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Manifestazione unitaria del 22 giugno a Roma

Manifestazione unitaria del 22 giugno a Roma

Monito di CGIL CISL e UIL al Governo Letta: poco tempo per salvare l’Italia. Richieste concrete alla politica per  ripresa economica  e posti di lavoro. Spazio anche agli esodati

Non è stata una sorpresa la manifestazione unitaria organizzata dai tre principali sindacati italiani a Roma, dal momento che durante le passate agitazioni i segretari di Cgil, Cisl e Uil  avevano annunciato che, nella Capitale, si sarebbero svolti altri incontri se il Governo avesse disatteso le loro aspettative. 

Camusso, Bonanni e Angeletti (in rappresentanza rispettivamente di CGIL, CISL e UIL) hanno espresso con forza le loro idee e dai loro interventi è emersa una fotografia preoccupante del nostro Paese, una situazione che la triade analizza e condanna: “lo scenario che si presenta è tremendo, l’Italia non può più attendere, non è più tempo di promesse e annunci. Ogni giorno le imprese chiudono e cresce, conseguentemente, il numero dei disoccupati e cassaintegrati. Altra emergenza è quella degli esodati che non dovranno aspettare” ha affermato Susanna Camusso, segretario di CGIL, “fino a settembre per ottenere dei provvedimenti”.
Così sabato 22 giugno Piazza San Giovanni a Roma si è trasformata in un accogliente contenitore per più di centomila manifestanti giunti da svariate località italiane. Operai, studenti, pensionati, esodati e casalinghe hanno accolto l’invito dei loro rappresentanti sindacali e, con striscioni e  slogan scanditi a gran voce, hanno fatto da supporter all’evento ed hanno chiesto al Governo di agire, una volta per tutte, per favorire la ripresa del Paese. I manifestanti hanno richiesto adeguate azioni a sostegno dell’occupazione che non c’è. I dati infatti sono allarmanti, per citarne uno su tutti: sono 520mila i cassaintegrati solo a partire dall’inizio del 2013.

Il fattore tempo è elemento ricorrente anche nell’intervento di Susanna Camusso, segretario Cgil, la quale ha detto: “non c’è più tempo per aspettare, la vera emergenza del Paese è il lavoro, quello da salvaguardare e quello da creare per garantire la democrazia del Paese. Pertanto chiediamo al Governo Letta azioni concrete e non avvisi. Per il lavoro bisogna avere il coraggio di decidere ora e non fra qualche mese ed occorre trovare soluzioni perché le soluzioni espresse dall’attuale governo non ci hanno accontentati”.

Altrettanto incisivo l’intervento di Raffaele Bonanni: “il Paese muore e la classe dirigente si perde in chiacchiere ed oggi siamo qui per ricordare ai politici di dover operare in favore di  pensionati, lavoratori e giovani, unica ricchezza del Paese. In questa piazza c’è l’Italia che non si arrende e che vuole ripartire e che si augura che questa situazione, che si protrae da molto tempo,  finisca”. Poi, rivolgendosi direttamente a Palazzo Chigi, Bonanni ha consigliato una via per fronteggiare ed uscire dalla crisi: “il Governo Letta ora deve dare una risposta, deve indicare una strada coraggiosa al Paese”. Bisogna dare una scossa, bisogna “dimezzare le tasse sul lavoro, ridurle fortemente su pensioni e imprese che investono”.

Altro attacco alla politica giunge da Luigi Angeletti, della Uil: “in questi giorni si discute se a staccare la spina al Governo sarà Berlusconi o il Pdl, ma a staccare la spina al governo saranno i cortei di disoccupati” dichiara. Come uscire dall’empasse attuale? La ricetta la fornisce il numero uno del sindacato di Corso d’Italia: proporre lavoro e ridistribuire il reddito.

La conclusione dell’intervento di Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, è una chiara indicazione dei sentimenti dei lavoratori: “caro Letta, noi siamo disposti a fare un percorso positivo. Ma tu devi avere coraggio. Devi fare la scelta se stai con questa piazza o se stai con i riti bizantini della politica italiana. In questo senso, noi continuiamo la nostra battaglia convinti che o l’Italia del lavoro ritorna a prosperare o l’Italia muore”.

Paola Paolicelli

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