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Sostegno all’industria europea

I ministri di Italia, Spagna e Portogallo, insieme al Vicepresidente Antonio Tajani, Commissario europeo responsabile per l’Industria e l’Imprenditoria, hanno firmato a Lisbona una dichiarazione in favore della reindustrializzazione europea, ponendo particolare attenzione al sostegno dell’innovazione

Il processo di inserimento delle innovazioni nell’ambito industriale va accelerato: l’Europa infatti, nonostante abbia industrie di punta a livello mondiale ed eccellenze scientifiche, è in ritardo competitivo rispetto a USA, Corea e Giappone.

 

I risultati della ricerca vanno immessi rapidamente sul mercato, le innovazioni devono essere fatte valere se si vuol competere con le industrie americane, coreane e giapponesi. Nello scorso mese di gennaio la Commissione Europea ha approvato una strategia di rilancio industriale e proprio in Italia, a Roma, in Villa Madama, sono state lanciate le basi che hanno portato alla firma della dichiarazione di Lisbona anche in vista del prossimo Consiglio Europeo di marzo.

La strategia di rilancio industriale si prefigge di incrementare la percentuale del PIL (Prodotto Interno Lordo) generata dalle industria manifatturiere, portandola dall’attuale 15,1% al 20% entro il 2020. 

La dichiarazione congiunta è stata firmata l’11 febbraio dai membri del COTEC, la Fondazione per l’Innovazione Tecnologica, un’organizzazione privata senza scopo di lucro formata da un gruppo di esperti in campo tecnologico che comprende: il Ministro italiano dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il Ministro spagnolo dell’industria, dell’energia e del turismo, il Ministro per l’economia portoghese. La firma del documento (che alleghiamo all’articolo) è stata apposta alla presenza dei Capi di Stato dei tre Paesi: il Presidente della Repubblica Italiana, il Re di Spagna e il Presidente del Portogallo (tutti presidenti onorari delle rispettive istituzioni COTEC nazionali).

La dichiarazione congiunta fa riferimento alle “specificità delle economie dell’Europa meridionale, che comprendono 54 milioni di lavoratori e 7 milioni di imprese, la maggior parte delle quali PMI, le quali necessitano di particolare attenzione in termini di impostazioni della nuova politica industriale”.

In particolare, la dichiarazione riporta le seguenti parole: “è essenziale perseguire attivamente la reindustrializzazione dell’Europa e aumentare la sua capacità produttiva, specialmente in un momento in cui si cominciano a percepire segnali economici positivi in tutto il continente, specialmente in Portogallo, Spagna e Italia”.

 

interno-fabbricaMa in cosa consiste la strategia di reindustrializzazione dell’Europa? Ebbene essa si concentra in particolar modo sugli investimenti in termini di innovazione, soprattutto nei settori in rapida crescita individuati dalla Commissione nella recente comunicazione sulla politica industriale di cui abbiamo parlato nei nostri precedenti articoli: “innovazione significa perfezionare soluzioni collettive che, applicate su larga scala in tutto il settore in questione, possano generare una diffusa prosperità”. Le politiche di ricerca, tecnologia e innovazione si sono finora concentrate principalmente sulla ricerca e sullo sviluppo (R&S) per stimolare l’innovazione ma per determinare la crescita e l’occupazione necessarie, l’Europa ha bisogno di una strategia che si concentri sull’accelerazione della commercializzazione di tutte le forme di innovazione. Da qui la nascita di nuovi programmi europei per l’innovazione e la competitività, come Orizzonte 2020 e COSME, attraverso i quali sono stati messi a disposizione dell’industria e delle PMI 150 miliardi di euro.

La priorità va ai seguenti settori: 

  • tecnologie di fabbricazione avanzate, 
  • bioprodotti, 
  • costruzione sostenibile, 
  • automobili elettriche 
  • tecnologie abilitanti fondamentali.

 

Ma la dichiarazione appena firmata si concentra anche sul potenziamento degli altri ingredienti principali, ovvero: 

  • mercato interno e internazionalizzazione, 
  • competenze, 
  • accesso al credito.

In appendice segnaliamo che, sempre nell’ambito della stessa conferenza COTEC che ha portato alla firma di Lisbona, si è tenuta anche una riunione delle compagnie italiane, spagnole e portoghesi coinvolte nell’iniziativa “Sea Challenge”, che mira a controllare le imbarcazioni contenenti immigrati clandestini. Il motivo sta nel fatto che la localizzazione di queste navi pone le autorità davanti a sfide significative in termini di tecnologia e di sicurezza, che oggigiorno non possono essere affrontate agevolmente con l’uso delle attuali tecnologie. Così Daniel Calleja Crespo, Direttore generale della DG Imprese e Industria della Commissione Europea, ha spiegato alle società coinvolte che solo l’innovazione che porterà all’abbassamento dei costi operativi per le autorità responsabili per la sorveglianza, la ricerca e il salvataggio può rappresentare una valida soluzione per il futuro, portando ad una diminuzione del numero di vite perdute nel Mediterraneo. A tal fine, la Commissione sta elaborando una serie di progetti di R&S per contribuire allo sviluppo di questo settore, compresi i progetti PERSEUS e CLOSEYE.

 

pdf Dichiarazione di Lisbona

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