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Occupazione giovanile: le misure toscane

Toscana

Occupazione giovanile: le misure toscane

Il Fondo Sociale Europeo 2007-2013 è giunto al termine, si apre ora il periodo 2014-2020 e la nuova programmazione scommette sui giovani. Saranno loro a essere la centro dei prossimi interventi, per il sostegno della loro autonomia e occupazione

Il Fondo Sociale Europeo è uno strumento essenziale per lo sviluppo. Serve a promuovere la formazione, la ricerca e l’occupazione. Un esempio fra tutti è il risultato raggiunto con l’istituzione del tirocinio, per non parlare del sostegno all’imprenditoria femminile e giovanile.

 

Negli ultimi sette anni, i più difficili della nostra economia, la Toscana ha fatto da apripista ad esperienze come quella dei tirocinii, con il progetto Giovani Sì, che ha poi anticipato scelte raccolte a livello nazionale e comunitario. A ricordarlo è l’assessore alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini, intervenuto il 13 dicembre in apertura dell’evento organizzato a Livorno per fare il bilancio dei sette anni di attività del POR FSE 2007-2013 e tracciare le linee degli interventi da mettere in campo per i sette anni a venire. “Oggi, forti di questa esperienza, vogliamo andare ancora di più in questa direzione” informa l’assessore. “Per quanto riguarda i giovani, in particolare, la programmazione regionale si incrocia con quella nazionale che prevede, per la prima volta, l’attuazione della Garanzia giovani. Per questo la giunta ha approvato uno specifico Programma”.

I risultati della programmazione 2007-2013 parlano chiaro: a fronte di circa 660 milioni di risorse programmate, gli impegni di spesa sono circa 567 milioni, di cui oltre 450 milioni assegnate, per 67 mila progetti presentati, 54 mila finanziati e poco meno di 40 mila conclusi. I destinatari finali degli interventi sono stati 144 mila (su 231 mila iscritti), di cui circa 80 mila (il 55%) donne. I giovani iscritti risultano circa ’80 mila, poco meno del 40% del totale.

gianfranco-simonciniSu queste basi si deve ora pensare al futuro, per gestire le risorse relative al prossimo settennato, e qui l’assessore spiega: “promuovere l’occupazione dei giovani e la loro autonomia è una delle sfide principali che abbiamo davanti. I giovani sono portatori di innovazione, tenerli fuori dal mercato del lavoro e dal sistema produttivo significa, fra l’altro, rinunciare a una spinta propulsiva essenziale per far ripartire l’economia. Ecco perché la Regione Toscana da tempo li mette al centro delle sue politiche, facendo da apripista a livello nazionale nella definizione di interventi come, ad esempio, quello per scongiurare l’uso distorto dei tirocini, in buona parte convogliati nel progetto Giovanisì. Ecco perché, oggi, siamo convinti con la prossima stagione dei fondi, di dover rafforzare ulteriormente il nostro impegno”.

L’assessore ha ricordato che la Toscana arriva alla scadenza con un livello di impegni (86%) e pagamenti (68,3%) molto avanzato, concretizzatosi in nuove leggi (imprenditoria giovanile e femminile e tirocini) e interventi per formazione, orientamento, inserimento nel mondo del lavoro, mobilità internazionale, tutela dei diritti e sostegno al lavoro dei più deboli.

In particolare, i tirocini ammessi al contributo nell’ambito del programma toscano Giovanisì, dal giugno 2011 all’agosto 2013 sono stati 10.139, di cui oltre 1000 riguardanti disabili o svantaggiati.

I praticantati retribuiti, dal febbraio 2013 data di partenza della misura, hanno visto 404 tirocinanti in studi professionali ammessi al rimborso. Il servizio civile ha visto 4148 giovani ammessi al contributo previsto, mentre gli incentivi per giovani laureati e ricercatori sono stati, nel 2011 e 2012, 253. La legge che sostiene la creazione di imprese da parte di giovani under 40, ha ad oggi deliberato contributi per 1300 imprese, di cui 884 già finanziati dalle banche.

Le iniziative a favore di studio e formazione (borse di studio e contributi mobilità per studenti universitari e delle scuole superiori, corsi di formazione tecnica superiore, corsi di formazione e istruzione professionale, voucher per percorsi di alta formazione in Italia e all’estero, assegni di ricerca, borse Pegaso per dottorandi, incentivi alla mobilità transnazionale) hanno coinvolto negli ultimi due anni 55 mila giovani.

Non tutto però è rose e fiori. L’assessore ammette che restano aperti problemi a livello nazionale, nel confronto sia con le Regioni che con il partenariato: “la prima incertezza è quella della mancata definizione dei programmi nazionali, cui si somma quella sull’assetto istituzionale delle Province, vicenda ancora aperta ma la cui soluzione è essenziale per l’assetto futuro dei servizi per l’impiego. Altra questione aperta riguarda i rapporti con il governo al quale chiediamo una maggiore capacità di ascolto. Non si può arrivare al punto di inviare a Bruxelles un accordo di partenariato senza averne condiviso i contenuti con le Regioni. Anche in queste ore sono impegnato perché vengano superate queste posizioni e si arrivi alla ripresa di una leale collaborazione interistituzionale”.

D’altro canto, anche la Toscana è in difficoltà. Conclude Simoncini: “c’è da fare la nostra parte per far ripartire il motore dell’economia, per dare una speranza di futuro ai giovani toscani valorizzando i loro talenti e competenze. Dobbiamo essere vicini coloro che hanno perso il lavoro o non l’hanno ancora trovato, aiutare l’innovazione e la ricerca, sostenere le imprese e la qualificazione di lavoratori e imprenditori. Per tutto questo il Fondo sociale europeo è lo strumento fondamentale”.

In attesa dell’apertura delle nuove prospettive per i giovani e le donne, ricordiamo intanto qualche dato: i problemi di lavoro giovanile e femminile rappresentano una delle principali emergenze anche per la Toscana, dove la perdita occupazionale a partire dal 2008, è stata. fra gli under 30, di 43 mila occupati, a fronte di una perdita complessiva di circa 25 mila occupati adulti, con un aumento percentuale del tasso di disoccupazione passato dal 17 del 2008 al 25,2% del 2012 e l’ascesa dei Neet (Not in education, employment or training, ovvero ragazzi e ragazze che non lavorano ma non sono nemmeno in percorsi di formazione o istruzione), passati dai 64 mila del 2008 ai 102 mila del 2012, circa il 19% dei residenti fra i 15 e i 29 anni.

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