Imprenditoria femminile

Imprenditoria femminile: la Toscana al primo posto

Imprenditoria femminile: la Toscana al primo posto

Donne ultratrentacinquenni e straniere: ecco le portabandiera di un’imprenditoria femminile che in Toscana fa crescere l’intero tessuto imprenditoriale

Le imprese femminili continuano a crescere, quelle maschili a calare. Questi i dati toscani, la regione più dinamica d’Italia per quanto riguarda il tasso di sviluppo dell’imprenditoria femminile seguita da Lazio e Lombardia.

A fine marzo 2013 le imprese femminili in Toscana erano 100.320 (pari al 24,3% delle imprese regionali iscritte al Registro, che sono in tutto 412.778). Rispetto a marzo 2012, l’incremento è stato dell’1,5%. L’imprenditoria non femminile risulta invece in calo, seppur leggero (-0,2%). Determinante è quindi il ruolo giocato dalle aziende a conduzione femminile se l’andamento dell’imprenditoria toscana nel periodo in esame risulta positivo con il suo +0,2%. 
La Toscana si conferma la regione più dinamica d’Italia per tasso di sviluppo dell’imprenditoria femminile (+1,5%), seguita da Lazio e Lombardia (+1,2%). Una crescita doppia rispetto alla media nazionale (+0,7%).
Limitando l’analisi alle sole imprese guidate da italiane, la Toscana si conferma prima ma con un ritmo più contenuto (+0,7%), quindi a pesare per il 50% è il ruolo delle imprenditrici straniere.

Sono questi i principali dati emersi dall’Osservatorio sulle imprese femminili sul I trimestre 2013, realizzato dall’Ufficio studi di UnioncamereToscana e dal Settore Imprenditoria femminile e politiche di genere della Regione Toscana.
Il presidente di Unioncamere Toscana, Vasco Glagani, li ha così commentati: “in un momento di difficoltà economica, è un ottimo segnale che l’imprenditoria femminile faccia registrare un trend positivo che si ripercuote sull’intero tessuto imprenditoriale toscano mitigando gli effetti della crisi. Dalle statistiche scopriamo che le aziende al femminile confermano la loro vocazione nel settore dei servizi; le imprenditrici italiane stanno avendo successo soprattutto nel campo del turismo, mentre nell’industria e nel commercio il merito va alle imprenditrici straniere. Questo non significa assolutamente che istituzioni ed enti locali debbano in qualche modo abbassare la guardia. Anzi, i Comuni e la Regione devono sempre più promuovere politiche e servizi per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, unico strumento per non mettere le donne di fronte a una scelta tra l’impresa e la famiglia”.

Il tasso di femminilizzazione

Continua a innalzarsi il tasso di femminilizzazione dell’imprenditoria in Toscana (dal 23% del primo trimestre 2011 al 23,6% del 2013) e lo fa soprattutto per merito della vitalità delle cinque province dell’area interna  L’area costiera mantiene tuttavia il tasso di femminilizzazione più elevato (pari al 25,3%), con Grosseto e Livorno che restano le province più femminilizzate. Firenze si caratterizza, al contrario, per il tasso di imprenditorialità femminile più basso, anche se cresce in maniera costante (dal 21,8% al 22,5% negli ultimi due anni).

La scelta delle imprenditrici

In Toscana circa due aziende femminili su tre (per un totale di 64.973 unità) operano nel settore dei servizi: 27.408 nel commercio e 9.887 nel turismo. Il “fare impresa” delle donne, per il periodo in esame, è orientato verso le attività turistiche di alloggio e ristorazione (+3,9%). Ma le imprese femminili hanno trovato spazi di sviluppo anche fra le attività industriali (+2,0% nell’industria e +1,3% nelle costruzioni), a differenza di quanto avvenuto per le imprese non femminili. Nel manifatturiero, che conta 12.618 aziende femminili, da segnalare  un incremento di 225 unità, soprattutto grazie alla filiera cuoio-calzature (+157 imprese femminili nel periodo marzo 2012-2013) e per il recupero del comparto abbigliamento-maglieria (+79 aziende).

Sono le aziende femminili italiane a dare l’incremento maggiore per le attività turistiche (+270 aziende), mentre l’imprenditoria straniera mette a segno gli incrementi più elevati nell’industria (+319 unità) e nel commercio (+190), ambiti in cui le imprese femminili italiane arretrano (con saldi rispettivamente pari a -70 e -180 unità).
L’agricoltura e il terziario continuano a costituire, in Toscana, i macro-settori caratterizzati dalla maggiore presenza di imprenditoria femminile, con un’incidenza sul totale pari al 32,8% e al 28,3%. Escluso il comparto dei trasporti-magazzinaggio e tecnico-professionale, tutte le attività dei servizi presentano un’incidenza di imprese “rosa” superiore al dato medio regionale, con punte anche del 50%. Sono le attività industriali a registrare il minore appeal per le imprenditrici con un tasso di femminilizzazione pari al 22,3%.

E, per quanto concerne la scelta della forma giudica, le donne che optano per le società di capitali aumentano sempre più (+730 unità) e quelle che scelgono le ditte individuali – più semplici, meno costose ma più pericolose – sono aumentate di 530 unità. Queste tipologie giuridiche rappresentano rispettivamente il 15% e al 59% delle aziende guidate da donne.
In termini relativi le società cooperative hanno evidenziato il più elevato incremento nel periodo marzo 2012-2013 (+2,5, + 29 aziende).

Il ruolo delle straniere e delle over 35

Il bilancio positivo delle imprese femminili non è riconducibile alle donne giovani, nonostante il 10,5% delle imprese femminili in Toscana sia “giovanile”, cioè guidato da donne con meno di 35 anni.
Il bilancio positivo è legato – in Toscana come nel resto d’Italia – alla vitalità delle straniere: +861 unità in dodici mesi a livello regionale, +7,7, al di sopra della media nazionale (+6,8%).
Una discreta propensione all’imprenditorialità si registra pure tra le italiane (+590 unità rispetto a marzo 2012).
A fine marzo 2013 le imprese guidate da donne straniere erano 11.985 unità, pari all’11,9% del tessuto imprenditoriale femminile regionale (contro il dato nazionale del 7,9%). Sono soprattutto le imprenditrici extra comunitarie a crescere (+732 imprese, +8,8% rispetto a marzo 2012), bene anche le imprenditrici comunitarie (+128 unità, pari al +4,5%).

I dati per provincia

Il ritmo di sviluppo dell’area interna (+1,7%) continua a essere più sostenuto rispetto all’area costiera (+1,2%). In testa Firenze e Prato (+599 e +258 unità). Seguono Lucca (+172) e Pisa (+163), infine Grosseto, Massa Carrara e Siena con +195 imprese. Invariata la situazione a Pistoia, Livorno e Arezzo. Restringendo l’analisi alle sole imprese femminili a conduzione italiana le province della costa (+0,8%) appaiono più dinamiche di quelle dell’area interna (+0,5%). In questo caso la provincia più dinamica risulta ancora Lucca (+1,6%) che sopravanza Prato (+1,5%), Firenze (+1,1%) e Pisa (+1,0%). Grosseto, Massa-Carrara e Siena registrano incrementi al di sotto del punto percentuale. Livorno è stazionaria, Arezzo e Pistoia registrano una contrazione di imprese guidate da donne di origine italiana.

Il futuro dell’imprenditoria femminile toscana

l’Assessore al Welfare con delega alle Pari Opportunità, Salvatore Allocca, ha precisato che “la Regione Toscana crede fortemente nel ruolo propulsivo delle donne nella dinamica imprenditoriale, confermato dai recenti dati riportati dall’Osservatorio di Unioncamere, e da anni si impegna nel sostenere questa compagine cofinanziando, insieme a Unioncamere Toscana, progetti di formazione avanzata, come “BusyNessWomen–MadreFiglia” che ha riscosso un successo crescente negli anni. Questo ci ha dato lo stimolo per ampliarlo: da tre edizioni in tre macroaree siamo passati a cinque edizioni in altrettante macroaree. Inoltre il progetto, da semplice rete di contatti e supporto per lo start up di impresa, si svilupperà  in strumento di rete per il potenziamento e il consolidamento delle imprese già esistenti. Sarà questo l’aspetto che caratterizzerà l’edizione 2013 del programma di azioni Unioncamere, cofinanziato dalla Regione Toscana ai sensi della legge 16 del 2009 (Cittadinanza di genere), che prevede nello specifico: incremento di 20 ore dell’offerta formativa su ciascuna delle cinque macroaree, che serviranno per soddisfare i peculiari e ulteriori bisogni formativi emersi nei diversi territori; costituzione sperimentale di una Rete tra le imprese riconducibili alle Mentor – Mentee non solo delle edizioni in corso, ma anche di quelle precedenti,in grado di far riferimento ad una filiera (es. filiera turistica) nell’obiettivo di  promozione reciproca delle attività, ancorché in via non esclusiva”.

L’Assessore alle Attività produttive Lavoro e Formazione, Gianfranco Simoncini, ha aggiunto che è confortante osservare come l’imprenditoria femminile si confermi “un settore dinamico anche in questi mesi che vedono, in generale, stringersi ancora la morsa della crisi anche in Toscana. Credo che questo risultato stia dando ragione a quanti, come la Regione, punta molto e non da oggi sul lavoro di giovani e donne”. E ha proseguito ricordando la legge 21 – Promozione dell’imprenditoria giovanile, femminile e dei lavoratori già destinatari di ammortizzatori sociali: “è una legge” ha detto “che sta dando i suoi frutti e credo che su questa strada dobbiamo insistere, perché si sta dimostrando uno strumento utile per favorire l’ingresso delle donne nel mercato del lavoro in forma autonoma, in un momento in cui è particolarmente difficile avere accesso al credito, valorizzando così competenze e vocazioni che possono dare una scossa in senso positivo alla nostra economia”.

A questo proposito l’Assessore ha ricordato che al 31 marzo erano state presentate 1.186 domande per avvalersi della Legge (in totale 79 milioni di euro richiesti). Il 48% delle domande presentate (569) lo è stato da donne. La legge è stata rifinanziata per il 2013 con altri 8 milioni di euro che consentiranno di far scorrere la graduatoria dando corso al finanziamento di tutte le domande ammesse ma non ancora finanziate.

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