. Ugualmente importante è ritenuto il contrasto alle forme di povertà, insieme al rafforzamento dell’industria e dell’economia verde: a questo proposito, il 67% degli italiani chiede all’Europa di contribuire allo snellimento delle procedure richieste per l’avvio di impresa e di sostenere le aziende piccole e medie, vero pilastro dell’economia dell’Unione. Meno fiducia gli italiani ripongono in formazione, innovazione e ricerca, per uscire dalla crisi, e credono poco anche nella e-economy.

Priorità assoluta: garantire l’occupazione e combattere la povertà

Più che sulla formazione, che tuttavia non va trascurata, l’Europa dovrebbe investire su maggiori garanzie per l’occupazione giovanile: così la pensa più della metà degli italiani intervistati, in linea con gli orientamenti emersi negli altri Paesi dell’Unione. Solo un terzo dei nostri connazionali si pronuncia per l’aumento dell’istruzione a tutti i livelli, e appena il 14% insiste per il potenziamento dei programmi di scambio per lo studio all’estero, come l’Erasmus.
La crisi del lavoro si fa sentire sui redditi: più del 30% dei nostri giovani è senza una occupazione, e solo il 39% degli intervistati afferma di non avere problemi economici, mentre il 46% del campione dice di trovarsi, di tanto in tanto, a dover far fronte a difficoltà, e ben l’11% afferma di faticare costantemente per far quadrare i conti. Gli italiani insistono perchè l’Europa intervenga per modificare questo stato di cose e si impegni nella lotta contro l’esclusione sociale, intesa non soltanto come una ingiustizia, ma anche come un freno all’economia.

Gli italiani e l’informazione: ancora troppo poca Europa, troppa TV e poco web

Ben il 20% del campione confessa di non cercare informazioni sull’Unione Europea: è il dato in assoluto più alto in Europa, e si tratta del doppio della media, calcolata sui risultati emersi nei singoli Paesi. Ancora troppo poca Europa, quindi, negli interessi degli italiani, che affermano di sentirsi poco e male informati sull’Unione, e che confermano di avere un debole per la TV: ben l’83% dei nostri connazionali dichiara di guardarla tutti i giorni, in linea con gli altri europei (il dato complessivo dell’Unione è dell’86%). Amica di tutte le età, dagli ultracinquantenni agli under 24, di tutte le aree geografiche, delle persone colte e di quelle meno scolarizzate, delle donne ancor più che degli uomini, entra davvero in tutte le case, con percentuali altissime. Al suo confronto impallidiscono, e perdono consensi ad ogni consultazione, la radio e la carta stampata: pur ritenendole affidabili, appena un quarto degli intervistati italiani dice di servirsene quotidianamente, a fronte di quasi la metà degli europei.
Quanto a Internet, crescono gli utenti, ma non raggiungono ancora la metà del campione italiano: la rete resta marginale, in particolare, come mezzo di comunicazione. Se ne serve con questo fine solo il 7% degli intervistati, che utilizza per informarsi, accanto ai siti istituzionali e a quelli dei giornali, anche canali meno ufficiali, come i blog, i siti di condivisione e, a sorpresa, i social network.

Laura Carmen Paladino

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