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Imprenditoria italiana alle prese con i tassi più alti d-Europa

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Imprenditoria italiana alle prese con i tassi più alti d’Europa

La crescita rimane bloccata in Italia: non c’è liquidità per gli investimenti e le banche danno sempre meno prestiti e a tassi sempre più alti. La rilevazione di Confartigianato…

 

 

 

 

 

 

 

In calo del 4,5% i finanziamenti alle imprese, con tassi sopra la media europea e con disparità elevata tra Nord e Sud. 

Sempre meno credito alle imprese e con un tasso diversissimo fra una località e l’altra: a Crotone il denaro costa il doppio rispetto a Bolzano.

“Ha ragione il presidente della BCE Mario Draghi” afferma il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti. “Occorre un intervento straordinario che spinga in maniera più incisiva verso la crescita; e questo non può avvenire se si concede sempre meno credito alle imprese: anche in febbraio lo stock dei prestiti registra una diminuzione del 4,9%, con un ulteriore peggioramento rispetto al -4,7% registrato nel mese precedente”. 

 

Il dato è quello emerso da una elaborazione di Confartigianato che ha analizzato l’andamento dei finanziamenti al sistema imprenditoriale italiano. Non è certo lusinghiero per le banche il fatto di continuare a limitare la crescita delle imprese nonostante i tanti appelli ricevuti anche da parte del Governo. Infatti, oltre al fatto che il credito si riduce invece di aumentare, ora addirittura peggiora anche il costo del denaro, che per gli imprenditori italiani continua ad essere il più alto d’Europa con tassi medi di interesse sui nuovi finanziamenti pari al 3,45%, superiori di 72 punti base in confronto alla media del 2,73% registrata nell’Unione europea. 

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Le più penalizzate sono proprio le aziende di piccola dimensione, soprattutto sul fronte del caro-denaro: in questo caso infatti i tassi medi di interesse applicati ai prestiti fino a 250.000 euro raggiungono il 4,75%. 

E cosa dire sulle differenze di ordine geografico? I tassi raggiungono punte record in Calabria e in Sardegna: Crotone è ‘maglia nera’ per i tassi più alti che toccano l’8,67% seguita da Olbia-Tempio con il 7,83% e da Carbonia-Iglesias con il 7,79%. Sul versante opposto della classifica, la provincia autonoma di Bolzano fa registrare tassi di interesse del 3,81%, di poco inferiore al 4,11% applicato a Cuneo e del 4,26% applicato a Udine. 

negozio-artigianoSecondo Confartigianato, il divario Nord-Sud si riscontra anche nella quantità di finanziamenti erogati: la diminuzione del credito ha colpito in particolare le imprese con meno di 20 addetti e la situazione peggiore riguarda il Molise, dove, tra febbraio 2013 e febbraio 2014, lo stock di prestiti alle imprese è calato dell’11,7%. Seguono Umbria e Marche, con una diminuzione del 7,8%, e la Sicilia (-7%). 

A livello provinciale, il calo più vistoso dei finanziamenti interessa le piccole imprese di Isernia (-21,3% tra febbraio 2013 e febbraio 2014), seguite da quelle di Caltanissetta ( -10,9%) e da quelle di Biella (-10%). 

 

Colpite dal razionamento del credito anche le imprese artigiane: a dicembre 2013 lo stock di finanziamenti è diminuito del 6,7%, pari a 3,5 miliardi in meno rispetto a fine 2012. 

A ‘soffrire’ le difficoltà di accesso al credito sono soprattutto le piccole imprese del settore manifatturiero: secondo il rapporto di Confartigianato nel I trimestre 2014, a denunciare problemi è il 18,1% delle aziende manifatturiere con meno di 50 addetti, a fronte di una quota dell’11,3% di aziende manifatturiere di media dimensione e  del 12% di grandi imprese.

 

“Il perdurare delle difficoltà di accesso al credito bancario per le piccole imprese” ha sottolineato il presidente Merletti “è un brutto segnale rispetto ad una possibile uscita dal tunnel della crisi. In mancanza di una ripresa degli investimenti, infatti, le nostre imprese – soprattutto nel manifatturiero – restano penalizzate nella competizione globale, non aiutate anche da un euro forte che si aggiunge alle difficoltà generate dai ritardi nei pagamenti”.

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