Fisco e norme

Diritti d’autore delle opere musicali

Diritti d’autore delle opere musicali

 

La Commissione Europea snellirà la concessione delle licenze. A seguito del cambiamento culturale evocato dalla tecnologia digitale e dall’accessibilità online, si è verificato un boom di opportunità per autori, consumatori e imprese. La SIAE e le altre società di gestione dovranno cambiare prassi

Il boom della domanda di contenuti culturali online, dalle canzoni ai film ai libri offre un’opportunità unica a chi immette tali contenuti sul mercato, anche perché la domanda non conosce restrizioni territoriali e dunque, come tutto ciò che viaggia in internet, appartiene all’ordine sovranazionale.

In Italia la SIAE e negli altri Paesi altre società di gestione dei diritti d’autore musicali, gestiscono collettivamente la concessione delle licenze per utilizzare online i brani musicali, riscuotono le royalty dopo di che le distribuiscono ai rispettivi compositori e parolieri. Una gestione locale, che le società non riescono a gestire completamente per via del contesto transfrontaliero dell’utilizzo online delle opere musicali. Per questo motivo la Commissione Europea ieri ha presentato alcune proposte per ammodernare le società di gestione dei diritti d’autore incentivandone trasparenza ed efficienza.

Il punto nodale è quello di imporre il rispetto di uno standard comune europeo a tutte le società di gestione dei diritti d’autore che vogliano concedere licenze multi territoriali per il repertorio che hanno in gestione. In questo modo non occorrerà richiedere licenze in ogni singolo Paese dell’Unione Europea per garantire agli autori la riscossione e la corretta distribuzione dei propri compensi.
Le società di gestione, a prescindere dal settore in cui operano, dovranno anche essere trasparenti nello svolgimento della propria attività e cambiare alcune delle proprie pratiche. Ciò in quanto in diversi casi recenti le royalty incassate per conto dei titolari dei diritti sono andate perdute a causa, dichiara la Commissione in una nota, di errate politiche di investimento o di lungaggini nel versamento delle royalty ai titolari dei diritti.

Il Commissario per il Mercato interno e i servizi, Michel Barnier, ha dichiarato che è ormai necessario “dare vita a un mercato unico digitale europeo che sia al servizio di autori, consumatori e fornitori di servizi. Il miglioramento delle società di gestione collettiva dei diritti d’autore musicali permetterebbe ai fornitori di servizi di proporre nuovi servizi a livello internazionale, a beneficio sia dei consumatori europei che della diversità culturale. Più in generale, le società di gestione dei diritti d’autore musicali dovrebbero operare in piena trasparenza e garantire che la remunerazione degli autori avvenga in tempi più rapidi. Ciò è fondamentale per sostenere gli investimenti nelle attività creative e nell’innovazione, che a loro volta porteranno ad un aumento della crescita e della competitività”.

La proposta della Commissione ha due obiettivi complementari: 
•       promuovere una maggiore trasparenza e migliorare la governance delle società di gestione collettiva, introducendo obblighi di informazione più rigorosi e rafforzando il controllo delle loro attività da parte dei titolari di diritti, in modo da incentivare l’offerta di servizi migliori e più innovativi;
•       incoraggiare e agevolare la concessione di licenze di diritti d’autore multiterritoriali e multirepertorio per l’impiego di opere musicali online nei paesi UE/SEE.

Cosa cambierebbe per gli autori

In pratica i titolari dei diritti potrebbero intervenire direttamente nella gestione dei loro diritti ed essere remunerati più rapidamente. Inoltre, verrebbe sancita dalla legge la loro possibilità di scegliere la società di gestione collettiva più adatta ai loro fini. In questo modo gli interessi dei titolari di diritti sarebbero più tutelati e i consumatori avrebbero accesso a contenuti culturali più ricchi.

Le nuove regole cambierebbero il funzionamento delle società di gestione collettiva in Europa: i nuovi requisiti prevedono, ad esempio, una migliore gestione del repertorio e impongono di versare i compensi ai membri più rapidamente, di garantire chiarezza riguardo alle entrate derivanti dalla gestione dei diritti, di elaborare annualmente una relazione di trasparenza e di comunicare informazioni supplementari direttamente ai titolari dei diritti e ai partner commerciali (ad esempio, altre società di gestione collettiva).
Gli Stati membri dovrebbero dotarsi di meccanismi per la risoluzione di eventuali controversie fra le società di gestione collettiva e i titolari dei diritti. In ogni caso il miglioramento delle norme e delle procedure dovrebbe tradursi in un migliore funzionamento delle società di gestione collettiva e portare così a una maggiore fiducia rispetto alle loro attività.

Sarebbe facilitata la concessione di licenze di diritti d’autore multiterritoriali per l’utilizzo su internet (e pertanto internazionale) delle opere musicali, a patto però di dimostrare di avere le capacità tecniche necessarie per svolgere tali attività in modo efficace. Ne deriverebbero vantaggi per gli autori, per i fornitori di servizi e anche per i cittadini.

I doveri delle società di gestione collettiva (SIAE per l’italia)

Le società di gestione collettiva svolgono un ruolo di intermediazione tra i titolari dei diritti e i fornitori di servizi che intendano utilizzare le loro opere, musicali o di altro genere (libri, film). Tali società concedono diritti, incassano le royalty e ridistribuiscono i compensi ai titolari dei diritti.
La ragione della loro esistenza sta nel fatto che negoziare le licenze individualmente con ogni singolo autore sarebbe poco pratico e comporterebbe costi di transazione elevati. Ciò detto, aggiungiamo comunque che non è obbligatorio essere iscritti a queste società e, se lo si preferisce, si possono gestire autonomamente i propri diritti d’autore, affrontando eventuali rischi di non vedersi pagate le royalty.

Nell’UE vi sono oltre 250 società di questo tipo, che gestiscono entrate pari a circa 6 miliardi di euro l’anno. L’uso dei diritti nel settore musicale rappresenta circa l’80% delle entrate riscosse complessivamente dalle società di gestione collettiva.
La gestione collettiva dei diritti è importante anche per la concessione di licenze ai fornitori di servizi musicali online (scaricamento, streaming), in particolare per i diritti di compositori o parolieri.
In genere, i fornitori di servizi online vogliono coprire molti territori e proporre un vasto repertorio musicale e spesso sperimentano nuovi modelli commerciali, rendendo molto impegnativo il rilascio di licenze online. Molte società di gestione collettiva non sono preparate ad affrontare queste problematiche, di conseguenza i fornitori di servizi incontrano gravi difficoltà per ottenere le licenze necessarie a lanciare servizi di musica online in tutta l’UE. Questa situazione limita il numero di servizi musicali a disposizione dei consumatori europei e rallenta la diffusione di servizi innovativi.
Di conseguenza, la direttiva proposta, il cui testo alleghiamo in fondo all’articolo, concorre al completamento di un mercato unico per la proprietà intellettuale e rientra nella strategia della Commissione del 2011 sulla proprietà intellettuale.

All.

pdf Testo della Direttiva proposta.pdf

Potrebbe interessarti