Diritti

Lavoro e diritti di proprieta intellettuale

Diritti proprieta intellettuale

Lavoro e diritti di proprietà intellettuale

Il 35% dei posti di lavoro nell’Unione Europea è collegato a industrie che si basano ampiamente sulla proprietà intellettuale. Pubblicato lo studio su tali diritti condotto dall’Ufficio europeo dei brevetti e dall’ufficio per l’armonizzazione del mercato interno

Lo studio si intitola “Intellectual Property Rights intensive industries: contribution to economic performance and employment in Europe” e misura l’importanza dei diritti di proprietà intellettuale per l’economia europea.

Secondo i principali risultati dello studio circa il 39% dell’attività economica complessiva dell’Unione Europea (pari a circa 4.700 miliardi di euro all’anno) ruota attorno a industrie ampiamente basate sui diritti di proprietà intellettuale, le quali generano direttamente circa il 26% di tutti i posti di lavoro nell’UE (56 milioni) a cui si somma un altro 9% derivante dall’indotto. E per “industrie ampiamente basate sui diritti di proprietà intellettuale” considera quelle che registrano un numero di diritti di proprietà intellettuale per dipendente maggiore rispetto alle altre e quelle in cui l’uso dei diritti di proprietà intellettuale è una caratteristica intrinseca della loro attività. Dal momento che sulla proprietà intellettuale si basano anche altre industrie.

proprieta intellettualeSi tratta dunque di numeri particolarmente importanti, che fanno comprendere come le idee, la creatività umana, l’applicazione negli studi, contino e diano effettivamente di che vivere. Il lavoro intellettuale è lavoro a tutti gli effetti, crea occupazione e crescita, sia sociale che economica. Lo stesso Commissario per il Mercato interno e i servizi, Michel Barnier, ha dichiarato: “sono convinto che i diritti di proprietà intellettuale siano estremamente importanti per stimolare l’innovazione e la creatività, e mi congratulo per la pubblicazione dello studio, che conferma che la promozione dei diritti di proprietà intellettuale è una questione che riguarda la crescita e l’occupazione. Lo studio ci aiuterà ad elaborare politiche fondate su elementi concreti. Esso rivela che nel campo dell’economia l’uso dei diritti di proprietà intellettuale è diffuso ovunque: dal settore dell’alta tecnologia a quello della fabbricazione di articoli sportivi, giocattoli o giochi elettronici, tutte le industrie interessate ricorrono largamente ai diritti di proprietà intellettuale, spesso peraltro non a uno solo, ma a vari tipi di diritti di proprietà intellettuale”.

Benoît Battistelli, Presidente dell’Ufficio europeo dei brevetti, ha affermato: “questo studio dimostra che l’utilità dei brevetti e di altri diritti di proprietà intellettuale non è solo teoria economica. I beni immateriali sono diventati estremamente importanti per le imprese innovative. I brevetti, infatti, spesso aprono la porta a capitali e partner commerciali, soprattutto per le PMI – ma anche per i centri di ricerca e le università. Se vuole rimanere competitiva in un’economia globale, l’Europa deve incoraggiare ancora di più lo sviluppo e l’uso delle nuove tecnologie e innovazioni”.

António Campinos, Presidente dell’Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno, ha dichiarato: “questo studio è il risultato di una collaborazione specifica tra esperti di varie agenzie e Paesi, ed è stato realizzato secondo un metodo trasparente e ripetibile. Esso affronta la questione fondamentale di misurare l’importanza delle industrie collegate ai diritti di proprietà intellettuale per l’occupazione, il PIL e il commercio nell’Unione europea. Adesso abbiamo una risposta chiara: sono importanti, molto importanti”.

E viene proprio voglia di far notare questi risultati e queste parole ufficiali a tutti coloro i quali pensano e dicono apertamente che con la cultura non si mangia o che chi usa il cervello farebbe meglio ad andare a zappare la terra per vedere come si lavora sul serio. Queste persone – che di sicuro tengono molto a mantenere la gente al proprio livello, ovvero nell’ignoranza più gretta – vorrebbero ricondurci verso l’inciviltà troncando ogni ambizione di progresso ed elevazione morale. Invece di deridere chi svolge attività intellettuali, creative, che permettono il progresso dell’umanità, basate su anni di studi e sacrifici, queste persone dovrebbero vergognarsi. Tale commento scaturisce anche dalla lettura dei dati che dimostrano come in realtà l’economia possa avanzare proprio grazie all’innovazione e all’uso delle risorse intellettuali.
E infatti lo studio, che alleghiamo all’articolo, è prettamente economico: si concentra sull’economia dell’intera Unione e, inoltre, mostra chiaramente che la retribuzione media nelle industrie che si basano ampiamente sui diritti di proprietà intellettuale è superiore di oltre il 40% rispetto a quella in altri settori.

Ma quali sono le industrie che si basano ampiamente sui diritti di proprietà intellettuale? La risposta potrebbe stupirvi. Esse sono:
l’industria della fabbricazione di utensili portatili a motore (brevetti);
l’industria della fabbricazione di prodotti farmaceutici di base (marchi);
l’industria della fabbricazione di orologi (disegni);
l’industria dell’editoria libraria (diritti d’autore);
l’industria lattiero-casearia (indicazioni geografiche);
oltre a centinaia di industrie, tanto diverse tra loro, come quelle che svolgono le attività relative ai servizi finanziari e alle assicurazioni, le agenzie pubblicitarie, la fabbricazione di gelati, la fabbricazione di carta da parati, la produzione vinicola, l’illuminazione elettrica e gli elettrodomestici, le telecomunicazioni satellitari e l’estrazione del petrolio e del gas. Sono anch’esse infatti tutte industrie ampiamente basate sui diritti di proprietà intellettuale, e molte ricorrono simultaneamente a più di un diritto di proprietà intellettuale.

Spieghiamo ai tanti giovani in cerca di lavoro che applicarsi negli studi è più produttivo che mai e che è meglio concentrarsi sulle capacità intellettuali che non in quelle prettamente fisiche: nel mondo oggi c’è più bisogno di cervello che di muscoli.

Allegati

pdf Rapporto-diritti-propr-intellettuale.PDF

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