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Innovazione: dalla ricerca alle imprese

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progressi-innovazione-ueUna delle 7 linee guida contenute nel documento strategico Europa 2020 riguarda l’innovazione, strettamente collegata alla ricerca e allo sviluppo, attività strategiche importanti per le imprese

Sono 7 le linee guida contenute nel documento strategico “Europa 2020” della Commissione Europea e rappresentano altrettante sfide individuate dalla CE per l’attuale decennio. Una di queste è “Unione dell’Innovazione” (che troverete allegato all’articolo) e rappresenta un nuovo approccio strategico in materia di innovazione, con lo scopo di “migliorare le condizioni dell’innovazione, attraverso tutte le fasi della ricerca e dello sviluppo”. Questa iniziativa dovrebbe anche avere un impatto positivo sull’impiego, la crescita verde e il progresso sociale nell’Unione Europea entro il 2020. L’obiettivo principale è quello di rafforzare soprattutto le attività di ricerca e sviluppo nelle imprese, alle quali spesso mancano le possibilità strutturali e personali per realizzarle.

Per questo l’Europa intende stimolare le imprese in questi campi, supportandole laddove possibile con un nuovo approccio, “volto in particolare a sostenere l’innovazione in aree che rappresentano delle sfide per la società europea, quali il cambiamento climatico, l’efficienza energetica, la sicurezza alimentare, la salute e l’invecchiamento della popolazione”.
Entro il 2020, per raggiungere lo scopo, bisognerà investire il 3% dell’intero PIL dell’UE in materia di ricerca e sviluppo per:

Sviluppare le conoscenze e le competenze
I sistemi di istruzione e formazione devono essere modernizzati, in particolare al fine di incoraggiare l’istruzione scientifica, i programmi universitari interdisciplinari e le competenze informatiche.
Inoltre, lo Spazio europeo della ricerca deve essere realizzato entro la fine del 2014, promuovendo la mobilità e la cooperazione dei ricercatori. L’UE e gli Stati membri devono lavorare insieme alla costruzione di infrastrutture europee di ricerca prioritarie, nonché in materia di cooperazione scientifica e tecnologica internazionale.

Promuovere le imprese innovative
Le imprese innovative devono avere un migliore accesso ai mercati e ai finanziamenti. Pertanto, devono essere loro offerte diverse fonti di finanziamento, in particolare tramite la creazione di un fondo europeo di capitali di ventura. Inoltre, le loro attività transnazionali non devono essere frenate da ostacoli fiscali.
L’attività delle imprese nel mercato interno deve essere agevolata, in particolare grazie all’istituzione di un brevetto europeo, di un sistema unificato di soluzione delle controversie, ma anche migliorando l’interoperabilità dei prodotti e dei sistemi innovativi.

Favorire la creatività
L’Unione dell’innovazione promuove le iniziative congiunte di ricerca e il trasferimento di tecnologie tra gli Stati membri. I diritti di proprietà intellettuale e il libero accesso ai risultati della ricerca pubblica dovrebbero parimenti servire a promuovere la creatività.

Accrescere la coesione sociale e territoriale
I finanziamenti attuali e futuri dei fondi strutturali devono essere impiegati al servizio dell’innovazione. In particolare, devono essere utilizzati per finanziare sistemi nazionali d’innovazione, strategie di specializzazione intelligente, progetti transnazionali e d’innovazione sociale.

Impostare partenariati per l’innovazione
L’Unione per l’innovazione preferisce un nuovo approccio basato sui partenariati di operatori regionali, nazionali ed europei implicati nell’intera catena delle attività di ricerca e sviluppo.
Questi partenariati riguardano le aree in cui l’intervento del governo è chiaramente giustificato e la cooperazione degli operatori è più efficace. La Commissione ritiene essenziali una serie di condizioni interdipendenti per la riuscita dei partenariati. Essi devono:
• concentrarsi su una problematica europea comune, con la definizione di obiettivi chiari e misurabili;
• mobilitare le parti interessate per un lungo periodo;
• essere più efficaci essendo condotti a livello europeo;
• essere basati sui risultati in funzione di obiettivi mirati;
• ricevere un sostegno finanziario sufficiente.

Aumentare l’effetto della cooperazione esterna
L’UE deve diventare un polo d’attrazione per gli universitari, i ricercatori e i cittadini di paesi terzi altamente qualificati. Inoltre, la politica europea delle relazioni esterne deve incoraggiare la cooperazione scientifica e le strategie internazionali di ricerca.

Non c’è dubbio che l’innovazione sia il vero motore di rinnovamento nell’economia. Infatti, senza le numerose innovazioni che quasi sempre derivano da ricerca e sviluppo (R&S), il progresso dell’economia sarebbe impensabile. Eppure solo poche imprese puntano convinte al rinnovamento, mentre molte preferiscono invece modelli commerciali più tradizionali, che rischiano di rallentare lo sviluppo in alcuni settori.

In Europa attualmente la quota media di Prodotto interno lordo (PIL) destinata agli investimenti in R&S ammonta al 2,04%, in Austria raggiunge il 2,77%, in Germania il 2,89% mentre in Italia è all’1,25% circa.
L’andamento dell’innovazione nei vari Stati membri viene monitorato, tanto è vero che anche quest’anno è stato pubblicato un rapporto, che alleghiamo all’articolo.

euregioLa situazione dell’Euregio

I presidenti delle Camere di Commercio di Trento, del Tirolo e dell’Alto Adige (i territori che compongono l’Euregio) hanno commentato i dati, riferiti al 2011, che riflettono una situazione variegata proprio nell’Euregio.
Il Trentino, con l’1,9% di PIL investito, tanto per cominciare si posiziona al di sopra della media nazionale. Giovanni Bort, Presidente della Camera di Commercio di Trento, osserva che “soprattutto in tempi difficili è importante per l’economia testare nuove strade e investire nello sviluppo, altrimenti si rischia di perdere competitività”.
Il Tirolo investe in R&S il 2,77% del PIL, confermandosi così nella media austriaca. Il Presidente della Camera dell’economia del Tirolo, Jürgen Bodenseer, commenta che “soprattutto per spazi economici ristretti, come appunto il Tirolo, è importante adeguarsi al progresso internazionale e continuare a rinnovarsi.”
Per quanto riguarda l’economia altoatesina, si rileva una situazione preoccupante: solamente lo 0,63% del PIL provinciale veniva investito in ricerca.

Tale percentuale non è aumentata nemmeno negli ultimi anni. “L’Alto Adige ha ancora molto da recuperare nel settore della ricerca e dello sviluppo, soprattutto se confrontiamo la situazione in provincia con quella dei nostri vicini più diretti, il Tirolo e il Trentino”, sottolinea Michl Ebner, Presidente della Camera di Commercio di Bolzano. (D.M.)
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pdf Scarica il Rapporto 2014 sui progressi nell’innovazione in Europa!

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