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Gli investimenti europei per rilanciare la crescita e l’occupazione

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commissione-europeaIl 26 novembre la Commissione Europea, riunitasi a Strasburgo, ha annunciato un piano di investimenti da 315 miliardi di euro per rilanciare la crescita in tutta Europa e ridare lavoro al maggior numero possibile di persone

Le misure proposte, che si articolano in 3 filoni principali, possono aggiungere al PIL dell’Unione, nell’arco dei prossimi 3 anni, tra i 330 e i 440 miliardi di euro. Le 3 sezioni del piano sono le seguenti:

  • la creazione di un nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), garantito con fondi pubblici, per mobilitare non meno di 315 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi nel corso dei prossimi tre anni (2015-2017);
  • la creazione di una riserva di progetti credibile accompagnata da un programma di assistenza per incanalare gli investimenti dove sono maggiormente necessari;
  • un’ambiziosa tabella di marcia per rendere l’Europa più attraente per gli investimenti ed eliminare le strettoie regolamentari.

Il Presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, ha spiegato che la ricetta per uscire dall’attuale situazione e far ripartire l’economia è semplice: “investendo di più l’Europa potrà accrescere la sua prosperità e creare maggiori posti di lavoro. Il piano di investimenti che presentiamo oggi, in stretta collaborazione con la Banca europea per gli investimenti, rappresenta un modo nuovo e ambizioso di stimolare gli investimenti senza creare nuovo debito. È ora di investire nel futuro, in settori strategici chiave per l’Europa, quali l’energia, i trasporti, la banda larga, l’istruzione, la ricerca e l’innovazione. Conto sulla partecipazione e sull’impegno del Parlamento europeo e degli Stati membri in modo che il nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici possa essere istituito e diventare operativo al più presto. L’Europa ha bisogno di un nuovo slancio e oggi le forniamo gli strumenti”.

Vediamo nel dettaglio i tre progetti, così come sono stati divulgati nella nota della stessa Commissione:

  1. Mobilitare ulteriori finanziamenti degli investimenti

Il piano di investimenti consentirà di sbloccare investimenti pubblici e privati nell’economia reale per almeno 315 miliardi di euro nell’arco dei prossimi tre anni (2015-2017). In un momento in cui le risorse pubbliche sono scarse, mentre presso gli istituti finanziari e nei conti bancari dei privati e delle imprese esiste della liquidità finanziaria pronta per essere utilizzata, la sfida consiste nello spezzare il circolo vizioso tra mancanza di fiducia e carenza di investimenti. Il piano di investimenti prevede una mobilitazione intelligente di fonti di finanziamento pubbliche e private in cui ogni euro di denaro pubblico viene utilizzato per generare investimenti privati aggiuntivi, senza creare nuovo debito.
Il nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) verrà istituito in collaborazione con la Banca europea per gli investimenti (BEI). Si avvarrà di una garanzia di 16 miliardi di euro provenienti dal bilancio dell’UE in combinazione con 5 miliardi di euro impegnati dalla BEI. Secondo stime prudenti effettuate sulla base dall’esperienza storica, l’effetto moltiplicatore del fondo sarà di 1:15. In altri termini, ogni euro pubblico mobilitato mediante il fondo genererà 15 euro di investimenti privati che altrimenti non sarebbero stati effettuati.
Il fondo concentrerà gli investimenti nelle infrastrutture, in particolare nella banda larga e nelle reti energetiche, nonché nelle infrastrutture dei trasporti negli agglomerati industriali; nell’istruzione, nella ricerca e nell’innovazione, nelle energie rinnovabili, nelle PMI e nelle imprese a media capitalizzazione.

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Dato che verrà costituito in seno alla struttura esistente del gruppo BEI, il fondo potrà essere istituito rapidamente nella primavera 2015. Esso è potenzialmente in grado di mobilitare oltre 315 miliardi di euro di finanziamenti aggiuntivi nel periodo 2015-2017. L’obiettivo è che il fondo sia operativo entro la metà del 2015.

Inoltre, questo investimento verrà integrato massimizzando l’effetto dei fondi strutturali e d’investimento europei 2014-2020 mediante prestiti, capitale proprio e garanzie anziché attraverso le tradizionali sovvenzioni. Ciò aumenterà il coefficiente di leva finanziaria in misura variabile tra 1:3 e 1:4. Raddoppiando la quantità di strumenti finanziari innovativi e utilizzando l’effetto leva così creato, potrebbero venire immessi nell’economia reale dai 20 ai 35 miliardi di euro in termini di investimenti aggiuntivi tra il 2015 e il 2017.

2. Una riserva di progetti credibile associata ad assistenza tecnica per convogliare il denaro dove è necessario

Il piano di investimenti consentirà ai finanziamenti di raggiungere l’economia reale attraverso la creazione di una riserva trasparente che individui i progetti validi a livello dell’UE e fornendo l’assistenza tecnica necessaria a sostenere la selezione e la strutturazione dei progetti e ricorrendo a strumenti finanziari più innovativi.
Il nuovo fondo sosterrà gli investimenti strategici nelle infrastrutture, in particolare nella banda larga e nelle reti energetiche, nei trasporti negli agglomerati industriali, nonché nell’istruzione, nella R&S, nelle energie rinnovabili e nell’efficienza energetica.
Sosterrà inoltre anche il finanziamento del rischio per le PMI e le imprese a media capitalizzazione in tutta Europa. Le aiuterà a superare le carenze di capitali fornendo volumi maggiori di investimenti diretti in capitale proprio e garanzie aggiuntive per i prestiti alle PMI.
Gli Stati membri stanno già fornendo alla task force congiunta Commissione-BEI istituita nel settembre 2014 elenchi di progetti selezionati sulla base di tre criteri fondamentali:

  • valore aggiunto europeo (progetti a sostegno degli obiettivi dell’UE);
  • redditività e valore economici, dando priorità ai progetti a elevato rendimento socioeconomico;
  • progetti che possano essere avviati al più tardi entro i prossimi tre anni, ossia entro un orizzonte temporale ragionevole per la spesa in conto capitale nel periodo 2015 2017.

Inoltre, i progetti inseriti negli elenchi dovrebbero essere in grado di mobilitare altre fonti di finanziamento. Dovrebbero anche essere di dimensioni e scalabilità ragionevoli (distinguendo per settore/sottosettore).
La Commissione e la BEI avvieranno anche un importante programma di assistenza tecnica per individuare i progetti e contribuire a renderli più attraenti per gli investitori privati.

3. Una tabella di marcia per eliminare gli ostacoli all’investimento
Il piano di investimenti comprenderà una tabella di marcia per eliminare le regolamentazioni settoriali che ostacolano gli investimenti.
Per migliorare il contesto imprenditoriale e le condizioni di finanziamento, il piano si incentrerà sulle misure nel settore finanziario, ad esempio, la creazione di un’unione dei mercati dei capitali per accrescere l’offerta di capitali per le PMI e per i progetti a lungo termine.
La priorità sarà data all’eliminazione dei significativi ostacoli normativi e di altra natura tuttora presenti in tutti i principali settori delle infrastrutture, dall’energia alle telecomunicazioni, ai trasporti e al digitale, nonché degli ostacoli nei mercati dei servizi e dei prodotti. A dicembre, nel suo programma di lavoro per il 2015 La Commissione proporrà un elenco prioritario di iniziative specificamente legate al piano di investimenti.

Jyrki Katainen, Vicepresidente e Commissario per l’Occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività ha dichiarato al riguardo: “l’Europa ha bisogno di investimenti freschi e a questo scopo dobbiamo mobilitare risorse private aggiuntive. Il nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici fungerà da moltiplicatore. Ogni euro pubblico mobilitato nel fondo genererà circa 15 euro di investimenti che altrimenti non sarebbero stati effettuati. Il fondo inizierà con una notevole potenza di fuoco e sarà in grado di estendere ulteriormente le sue attività con il crescere delle parti interessate che vi aderiranno. La Commissione invita gli Stati membri e le banche di promozione nazionali ad aderire per moltiplicare l’impatto del fondo e produrre effetti positivi ancora più significativi per l’economia europea”.

Il presidente della Banca europea per gli investimenti Werner Hoyer ha aggiunto: “in Europa abbiamo ampia liquidità ma non abbastanza investimenti. Ci troviamo di fronte a una crisi di fiducia: la sfida consiste quindi nel ricollegare gli investimenti privati a progetti attraenti. Per realizzare questo obiettivo dobbiamo rischiare di più in modo da incoraggiare i promotori di progetti a lanciare i propri investimenti. Il nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici fornirà una capacità di rischio mirata per catalizzare investimenti economicamente sostenibili, sulla base della competenza e esperienza della BEI nel selezionare e gestire i progetti. A questo si aggiungeranno altre iniziative come la rimozione di ostacoli normativi e la creazione di un servizio di consulenza sugli investimenti per stimolare l’elaborazione e la preparazione di progetti in tutta Europa”.

Il Parlamento europeo e il Consiglio europeo di dicembre sono invitati ad approvare il piano di investimenti per l’Europa che comprende un impegno alla rapida adozione delle pertinenti misure legislative.
Gli Stati membri concluderanno a breve la programmazione dei fondi strutturali e di investimento europei al fine di massimizzarne la leva finanziaria, mentre il Fondo europeo per gli investimenti verrà potenziato grazie a un primo contributo aggiuntivo da parte della BEI. In parallelo, la Commissione e la BEI avvieranno gli accordi formali per il nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici.
La task force congiunta Commissione-BEI dovrebbe fornire un primo elenco di possibili progetti di investimento nel corso del mese di dicembre, onde avviare la creazione di una riserva europea trasparente di progetti. L’assistenza tecnica sarà rafforzata, di concerto con la BEI e i principali attori nazionali e regionali al fine di realizzare un “polo di consulenza sugli investimenti” che funga da sportello unico per i promotori di progetti, gli investitori e le autorità pubbliche di gestione.
Tutte le misure pertinenti devono essere adottate in modo tale che il nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici possa essere istituito entro la metà del 2015. Entro la metà del 2016 la Commissione europea e i capi di Stato e di governo faranno il punto sui progressi compiuti e, se necessario, valuteranno ulteriori opzioni. (D.M.)

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