Politica e donne

Uno sguardo di genere per una nuova Europa

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Uno sguardo di genere per una nuova Europa

Un’iniziativa della Fondazione Nilde Iotti di studio ed approfondimento sul ruolo delle donne nella costruzione dell’Unione politica europea

L’uguaglianza tra le donne e gli uomini rappresenta uno dei principi fondamentali sanciti dal diritto comunitario. Gli obiettivi dell’Unione Europea in materia di uguaglianza di genere hanno lo scopo di assicurare le pari opportunità e parità di trattamento tra donne e uomini, nonché di lottare contro ogni discriminazione basata sul sesso.

 

In questo settore, l’UE ha seguito un duplice approccio, associando azioni specifiche e “gender mainstreaming”. Questo il tema del confronto organizzato dalla Fondazione Nilde Iotti, lo scorso 11 aprile presso la Nuova Aula dei Gruppi Parlamentari. Un modo per contribuire in maniera attiva alla comprensione del fenomeno di esclusione dalle politiche nazionali ed europee delle cittadine e all’avanzamento di proposte per un’implementazione nelle pratiche di governo dell’agenda di genere, attraverso il coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali e della società civile. 

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Ha aperto e coordinato i lavori il presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Nilde Iotti, Claudia Mancina. Sono intervenute, tra le altre: Beatrice Pisa, docente di storia delle donne, Università La Sapienza di Roma; Anna Loretoni, dottoressa di ricerca di Filosofia Politica, Scuola di Studi Universitari di Pisa; Judith Astrellara, sociologa, già membro del Forum esperti dell’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere; Silvia Costa, parlamentare europeo; Livia Turco, presidente della Fondazione Nilde Iotti; Valeria Fedeli, vice presidente del Senato (PD).

La conferenza rientra nell’ambito della riflessione politica e culturale che vede il percorso delle donne europeiste muovere in un’ottica né vendicativa né tantomeno corporativa bensì di genere, come punto di vista esistenziale per comprendere meglio i limiti della costruzione europea e le sue potenzialità di sviluppo, sulla base di un’esperienza ricca e multiforme come quella delle donne italiane e non, sia sul piano dell’architettura istituzionale e della cittadinanza, sia su quello del modello sociale. 

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«Gli ambiti su cui ragionare, condividere e proporre sono ampi e uniscono misure prettamente economiche e misure sociali e culturali» interviene la senatrice Valeria Fedeli, «parte di quel complesso lavoro di cambiamento per rendere la nostra democrazia – come quella di tutto il modello europeo, più paritaria, uguale e forte – la sfida del lavoro femminile, della crescita e dell’uguaglianza è comune, e tutte e tutti dobbiamo condividerla, per provare a costruire insieme le priorità in modo chiaro, esplicito, pragmatico, urgente».

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Il primo interesse delle donne sta proprio nella democrazia politica e nell’allargamento della cittadinanza, nello sviluppo sostenibile della coesione sociale, nell’accettazione di valori condivisi e dell’interesse comune: Livia Turco, presidente della Fondazione Nilde Iotti conclude: «mi sembra che dalla giornata di oggi siano emersi due punti: il primo è che le donne sono state protagoniste della costruzione dell’UE, il secondo è che nella crisi epocale che investe il sistema Europa, abbiamo bisogno di realizzare una fase nuova e le donne, più di ieri, devono partecipare. La presenza paritaria di donne e uomini misura la democrazia nella sua capacità di essere inclusiva, di costruire un legame autentico con la vita delle persone le regole da sole non bastano. C’è bisogno di progetti politici, di pratica politica. Le regole tuttavia sono essenziali e devono essere capaci di costruire per tutti e tutte una casa solida ed accogliente».

Noemi Roccatani

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