Diritti

Diplomati magistrali

Diplomati magistrali e precariato

Un’intervista a Filomena Vassallo, del Coordinamento Nazionale Diplomati Magistrali, insegnante precaria che, insieme con altri componenti del CNDM, ha seguito la causa del diploma magistrale per numerosi suoi colleghi

Un titolo che abilita in modo permanente all’insegnamento, come sancito dalle leggi vigenti, che sembra non sia ancora palesemente riconosciuto dal MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca).

 

Filomena Vassallo, una delle rappresentanti del CNDM insieme con Barbara Bernardi, Giulia Bertelli, Giuseppina Sapone ed Ettore D’Aleo – tutti insegnanti  precari che hanno seguito la causa del diploma magistrale per tanti loro colleghi – denuncia apertamente il fatto che da circa 12 anni gli insegnanti abilitati da questo titolo sono stati lasciati nell’incertezza del precariato, in quanto, dopo l’abolizione della maturità magistrale, non è stato emesso alcun atto legislativo che permettesse di tutelare di fatto l’abilitazione all’insegnamento e ci si è concentrati esclusivamente sulla modifica delle modalità di abilitazione per i nuovi docenti tramite il corso di laurea in Scienze della Formazione primaria attivata in seguito ad una normativa emanata dal MIUR.

Le chiediamo di illustrarci la storia che ha portato a tale situazione di precarietà tanti insegnanti legalmente abilitati.  Così ci ragguaglia: “il  primo corso di laurea in Scienze della formazione primaria (Sfp) venne attivato nell’anno accademico 1998/1999 e a quell’epoca non era ancora abilitante: lo divenne solo nel 2002 con un Decreto. Infatti, i sindacati firmatari del contratto nel 2002 chiesero che tale corso di laurea fosse reso abilitante con una nota congiunta e sottoscritta da tutti. A causa di regole – cambiate continuamente strada facendo – tale corso di laurea in Sfp, a partire dal 2008, non è più abilitante all’insegnamento. Questo cambiamento ha creato una “guerra di religione” tra i maestri laureati in Sfp e quelli diplomati entro il 2002, ben 10mila insegnanti. In seguito al cambiamento delle regole, infatti, anche questi diecimila insegnanti sono stati di fatto confinati nella categoria di non abilitati, con la conseguenza di non poter mai passare di ruolo.

Questa situazione del tutto anomala è stata ben descritta in due ricorsi presentati rispettivamente presso il TAR del Lazio e del Piemonte ed è stata fatta presente anche alla Corte Europea, in seguito a una denuncia al MIUR lì depositata. Motivo della denuncia, il fatto che il Ministero si potrebbe essere reso colpevole di falso in atti di ufficio, rifiutandosi l’erogazione del certificato di idoneità dal titolo per l’insegnamento in altro Paese dell’UE.

Ad aggravare il tutto, lo scorso luglio è stato emanato il Decreto sui cosiddetti PAS (percorsi abilitanti speciali) a seguito del quale, dai primi di agosto 2013, era stata attivata sul sito ministeriale  la procedura delle istanze online (scaduta il 5 settembre 2013). Perché ad aggravare il tutto? Perché questi PAS ovviamente hanno richiesto due ulteriori ricorsi in quanto obbligherebbero ad abilitarsi andando in seconda fascia d’istituto, fascia che non garantisce di ottenere prima o poi il  ruolo, per il quale ormai ci sono solamente i concorsi. Oltretutto, come spiega Filomena Vassallo, il corsista dovrebbe sborsare una consistente somma di denaro, esborso che si aggiunge a un altro disagio: quello della frequenza obbligatoria (con un margine del 20% di ore di assenza) che rende il percorso formativo difficilmente compatibile con gli orari di insegnamento. Molte università – e in special modo quelle che ospitano una facoltà in Scienze della Formazione Primaria – sembra non abbiano alcuna intenzione di attivare tali corsi in quanto entrerebbero in conflitto con la politica del corso di laurea stesso, diminuendo gli iscritti.

Filomena-Vassallo-Barbara-Bernardi

Veniamo ora ai ricorsi dei quali si è occupata direttamente la rappresentante del Coordinamento: “Nei mesi scorsi mi sono occupata della situazione degli enti locali. Osservando dei bandi comunali in uscita, ho notato che alcuni di essi non includevano i diplomati nelle selezioni o per niente o come non abilitati, posti quindi in una condizione di svantaggio. Il primo Comune che ho preso in carico affinché cambiasse il proprio bando è stato Bracciano. Dopo una difficile trattativa diplomatica il dirigente ha concordato con me nella validità delle leggi e nella modifica del bando. Qualche tempo dopo, anche il comune di Pomezia ha emanato un bando ponendo i diplomati in posizione sfavorevole ai fini lavorativi e trattando con il dirigente  responsabile anche lui ha stabilito insieme a me che i diplomati avevano pieno diritto di esse inclusi come docenti abilitati.

 

Qui però si è rigettata una presa di posizione di un noto sindacato contrario all’inserimento di diritto dei diplomati ricorrendo al TAR del Lazio che in udienza ha respinto in toto il ricorso! Tutt’oggi siamo in trattativa con dei comuni dell’Emilia Romagna, trattativa alquanto complessa in quanto gli USR (Uffici scolastici regionali) minacciano i Comuni di togliere la parità se assumono i diplomati magistrali come la legge sancisce. La lotta continua per fare in modo che leggi violate e non rispettate vengano fatte valere dando dignità ad una categoria di lavoratori”.

Bisogna anche rilevare che il ricorso, per i PAS, è stato svincolato dalla domanda su istanze online, quindi lo si può presentare indipendentemente da quest’ultima. Così, anche fra i docenti definiti non abilitati si sono create delle divisioni in quanto una parte di loro è contraria ai PAS e un’altra è favorevole. Ad esempio è contraria il CNDM (Coordinamento Nazionale Diplomati Magistrali) ed è favorevole il M.I.D.A (Movimento insegnanti da abilitare) perché molti dei docenti che ne fanno parte sono di scuola secondaria superiore e per tale categoria la situazione è diversa. Citiamo anche l’Adida, che ha portato avanti ricorsi anche per il riconoscimento del servizio militare e civile, e per il riconoscimento di chi ha almeno 3 anni di servizio.

Non essendoci stati concorsi per circa 13 anni, nel tempo si è raggiunto un numero altissimo di precari idonei che si trovano ancora nelle graduatorie di merito del “concorsone” a cattedre 1999-2000; oltre a tutti colori che si trovano nelle GAE in quanto laureati in Scienze della formazione primaria prima del 2008 e, naturalmente, tutti gli altri, considerati non abilitati e che si trovano nelle graduatorie di circolo e istituto.

Daniela Campoli

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