Diritti

Proprieta intellettuale e violazione dei diritti

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Proprietà intellettuale e violazione dei diritti

La tutela della proprietà intellettuale contribuisce a migliorare la qualità dei prodotti e dei servizi, crea nuovi posti di lavoro e benessere economico, sostiene l’innovazione e la creatività ma i cittadini europei in certi casi ne giustificano la violazione a causa dei costi

Sono i risultati di un sondaggio commissionato dall’UAMI (Ufficio per l’Armonizzazione nel Mercato Interno) tramite l’Osservatorio europeo sulle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale, svoltosi in tutta l’Unione Europea su persone dai 15 anni in su.

Il 96% degli europei ritiene che la proprietà intellettuale sia importante perché sostiene l’innovazione e la creatività, ricompensando gli inventori, i creatori e gli artisti per il loro lavoro. Tutti d’accordo dunque sul fatto che il lavoro intellettuale, quello creativo, che si sviluppa da un’idea personale, debba essere regolarmente pagato. Chi scrive un libro, chi crea una canzone, chi inventa qualcosa, chi ha l’idea per un film, ecc. porta avanti la cultura di tutto un popolo: cosa saremmo senza chi ha di queste idee? Non ci sarebbe evoluzione in alcun campo, non ci sarebbe il progresso, saremmo fermi all’età della pietra. Bisogna riconoscere il valore altissimo del lavoro intellettuale e comprendere una volta per tutte che va retribuito.
Uno spunto di riflessione all’interno del nostro Paese lo porterà ad esempio l’evento organizzato dalle nostre principali confederazioni sindacali, gli Stati Generali dell’Autore ma sono all’opera anche gli uffici dell’Unione Europea i quali, allo scopo di creare un corpo legislativo unitario per tutti gli Stati membri, hanno commissionato questo sondaggio che ha coinvolto 26.500 cittadini europei. Il 69% di questi ritiene che la Proprietà Intellettuale debba essere presa in debita considerazione perché contribuisce a creare posti di lavoro e benessere economico e, di conseguenza, condanna la violazione dei diritti di PI; inoltre il 96% degli intervistati ritiene che gli inventori, i creatori e gli artisti vadano ricompensati per il loro lavoro.

fumettisti-attori-musicistiNonostante le dichiarazioni però il sondaggio (primo di questo genere nell’Unione Europea) mostra che, a livello individuale, in media il 34% degli europei ritiene che l’acquisto di merci contraffatte possa apparire giustificato dal risparmio finanziario che ne deriva. Il 38% afferma che l’acquisto di merci contraffatte possa essere giustificato come un atto di protesta contro un’economia guidata dal mercato. Il 22% ritiene che il download da Internet sia accettabile quando non vi siano altre alternative legali e il 42% lo ritiene accettabile per uso personale. A pensarla così sono soprattutto i giovani, di età compresa tra 15 e 24 anni.

Perché questa disparità di pareri? Per interessi personali, come si rende evidente dalle risposte stesse degli intervistati: la maggiorparte di essi infatti ritiene che la Proprietà Intellettuale non li avvantaggi personalmente e dunque se ne disinteressano, o che lo stesso sistema di distribuzione dei beni sui cui si basano le opere dell’ingegno sia complicato e porti a difficoltà di disponibilità, a prezzi poco abbordabili, a una qualità non soddisfacente. Possiamo dunque dire che nel primo caso si tratta di “irriducibili”, persone che pensano esclusivamente a sé stesse e la cui etica è di livello talmente scarso che i diritti altrui sono qualcosa di estremamente lontano dalla propria visione. Nel secondo caso invece le persone pagherebbero senza problemi se le proprie attese fosse soddisfatte.
Per valutare meglio la situazione, vi invitiamo a leggere la sintesi dell’indagine, che alleghiamo all’articolo, e fare le debite comparazioni con quella del nostro Paese mediante la scheda di confronto che alleghiamo sempre all’articolo.

Umberto-EcoUn altro studio dell’Ufficio europeo dei brevetti e dell’UAMI, di cui abbiamo già parlato in un nostro precedente articolo, mostra come i settori a uso intensivo dei diritti di proprietà intellettuale mantengano circa 76 milioni di posti di lavoro nell’UE e generino il 39% di tutta l’attività economica dell’Unione stessa. Per questa ragione è importante tutelare questo particolare settore ed è stato creato appositamente l’Osservatorio europeo sulle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale, nel 2009, “a sostegno della protezione e dell’applicazione dei diritti di proprietà intellettuale e per aiutare a combattere la minaccia crescente posta dalle violazioni dei diritti di Proprietà Intellettuale in Europa”. Mediante regolamento è stato trasferito in data 5 giugno 2012 all’Ufficio per l’Armonizzazione nel Mercato Interno (UAMI), che è l’organismo ufficiale dei marchi, disegni e modelli dell’Unione europea, con sede ad Alicante, Spagna, sin dal 1994.

Vincenzo-CeramiLo stesso Presidente dell’Ufficio per l’Armonizzazione nel Mercato Interno, António Campinos, ha spiegato il ruolo che hanno questi studi per la tutela di tali diritti: “con questi studi stiamo ora fornendo informazioni indipendenti e affidabili, in linea con la missione affidataci, sulle percezioni e il comportamento dei cittadini europei in merito alla proprietà intellettuale e alle sue violazioni. Continueremo a praticare quest’analisi con continuità, in particolare per la generazione Internet. Come riconosciuto dal sondaggio, la PI è una delle attività più importanti dell’Europa, ma è anche regolarmente messa in discussione. I cittadini europei non ritengono che proteggere la PI rientri nelle loro responsabilità, in particolare quando altri non condividono gli stessi valori e non assicurano che le regole vengano rispettate o adattate alle aspettative degli individui. Riteniamo che queste conclusioni sosterranno i nostri sforzi condivisi nella lotta contro le violazioni dei diritti di PI, in cui ciascuno è tenuto a svolgere il suo ruolo”.

pdf Scheda confronto Italia-UE su PI.pdf

pdf Sintesi ricerca PI.pdf

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