Ambiente

Finanziare e investire in infrastrutture per incrementare la crescita

conf stampa bocconi

Finanziare e investire in infrastrutture per incrementare la crescita

Un convegno all’Università Bocconi di Milano per un nuovo paradigma economico, che si rivela particolarmente vantaggioso in tempo di crisi

Fueling European Growth: Financing and Investing in Infrastructures. E’ il titolo dell’ultimo white paper di Stefano Gatti, appena presentato all’Università Commerciale Luigi Bocconi. L’autore della ricerca, attivo nel CAREFIN (Center for Applied Research in Finance) e nel Department of Finance dello stesso Ateneo, dimostra che investire in infrastrutture, oltre a migliorare la qualità del servizio per i destinatari,

in ultima analisi conviene prima di tutto agli investitori stessi: quelli capaci di diversificare il proprio portafoglio introducendo in esso anche degli investimenti in infrastrutture, infatti, ottengono sistematicamente, a parità di rischio, rendimenti superiori, come emerge chiaramente da una simulazione condotta nel corso della ricerca.

 

Lenoble

 

flashlogo

Patuano

 

flashlogo

Lenoble

 

flashlogo

Kerr

 

flashlogo

I contenuti dello studio

Gatti ha monitorato nel periodo 2002-2011 il rendimento di due portafogli distinti, uno che contemplava investimenti in infrastrutture e un altro che ne era privo: comparando l’evoluzione dei rendimenti, ha osservato che il primo conservava un profilo migliore anche dopo l’inizio della crisi, con un vantaggio quantificabile in un incremento del rendimento di circa 50 punti base e in una riduzione della volatilità annua di circa 10 punti base. C’è dunque un profitto oggettivo nella scelta di investire in infrastrutture, e di queste si registra peraltro una necessità urgentissima. Di qui al 2030, infatti, l’OCSE ha quantificato in 71mila miliardi di dollari l’esigenza di infrastrutture a livello mondiale: una cifra enorme, che equivale al 3,5 per cento del PIL del pianeta. Investire in infrastrutture è dunque una priorità, e a conti fatti risulta vantaggioso per tutti, investitori e destinatari: perchè si inneschi questa abitudine virtuosa, però, è necessario aggiornare la normativa vigente, con una regolamentazione più chiara, procedure più efficienti e maggiore certezza dei tempi di esecuzione.

I pregi dell’investimento in infrastrutture e il coinvolgimento istituzionale

La simulazione dimostra che il pregio maggiore delle infrastrutture, come forma di investimento alternativa in portafogli che hanno bisogno di diversificazione, è la sua scarsa correlazione con altre voci. “Nel contempo”, spiega Gatti, “si tratta di investimenti con un orizzonte di lunghissimo periodo, spesso insensibili all’obsolescenza teconologica. Inoltre la domanda per i servizi garantiti dalle infrastrutture è poco elastica e garantisce flussi di cassa costanti, ed esse si caratterizzano dunque come monopoli o semimonopoli naturali, con alte barriere all’entrata e con un reddito solitamente legato all’inflazione e pertanto non a rischio”. Nel raggiungimento dell’obiettivo di migliorare questo mercato e renderlo sempre più attrattivo, continua Gatti, “lo scoglio principale resta l’ottenimento di un rating minimo (BBB o BBB+), che non escluda gli investitori istituzionali. La 2020 Project Bond Initiative della Commissione Europea, con l’ipotesi del coinvolgimento della Banca Europea per gli Investimenti, è un passo nella giusta direzione, anche se le interviste ad alcuni operatori dimostrano che permangono ancora troppe incertezze sugli aspetti tecnici e soprattutto sugli assetti istituzionali e regolamentari dei paesi destinatari di questi nuovi strumenti”.

L’esigenza di infrastrutture in Europa e il confronto con i paesi emergenti

Autore della prefazione al paper di Gatti è Massimo Della Ragione, co-heald di Goldman Sachs Italia, che ha collaborato alla realizzazione del convegno, la cui prima sessione è stata dedicata alla situazione europea in tema di finanziamento alle infrastrutture, con moderazione dello stesso Stefano Gatti e interventi di Guido Tabellini, Rettore della Bocconi, Dario Scannapieco, Vice President della Banca Europea degli Investimenti, Peter Oppenheimer di Goldman Sachs e Bernardno Bini Smaghi, Business Development Director della Cassa Depositi e Prestiti.

Secondo Della Ragione, in Europa, nonostante i fondi dedicati negli ultimi anni per l’investimento in infrastrutture, manca ancora una mentalità favorevole a questo tipo di interventi: nel costruirla, fondamentale potrebbe essere l’aumento della partnership tra pubblico e privato, ancora sottoutilizzata (su questo tema, si veda il nostro articolo ). D’altra parte, come per il resto del mondo, anche per la nostra vecchia Europa, sempre più gravata dal debito pubblico e in chiare difficoltà nel confronto con i paesi emergenti, le infrastrutture rappresentano una delle esigenze prioritarie: la Commissione Europea ha stimato che, prima del 2020, serviranno investimenti pari a 2000 miliardi di dollari per questa voce, sulla quale paesi come la Cina e l’India, le nuove frontiere dell’economia del pianeta, investono invece in modo massiccio.

conf stampa bocconi

Realizzare servizi miglorando la produttività: un buon messaggio dal mondo della finanza

Si tratta, dunque, di individuare e perseguire un nuovo paradigma, che metta in primo piano, nelle attività economiche, l’obiettivo di realizzare servizi per le infrastrutture che migliorino la qualità della vita delle persone. Ne è convinto Lanfranco Senn, del Department of Policy Analysis and Public Management dell’Università Bocconi, chair della seconda sessione del convegno, dedicata al punto di vista delle Società e degli Investitori Istituzionali, che ha definito “un buon messaggio” quello emerso dal recente convegno in Bocconi. Alla tavola rotonda hanno partecipato anche David Kerr, Senior Vice President di GIC (Governnment of Singapore Investment Corporation), Giovanni Castellucci, Amministratore Delegato di Atlantia e Autostrade per l’Italia, Marco Patuano, Amministratore Delegato di Telecom Italia e Philippe Lenoble, Managing Director del Goldman Sachs Infrastructure Fund.

Laura Carmen Paladino

Potrebbe interessarti