IndustriAll Global Union. Nato il nuovo sindacato mondiale dei metalmeccanici, chimici e tessili
Ha preso vita negli scorsi giorni a Copenaghen il sindacato mondiale dell’industria che raggruppa i tre grandi settori del metalmeccanico, del chimico e del tessile. 50 milioni di lavoratori provenienti da 140 nazioni iscritti ad oltre 500 diversi sindacati.
Una forza nuova, potentissima, che sarà in grado di negoziare a livello globale con le grandi multinazionali
I diritti dei lavoratori dovrebbero essere uguali in tutto il mondo ma, come ormai è assodato, le grandi multinazionali spostano le proprie sedi in base alla convenienza del locale mercato del lavoro facendo sì che tali diritti siano decisamente sproporzionati. Se il mondo cambia con la globalizzazione è giusto che anche i lavoratori cambino la propria modalità di essere rappresentati e di tutelare i propri diritti. Per questa ragione, la nascita del nuovo sindacato mondiale è stata accolta con tanto favore dalle singoli organizzazioni locali (dove per locali, in rapporto, si intende nazionali). Così le “vecchie” federazioni internazionali di FISM, ICEM e ITGLWF (sindacati di metalmeccanici, chimici e tessili) si sono sciolte per riunirsi in questa nuova organizzazione mondiale che avrà un nuovo gruppo dirigente così composto:
- Presidente, il tedesco Bertold Huber dell’Ig Metall;
- Vicepresidenti, il sudafricano Senzeni Zokwana, l’americano Tom Buffenbarger, il giapponese Hisanobu Shimada;
- Segretario generale, il finlandese Jyrki Raina, attuale segretario generale Fism;
- Assistenti del Segretario generale: il brasiliano Fernando Lopes, il turco Kemal Ozkan, l’austriaca Monika Kemperle.
Il comitato esecutivo sarà composto da 60 membri che rimarranno in carica fino al 2016.
Ogni regione geografica esprimerà i propri rappresentanti. L’Italia fa parte della Regione del Sud Europa per la quale è stato proposto Alberto Morselli Segreterio generale Filtecm – Cgil, votato da tutta la delegazione italiana composta dai metalmeccanici, chimici e tessili.
Al Congresso di fondazione di IndustriAll Global Union, tenutosi dal 18 al 20 giugno, hanno partecipato oltre mille delegati (1.046, di cui il 22% donne) e diverse centinaia di osservatori. Il nuovo gruppo dirigente è stato eletto all’unanimità e la squadra, come abbiamo visto, è equilibrata al proprio interno. Non altrettanto equilibrato invece il Comitato Esecutivo, i cui 60 componenti hanno visto sovrarappresentata la nostra Europa, con 25 seggi, e sottorappresentate l’America Latina e Caraibica (6 seggi) nonché l’Africa del Nord. Ma attenzione, pur essendo sovra rappresentata, l’Europa ha però visto penalizzata al proprio interno la sub regione del Sud-Est alla quale appartiene il nostro Paese (Cipro, Grecia, Italia, Malta, Turchia).
Per la precisione, i 60 seggi sono stati così suddivisi:
12 alla regione Asia-Pacifico;
6 alla regione dell’America Latina e dei Caraibi;
6 alla regione dell’Africa Subsahariana;
2 a quella del Medio Oriente e dell’Africa del Nord;
9 a quella dell’America del Nord;
25 a quella europea.
Il primo atto del nuovo sindacato mondiale è consistito nel varo del proprio Piano d’Azione. Per delinearlo, si sono riuniti oltre 30 leader sindacali coordinati da Stefan Löfven, l’attuale chairman del Partito Socialdemocratico svedese e leader della IF Metall. Nel presentare la nascita della nuova organizzazione, Löfven ha dichiarato che d’ora in poi, in ogni discussione politica, la voce dei lavoratori verrà ascoltata e rispettata. Le richieste che verranno presentate riguarderanno i diritti dei lavoratori rispetto alle pretese del capitalismo neoliberale, ma anche la sottorappresentazione delle donne nel mondo lavorativo, le problematiche relative alla mancanza di democrazia interna, nonché il ruolo dei giovani nei movimenti dei lavoratori.
Il punto di forza nel dialogo con le istituzioni e le imprese sarà ovviamente il fatto di rappresentare tanti milioni di lavoratori, ha dichiarato Tony Burke, il rappresentante della UNITE, il sindacato britannico. Una necessità, poiché la lotta per ottenere il riconoscimento dei propri diritti può divenire molto dura, ha voluto ribadire Leo Gerard dell’USW, il sindacato statunitense nato a Pittsburgh, al quale si è unito John Ndeutepo del NUM, il sindacato dei metalmeccanici della Namibia, la Repubblica africana.
Le prime risoluzioni che il congresso, dal significativo titolo “costruire la nostra forza”, ha adottato riguardano il supporto ai minatori spagnoli e delle isole Fiji, contro il precariato del loro lavoro. Un atto che ha dato inizio alla storia del nuovo sindacato mondiale che avrà sede a Ginevra.
Le priorità della nuova organizzazione saranno:
- – Creare dei sindacati più potenti.
- – Sviluppare la “sindacalizzazione”.
- – Lottare per i diritti sindacali.
- – Lottare contro il precariato, sotto tutte le sue forme e in tutte le regioni del mondo.
- – Creare un potere sindacale in grado di affrontare il capitalismo mondiale allo scopo riequilibrare il ptere detenuto dalle multinazionali nei confronti dei salariati.
- – Promuovere una politica industriale durevole.
- – Promuovere la giustizia sociale mondiale (per fare questo, IndustriAll dovrà far sentire la propria voce nelle istituzioni internazionali, comprese quelle finanziarie e il G20).
- – Promuovere l’uguaglianza dei diritti e la partecipazione delle donne.
- – Lottare per la sicurezza sui luoghi di lavoro.
- – Praticare la democrazia nella globalizzazione.