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Nutrizione e Integrazione – Combattere invecchiamento

Pianeta Nutrizione e Integrazione. L’importanza dell’idratazione

Si è conclusa negli scorsi giorni a Parma la tre giorni di convegni, aggiornamenti scientifici, dibattiti, novità di settore che ha ospitato anche il “IV Forum Multidisciplinare sulla Sana Nutrizione – formazione e informazione sul corretto utilizzo degli integratori alimentari”

Tra gli argomenti affrontate durante “Pianeta Nutrizione & Integrazione” segnaliamo quello sull’idratazione, poiché è stato dimostrato che gli italiani non bevono a sufficienza (a rischio soprattutto i bambini), e sull’invecchiamento.

La corretta idratazione nelle fasce più sensibili della popolazione e negli sportivi è stata al centro della tavola rotonda svoltasi nell’ambito del IV Forum Multidisciplinare sulla Sana Nutrizione. Organizzata dallo European Hydration Institute, istituto scientifico internazionale dedicato allo studio dell’idratazione e al suo legame con la salute e le prestazioni psicofisiche, la tavola rotonda ha portato a conoscenza ad esempio come bambini ed anziani siano a maggior rischio di disidratazione e sia quindi necessario incoraggiarli affinché assumano un adeguato apporto di liquidi.

Il Prof. Andrea Poli, Direttore Scientifico di Nutrition Foundation of Italy, ha sottolineato come durante le ondate di calore estive si osservino incrementi significativi della mortalità tra gli anziani, già predisposti a fenomeni di disidratazione. Anche i bambini, ha evidenziato il Prof. Claudio Maffeis, Professore Associato di Pediatria all’Università di Verona e Membro del Comitato Scientifico dell’EHI, sono esposti a un rischio di disidratazione maggiore rispetto agli adulti, per via di diversi fattori tra cui l’immaturità renale e cutanea, l’incapacità di esprimere la sete, la maggiore suscettibilità a diarrea e vomito.
Proprio con l’obiettivo di comprendere meglio il ruolo dell’idratazione nei bambini, specialmente in relazione al fenomeno dell’obesità infantile, l’EHI ha annunciato che supporterà uno studio pilota del Prof. Claudio Maffeis con un contributo di 40mila euro.

Gli esperti italiani ed internazionali intervenuti hanno infine messo in evidenza come la varietà di liquidi e alimenti nella dieta possa aiutare l’idratazione: il 20-30% dell’acqua consumata proviene infatti da alimenti e il 70-80% da bevande di tutti i tipi, non solo l’acqua naturale. Avere a disposizione una vasta varietà di bevande è quindi fondamentale, soprattutto per anziani e bambini, soggetti che sentendo meno il bisogno di bere possono raggiungere un corretto livello di idratazione spinti più dal “piacere” che dai segnali fisiologici.

Il Prof. Michele Carruba, Presidente del Comitato Scientifico di Pianeta Nutrizione & Integrazione, nel corso dell’incontro ha inoltre portato l’attenzione sull’importanza di un’idratazione adeguata per tutta la popolazione: secondo i risultati preliminari di un recente studio condotto da SIMG (Società Italiana di Medicina Generale), in collaborazione con NFI (Nutrition Foundation of Italy), la maggior parte degli italiani è consapevole che dovrebbe assumere complessivamente 2 litri di liquidi al giorno, ma si limita a berne complessivamente meno di un litro, solo 970 ml al giorno, senza differenze sostanziali tra uomini e donne.

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Per quanto riguarda le fonti di idratazione, per tutti, l’acqua (circa 650 ml al giorno) è al primo posto. Tra le altre bevande, emergono poi alcune differenze tra gli uomini e le donne: i primi assumono liquidi per lo più dal caffè (75 ml), dal latte (57 ml), dai succhi (48 ml), dalle bevande zuccherate (45 ml al giorno), dal cappuccino (44 ml) e da tè e tisane (43ml).
Per le donne, tè e tisane occupano invece il secondo posto dopo l’acqua (78 ml), seguite da caffè (62 ml), latte (61 ml), succhi di frutta e bevande zuccherate (40 e 42 ml rispettivamente). Infine, il consumo di bevande con edulcoranti ipocalorici è molto basso sia tra gli uomini che tra le donne (10 e 12 ml/die rispettivamente).

Combattere l’invecchiamento

Si è tenuto, tra gli altri, anche un convegno sui nuovi approcci terapeutici e nutrizionali rivolti alla prevenzione e alla cura delle malattie legate all’invecchiamento dal titolo “Aminoacidi e micronutrienti: prevenzione e salute”. Obiettivo del convegno: richiamare l’attenzione sui risultati scientificamente ottenuti con l’utilizzo degli aminoacidi per la prevenzione e la cura delle malattie sempre più diffuse nelle nostre società.

“Importanti risultati suggeriscono che la supplementazione dietetica con specifiche miscele aminoacidiche, ben al di là degli effetti sul trofismo muscolare, sia in grado di favorire il recupero dello stato di salute in tutte quelle situazioni caratterizzate da carenza energetica” ha dichiarato il Prof. Enzo Nisoli, Presidente della Sociatà Italiana dell’Obesità e docente di Farmacologia dell’Università degli Studi di Milano. “In questo senso i risultati sembrano più promettenti per le malattie legate all’invecchiamento ma, nonostante i risultati positivi derivanti da recenti ricerche, emerge che l’utilizzo degli aminoacidi, o di specifiche miscele degli stessi, non sembra ancora avere raggiunto quella diffusione che i dati sperimentali sembra consigliare a supporto delle tradizionali terapie farmacologiche specifiche per tali malattie.”

Di particolare interesse è la dimostrazione che leucina, isoleucina e valina aumentano la sopravvivenza e sembrano correlate a diverse malattie metaboliche, come l’obesità e il diabete. A questo riguardo, è stato dimostrato come la leucina riduca il consumo di cibo agendo sui neuroni ipotalamici coinvolti nella regolazione del comportamento alimentare. Inoltre, le miscele arricchite in aminoacidi essenziali si sono dimostrate in grado di attivare la mitocondriogenesi e quindi la produzione di energia delle cellule. I benefici effetti degli aminoacidi, oltre che sui muscoli, hanno effetti salutari generali; in particolare, si è dimostrato che i supplementi dietetici con miscele arricchite in aminoacidi essenziali contribuisce a diminuire la suscettibilità a patologie legate all’età, come l’insulino-resistenza, il diabete di tipo 2, le disfunzioni cardiovascolari e neurodegenerative, e non solo nella fisiologica riduzione della massa muscolare.

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