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La Toscana a supporto del settore edile

ruspa lavori stradali

La Toscana a supporto del settore edile

Dalla Regione Toscana quattro proposte operative per combattere la crisi. Tra queste, la riqualificazione energetica degli edifici pubblici, un fondo di garanzia per la sicurezza sismica e l’efficienza energetica e il finanziamento per la risistemazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica

Per rilanciare il settore si deve dare l’opportunità alle aziende di lavorare e l’idea nata al tavolo sull’edilizia è quella di finanziare le famiglie e le realtà che intendono avviare lavori di questo tipo.

Le quattro proposte illustrate dall’assessore alla Presidenza della Regione Toscana, Vittorio Bugli, serviranno per contrastare la crisi. Spiega l’assessore: “per battere la crisi del settore edilizio occorre andare oltre la logica dell’emergenza, mettendo in campo nuove idee, progetti, adeguamenti legislativi e provando  a rilanciare un comparto decisivo per l’economia della Toscana”.
In sintesi, le idee esposte riguardano:

  • 1) un fondo di social housing per le famiglie che non possono permettersi affitti a prezzi di mercato né possono accedere alle case popolari;
  • 2) un’accelerazione per la riqualificazione energetica degli edifici pubblici;
  • 3) un fondo di garanzia, rivolto ai privati, per interventi di messa in sicurezza sismica e per il miglioramento dell’efficienza energetica, per consumare meno gas ed energia elettrica e resistere meglio ai terremoti;
  • 4) il finanziamento per la risistemazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica e interventi regionali pilota per la creazione di alloggi in bioarchitettura e bioedilizia da mettere temporaneamente a disposizione di famiglie in difficoltà.

Le proposte sono state accolte favorevolmente dai rappresentanti delle associazioni di categoria del settore e delle istituzioni intervenuti alla riunione svoltasi nei giorni scorsi, il tavolo sull’edilizia  che la Regione Toscana intende trasformare in uno strumento permanente per l’innovazione nel settore delle costruzioni, aperto ai contributi di tutte le associazioni di categoria. E ad annunciarlo è stato lo stesso Bugli, che ha dichiarato: “ci incontreremo dal 23 settembre tutti i terzi lunedì del mese”. Così, già il mese prossimo si inizierà a discutere e lavorare sui quattro filoni di azione proposti.
Eccoli spiegati nel dettaglio:

operaio al lavoro

Social housing

Un fondo immobiliare che veda pubblico e privati assieme – banche ed imprese, Cassa Depositi e Prestiti, Camere di commercio, fondazioni – e che dia una risposta a quelle famiglie che non hanno i requisiti per accedere ad un alloggio pubblico ma che sono in difficoltà ad andare sul mercato. Tale fondo consentirebbe di valorizzare immobili ora sfitti e non utilizzati, offerti con affitti calmierati a poco più di 400 euro al mese ma anche con la possibilità di riscatto.

Riqualificazione energetica degli edifici pubblici

La seconda azione riguarda un’accelerazione per la trasformazione degli edifici pubblici in immobili a consumo energetico quasi zero.

I Fondi

Il terzo punto somma due mosse: le garanzie erogate da un fondo regionale per accedere ai prestiti per la messa in sicurezza degli edifici in zone sismiche e per il miglioramento dell’efficienza energetica rafforzando le detrazioni statali ora portate al 65% in 10 anni (si stima che mediamente ogni intervento possa aggirarsi tra 20 e 30 mila euro) e una task force di consulenti (attivata grazie al progetto Giovani Sì e che potrà lavorare con il supporto degli ordini professionali) in grado di permettere alle famiglie una valutazione puntuale dei vantaggi delle ristrutturazioni e degli interventi di riqualificazione. Si stima che la spesa media di ogni intervento possa aggirarsi attorno a 20-30 m ila euro. Due misure per risolvere gap di informazione ed accesso al credito.

Risistemazione e creazione alloggi

La quarta misura messa in campo riguarda il finanziamento di interventi regionali pilota per la creazione di alloggi in bioarchitettura e bioedilizia da mettere temporaneamente a disposizione di famiglie in difficoltà. La giunta regionale ha già deciso un primo intervento da 13 milioni. L’obiettivo è anche quello di sbloccare in poche settimane i 1.700 alloggi ‘di risulta’, la cui ristrutturazione è ferma a causa di difficoltà legate al patto di stabilità.
Alla riunione del tavolo sull’edilizia si è parlato anche di credito, semplificazione, internazionalizzazione e pagamenti dei debiti della Pubblica amministrazione, che saranno però oggetto di accordi generali con tutti i soggetti economici.

Edilizia, un settore in crisi

La crisi che sta attraversando il settore delle costruzioni è molto pesante, essendo questo uno dei settori più penalizzati dalla difficile congiuntura. A maggio l’Ance, l’associazione dei costruttori edili, ha registrato in Toscana ancora un -3% annuo tra le imprese attive (scese a 61.994) e un -8,3 tra i lavoratori (122.647). In contemporanea sono aumentate le ore di cassa integrazione (7,1 milioni, + 10,4%), si sono contratti gli importi dei bandi di gara (- 10,4%), le compravendite residenziali (-26,7%) e i prestiti bancari (-13,9%).

La crisi del settore edile è certo la conseguenza della minore disponibilità economica delle famiglie, costrette a rinviare i progetti per il futuro, ma anche della stretta sul credito da parte delle banche e degli appalti pubblici che si sono ridotti, per via dei tagli e del patto di stabilità. A questi si aggiungono i ritardi nei pagamenti, a cui governo e Regione hanno di recente messo una pezza, con 325 milioni che solo per Regione e Asl saranno entro la fine di agosto pagati.

Proprio contro questo accanimento della crisi nei confronti di questo particolare settore, la Regione ha deciso di trasformare dunque il tavolo dell’edilizia da una risposta temporanea all’emergenza ad una cabina permanente dove lavorare per mettere in campo nuove idee, progetti e adeguamenti legislativi.

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