Imprenditoria femminile

“M’illumino d’impresa”, innovazione al femminile

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copertinaGioielli in 3D, bio-repellenti per scacciare i topi, formazione per librai d’infanzia, distributori automatici di latticini artigianali, servizi di ristorazione a domicilio. Le donne dimostrano di far fronte alla crisi in modo creativo e per questo meritano un riconoscimento

di Daniela Delli Noci

“M’illumino d’impresa”, il premio istituito dalla Camera di Commercio di Roma e dal suo Comitato per la promozione dell’imprenditorialità femminile, è arrivato quest’anno alla terza edizione ed è stato assegnato a cinque donne, le cui idee innovatrici sono risultate le migliori tra le tante selezionate.

La cerimonia è avvenuta al Tempio di Adriano il 18 novembre, con rappresentanze istituzionali.
“La capacità di innovazione è un bene prezioso” ha detto il presidente dell’ente camerale romano, Giancarlo Cremonesi “e come tale va coltivato. A Roma e provincia le imprese femminili sono oltre 93.700; sembrerebbe un numero grande, ma rappresenta solo il 20% delle imprese che esistono sul territorio. L’obiettivo è di arrivare al 50%, ma il percorso è complicato, soprattutto perché non c’è il supporto della legislazione. Occorrono le leggi non tanto per dare più spazio alle donne, quanto per superare il gap attraverso un importante impegno culturale. Le leggi” ha concluso Cremonesi “devono mettere le donne in condizione di essere aiutate in ciò che non permette loro di competere con gli uomini”.

premioLe difficoltà non risparmiano le imprese femminili, eppure continuano a crescere le aziende nelle quali prevalgono le donne, con il settore del commercio a guidare la classifica (30,4% delle imprese ‘rosa’), seguito da alloggio e ristorazione (9.2%), servizi di supporto alle imprese (6%) e costruzioni (5,5% del totale), secondo i dati emessi dall’Osservatorio dell’Imprenditoria femminile della Camera di Commercio di Roma.
“Nonostante la crisi economica prolungata e ancora lontana da una soluzione” ha sottolineato la presidente del Comitato romano per l’imprenditoria femminile, Alberta Parissi, “a Roma e provincia le imprese femminili sono aumentate dell’1,3% negli ultimi sei mesi. In questo contesto, è ancora più ammirevole il coraggio delle donne ed è a loro che si rivolge il Comitato. In conseguenza della recente riforma delle Camere di Commercio e del taglio del diritto annuale, però, le nostre attività potrebbero essere messe a rischio”.

Il premio consiste in un contributo fino a 5 mila euro per la realizzazione di ciascun progetto imprenditoriale risultato vincitore. Spesso l’idea innovativa è a portata di mano, ma pochi la sanno cogliere.

Scappatopo è una soluzione innovativa pensata per liberarsi dei topi in modo incruento, attraverso un bio-repellente organico a base di elementi di origine naturale, non dannoso per bambini, per animali domestici e per gli stessi topi. L’imprenditrice premiata è Carla Delfino. Il repellente tiene lontani i roditori, spaventandoli attraverso odori che segnalano una situazione di pericolo. Uccidere i topi, infatti, è del tutto inutile: gli intelligenti animali usano varie strategie, si servono, ad esempio, di un topo anziano come “assaggiatore” di cibi avvelenati, sacrificandolo per il bene della comunità, oppure cercano di rendersi immuni al veleno ingerendone poco al giorno, o ancora, si riproducono in modo consistente per rimpiazzare il topo morto.

Easy Milk & Cheese è invece un distributore automatico, h24, che eroga latticini al posto delle merendine industriali: latte, yogurt, formaggi, ricotte, mascarpone e stracchino, per la gioia dei clienti, che – per i loro veloci spuntini – possono servirsi di prodotti artigianali privi di componenti chimici. Produttrice è l’azienda agricola di Grazia Amici, che può vendere i prodotti a prezzi contenuti grazie alla vendita diretta.

I gioielli di Maria Diana, realizzati mediante tecnologie di stampa in 3D, sono stati esposti in musei e store internazionali quali il Victoria and Albert Museum di Londra, La Pedrera di Barcellona, il Mitsukoshi di Tokyo. Consistono nell’elaborazione e commistione di tecniche e tecnologie: materiali plastici biodegradabili arricchiti con metalli preziosi, realizzati con l’impiego di una stampante 3D, che permette di risparmiare sui materiali sfruttati per la creazione dei prototipi, rendendo maggiormente sostenibile, anche da un punto di vista ambientale, tutta la produzione.

Quanto a Loveat, il servizio di ristorazione a domicilio, deriva dall’ingegnosità di due donne, Eleonora Ferrari e Flavia Antonino. In alternativa alla pizza, le due giovani imprenditrici, classe 1984, propongono pranzi e cene a domicilio con i piatti dei ristoranti preferiti. Basta collegarsi al loro sito, loveat.it, scegliere il ristorante, decidere cosa mangiare, fare l’ordine e apparecchiare la tavola. Il locale riceve l’ordine in tempo reale, Loveat prende in consegna le pietanze ordinate e riceve come compenso la percentuale riconosciuta dal ristorante su ogni ordine effettuato tramite il sito.

L’idea della cooperativa Centostorie, di cui fa parte Antonella De Simone insieme ad altre tre giovani donne, è quella di fornire una serie di servizi creando un incubatore d’impresa per aprire una libreria per bambini, dopo aver frequentato il corso di formazione che Centostorie organizza da oltre quattro anni. L’incubatore sarà virtuale e lavorerà on line, al fine di consentire di gestire al meglio le esigenze lavorative e familiari. I servizi saranno molteplici: redazione di business plan, comunicazione e marketing, consulenza e costruzione di un catalogo libri per la prima fornitura.

L’Assessore regionale al Lavoro, Lucia Valente, ha invitato le aspiranti imprenditrici a rivolgersi alla Regione Lazio: “Siamo pronti a sostenere le idee innovative, anche con i fondi della programmazione 2014-2020. Le donne hanno sempre trovato il modo di conciliare vita e lavoro. L’autoimpiego si basa sull’autosfruttamento, ma è anche vero che autoimpiego e autoimprenditorialità lasciano spazi alle donne, che diventano sempre più protagoniste del proprio tempo; questo indica che un salto culturale è già stato fatto”. È necessario portare esempi positivi di ciò che si può fare, ha sottolineato l’Assessore Valente, e non si deve avere paura del fallimento di un’intrapresa, perché ci si può rialzare.

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