Normative

Aumentano le denunce di discriminazione

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“Il lavoro che include” è il titolo della conferenza in cui sono stati presentati gli ultimi dati di Unar 

di Cristina Mazzani, giornalista

L’attenzione alle persone più deboli, portatori di disabilità, a coloro che sono in maggiore difficoltà per molteplici ragioni, fa bene alla società, alla nostra Italia. Lo ha affermato con convinzione Alessandro Radice della Fondazione Sodalitas, intervenuto alla conferenza stampa che si è tenuta a Milano per la presentazione dei dati 2014 dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali sulla discriminazione in Italia dal provocatorio titolo: “Il lavoro che include”. Accade infatti che una segnalazione di discriminazione su 5 riguarda il mondo del lavoro.

La Conferenza è stata organizzata nell’ambito di Diversitalavoro, il Career Forum delle Pari Opportunità che da 2007 facilita l’accesso al mercato del lavoro a persone appartenenti a categorie protette, di origini straniera e transgender, coinvolgendo imprese e istituzioni.

In generale, le denunce per discriminazione nell’ultimo anno sono aumentate del 17%, ma questo dato va interpretato come un dato positivo, che indica un aumento alla propensione alla segnalazione del problema.
Il triste primato relativo agli ambienti dove vengono segnalati casi di discriminazione è saldamente mantenuto dai mass media (24,9% delle denunce).
“Stiamo ponendo sempre maggiore attenzione ai social media” ha commentato Marco Buemi di Unar – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali “prendendo anche accordi con i provider per supportarci nel monitorare le situazioni su Internet”.

Al secondo posto si colloca l’ambiente lavorativo da cui sono arrivate il 18,8% delle denunce (per un totale di 252 casi), una percentuale leggermente in salita rispetto al 16% del 2013, quando però si era vista una drastica diminuzione, in quanto nel 2012 tale tipo di denunce erano state il 37,7%.
“Credo che al netto dei problemi legati alla crisi occupazionale” ha commentato Buemi “stiamo iniziando a raccogliere i frutti delle numerose attività svolte per sollevare il problema. Nel 2013 si è posta attenzione anche alle discriminazioni relative alla PA, per esempio, negli stessi bandi pubblici dove si faceva riferimento ai cittadini italiani, dato che questo è vietato dal regolamento europeo”.

Il primo fattore di discriminazione è quello razziale (74% sul totale), ma vanno aumentando le segnalazioni relative all’orientamento sessuale, anche se restano un numero esiguo in quanto quest’ultimo è un argomento ancora poco trattato.
Concentrandosi in modo particolare su quanto accade nel mondo del lavoro, ci si accorge che l’80% dei casi di denuncia fa riferimento a problematiche relativo alla razza e all’età (e sono gli ultracinquantenni ad avere maggiori problemi).

Il principale momento in cui si verificano atti discriminatori sul lavoro è, come già accade da diversi anni, il momento dell’accesso all’occupazione (79,7% quando nel 2013 erano 71,9%); seguito con il 7,6% dei casi dalle condizioni di lavoro, dalle relazioni con i colleghi (5,9%) e dalle condizioni di licenziamento (3,4%).

Osservando i dati di quest’anno, rispetto a quelli di un anno fa, risultano più frequenti gli episodi di discriminazione riconducibili alla razza e all’etnia (53,6% rispetto al 37,7%) più che all’età.
Gli episodi continuano a essere segnalati principalmente dalle vittime anche se meno rispetto all’anno scorso (37,3% rispetto al 55,8%); mentre rispetto al 2013 sono aumentate le segnalazioni da parte delle Associazioni (27,4% contro il 18,4%) e dai testimoni (26,6% contro il 21,2%).
Tra i dati emerge che le vittime sono più frequentemente persone di sesso maschile (54,3%) mentre, tra i testimoni, sono le donne a segnalare maggiormente i problemi (50,7%).
Per quel che riguarda la condizione professionale, si nota che tra le vittime prevalgono gli impiegati (51,9%) e gli operai (32,7%).
Infine, facendo un’analisi per cittadinanza delle vittime, si osserva che il 79% di questo campione è nato all’estero, soprattutto in Marocco e Romania.

In occasione della conferenza stampa è stato assegnato il Diversity&Inclusion Award alle 4 imprese che hanno inserito nella propria azienda persone incontrate durante i Career Forum Diversitalavoro: American Express, Banca Popolare di Milano, Edison e Intesa Sanpaolo.
“La sfida per i prossimi mesi” ha affermato Radice “è quella di coinvolgere le PMI per avvicinarle alle tematiche sociali, perché l’azienda, oltre a essere un attore economico, è un attore sociale”.

I prossimi appuntamenti

Nel 2014 si sono tenuti 4 Career Forum Diversitalavoro (a Napoli, Milano, Roma e Catania) cui hanno partecipato 41 aziende; mentre a inizio 2015 per la prima volta si è toccata la città di Padova.
Nei prossimi mesi è prevista la tappa di Milano (3-4 giugno), a cui faranno seguito Roma (26 novembre) e, per la prima volta, Diversitalavoro approccerà Varese. Qui verrà proposto un percorso di avvicinamento che partirà ufficialmente il 21 maggio con l’evento “Diversità e inclusione nel mondo del lavoro”.
Per quanto riguarda gli incontro formativi sui temi di diversity e pari opportunità, il primo appuntamento è quello fissato a Milano per il 28 aprile che si intitolerà “Come relazionarsi con un collega con disabilità”.

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