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Le donne fluorescenti di Rocco Lancia

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Le donne fluorescenti di Rocco Lancia

La nuova mostra del pittore Rocco Lancia a Roma presso l’Art Hotel di Via Margutta comunica sensazioni attraverso colori forti, luminosi, fluorescenti, che mettono in mostra il contrasto delle emozioni più intime

I colori complementari, come il rosso e il verde ad esempio, scelti nelle loro tonalità più estreme per rappresentare l’universo femminile, in un simbolismo che oscilla tra l’esotismo e la sensualità della pura bellezza, interiore o esteriore. “Rocco Fluo” è il titolo della mostra che si conclude il 3 maggio.

 

“Fermati, è bello!” è lo slogan di questa mostra, ideato con l’intento di comunicare la bellezza che sospende la fisicità del fare per lasciare spazio all’incorporeità del pensiero, delle emozioni, in un contrasto con gli istinti che pure si mostrano sulle tele. Sensi taciuti e sensi evidenziati in un’alternanza di giochi di luce vivida, brillante, che affascina lo sguardo.

Ci spiega l’artista: “la donna è esaltata nella sua bellezza interiore, nel proprio modo di pensare e non solo nell’aspetto fisico. L’introspezione è importante e viene trasmessa dagli sguardi, come quello – triste e profondo – della donna Afghana ritratta, oppure attraverso l’aspetto metafisico della donna orientale o, ancora, nel trittico composto da tre ritratti in cui una donna non guarda, una non ascolta, una fa cenno di tacere, dove il messaggio trasmesso è: non guardare, ascolta le emozioni; non ascoltare i suoni dall’esterno e osserva il tuo io interiore”. La donna viene dunque rappresentata in diversi stati emozionali, compresi quelli scaturenti dalla fisicità erotica.

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Le modelle di questi quadri, alcuni dei quali dipinti su tela di juta (la tela con cui si fanno i sacchi del caffè), sono ignare protagoniste del sogno ispiratore dell’artista. Lo sono ad esempio Violante, Bianca Balti o Monica Bellucci. 

L’arte figurativa di Rocco Lancia si inserisce nel filone della Pop Art e in questo caso si esprime attraverso ritratti femminili ma non solo: anche alcuni ritratti maschili, seppur rari, o di animali vengono esposti ed evidenziati dal filo portante del colore, vivido, impetuoso, fluorescente appunto. Una scelta portata da un percorso artistico in cui le esperienze di vita, divisa tra l’Italia e la Francia, le sperimentazioni e i percorsi di studio portano alla nascita di uno stile personale ben riconoscibile.  Rocco Lancia, nato nell’estate del 1970 a Roma, si trasferì a Parigi con la sua famiglia ancora giovanissimo e lì si nutrì dell’atmosfera ispiratrice della capitale dell’arte. Tornato in Italia, intraprese un percorso di studi artistici dapprima presso un liceo artistico di Frosinone dove approfondì in particolare il Surrealismo e la Pop Art; in seguito nell’Accademia di Belle Arti di Roma dove si laureò in scenografia. Grazie ai suoi studi, affiancò il noto scenografo Dante Ferretti, lavorando con lui a Cinecittà. Nel 2000 tornò nell’amata Parigi per lavorare come aiuto scenografo presso l’Istituto del Mondo Arabo e la Biblioteque National Mitterand. Da quando è rientrato in Italia si è dedicato esclusivamente alla pittura, non solo in prima persona ma anche coordinando giovani artisti attraverso l’associazione Artqube, di cui è fondatore.

Con la mostra personale di Via Margutta, Rocco Lancia offre spunti per riflessioni avvolte in aloni surreali, a tratti mistici. Ma, con semplicità, forse il valore di un atto artistico è racchiuso nella frase che ha ispirato il motto della mostra (Fermati, è bello!): dall’Endimione di Keats “Una cosa bella è una gioia per sempre”. 

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