Start-up

La start-up come nuovo sogno imprenditoriale

innovazione

La conferenza di PonteVia! 

di Serena Selvarolo

L’associazione italo-francese e la Job Chambre hanno organizzato recentemente, presso l’Institut français Centre Saint-Louis, una tavola rotonda sul nuovo modello imprenditoriale delle start-up, ormai al centro del concetto innovatore del fare impresa, che sta prendendo sempre più piede nel nostro Paese avvicinandosi ad una realtà già consolidata come è invece in Francia e negli altri Paesi europei.

Prima dell’apertura dei lavori hanno porto i loro saluti Olivier Jacquot, Direttore dell’Istituto Francese Centre Saint-Louis e Marcel Patrignani, chairman e Ceo della Fondazione Altran Italia, gruppo internazionale di consulenza su innovazione, ingegneria e high-tech. Si sono susseguiti dopodiché gli interventi di:

  • Andrea Miccio, Coordinatore Agevolazione – Dipartimento Incentivi e Innovazione, Invitalia;
  • Chantal Pallin Zanardi Segretario generale, Chambre Française de Commerce et d’Industrie en Italie;
  • Enrico Pandian CEO, Supermercato24.

Il rappresentante di Invitalia ha incentrato il suo intervento sulla nuova edizione del progetto Smart & Start Italia, nato sulla base del decreto ministeriale del 24 settembre 2014 del Ministero dello Sviluppo Economico, che riordina il regime di aiuto per le start-up innovative estendendo le agevolazioni a tutto il territorio nazionale. L’iniziativa intende favorire la diffusione di nuova imprenditorialità legata all’economia digitale, per sostenere le politiche di trasferimento tecnologico e di valorizzazione dei risultati del sistema della ricerca e per stimolare il rientro dei “cervelli” dall’estero. Il bando, come già pubblicato su Donna in Affari, si è aperto il 16 febbraio e la piattaforma online attraverso la quale inviare i business plan è smartstart.invitalia.it.

Il fondo mette a disposizione circa 200 milioni di euro e la grande novità di quest’anno è che tale agevolazione non è dedicata solo alle start-up innovative già costituite, bensì anche a quelle che ancora devono farlo ovvero a tutte le persone fisiche che intendono costituirla compresi i residenti all’estero o di nazionalità straniera. Un’altra novità di questa edizione riguarda la tipologia delle spese che si possono finanziarie con Smart&Start nei primi due anni: non solo quelle riguardanti gli investimenti (impianti tecnologici, componenti hardware e software, brevetti, licenze, know how, conoscenze tecniche non brevettate, soluzioni architetturali informatiche, consulenze tecnologiche) ma anche i costi per la gestione, ovvero del personale dipendente e collaboratori, licenze e diritti per titoli di proprietà industriale, servizi di accelerazione, canoni di leasing, interessi sui finanziamenti esterni, quote di ammortamento di impianti macchinari e attrezzature tecnologiche. In particolare, il finanziamento copre fino al 70% delle spese ammissibili (max € 1.050.000) oppure fino all’80% delle spese ammissibili (max € 1.200.000) se la start-up ha una compagine interamente costituita da giovani o donne o se tra i soci è presente un dottore di ricerca impegnato stabilmente all’estero da almeno 3 anni.

Miccio ha posto poi l’accento sull’aspetto definito la “nota dolente” di Smart&Start, cioè il rimborso del finanziamento. Si è cercato tuttavia di rendere le condizioni il più possibile agevoli: infatti il finanziamento è a tasso zero, ha una durata massima di 8 anni, va restituito dopo 12 mesi a partire dall’ultima quota di erogazione ricevuta e non è assistito da forme di garanzia. Inoltre, al fine di incrementare la competitività del Sistema Paese, tutte quelle start-up localizzate in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia e nei territori del Cratere Sismico Aquilano dovranno restituire solo l’80% del mutuo ricevuto godendo di fatto di un 20% a fondo perduto.
Chiudendo, il rappresentante di Invitalia ha esposto i numeri della precedente edizione dell’iniziativa dedicata però esclusivamente alle regioni del Mezzogiorno. Su 1252 domande presentate, sono stati ammessi 442 progetti per un ammontare complessivo di 75,4 milioni di euro di agevolazioni concesse.

Chantal Pallin Zanardi, della Camera di commercio e dell’industria francese in Italia, ha presentato l’ecosistema francese in termini di start-up, dove gli investimenti pubblici e delle collettività territoriali hanno permesso di creare il sistema di sostegno creando inizialmente degli incubatori e acceleratori e poi dei vivai, le così dette “pépinière”, già dagli anni ’90. Accanto a queste realtà, si aggiungono oggi anche molti Fablab, dove vengono messi a disposizione gli strumenti e i macchinari per realizzare il prototipo. Ma non solo assistenza logistica: c’è anche una rete operativa di competenze con l’istituzione della figura del mentore messa a disposizione da associazioni private o dalla rete camerale francese. Il piano dei finanziamenti statali è stato inoltre riorganizzato grazie anche alla partecipazione della Bpifrance, filiale della Cassa di risparmio di Stato francese, dedicata agli investimenti pubblici, che investirà circa 7 miliardi di euro entro il 2017 nelle imprese francesi, e che già ha gestito l’operazione French Tech Accélération, partecipando al progetto Axeleo, acceleratore di start-up.

Oltre ai sostegni pubblici, la Zanardi ha citato un importante progetto privato sostenuto proprio per le start-up ovvero Réseau Entreprendre, sviluppato in tutte le regioni francesi e dal 2013 sbarcato in Italia e presente già in Piemonte e in via di lancio in Lombardia. L’associazione ha lo scopo di supportare i creatori di nuova impresa così che dal loro successo possano nascere nuovi posti di lavoro e ricchezza per la regione nella quale è presente. È un vero e proprio accompagnamento da parte di imprenditori esperti che mettono a disposizione, gratuitamente, il loro tempo per studiare i progetti di creazione d’impresa, partecipare ai comitati di convalida e animare l’associazione.

Il Case-History

L’ultimo intervento è stato quello di Enrico Pandian, Ceo di Supermercato24, start-up veronese lanciata sul mercato nel settembre del 2014 e che mette in rete clienti e supermercati attraverso un network di fattorini. La spesa in un’ora o all’orario desiderato, fin sulla porta di casa e ordinando online sulla base della lista di prodotti disponibili nella zona coperta dal servizio.
Il servizio ha un costo iniziale di 3,5 euro e può variare in base al peso e alla complessità dell’ordine e può essere organizzato anche sotto forma di abbonamento.
Altra fonte di entrata per Supermercato24 sono i supermercati stessi, che versano un 1,5% del proprio guadagno alla start-up. Il prezzo dei generi alimentari sul sito è ovviamente indicativo, registrato in base alle ultime indicazioni del supermercato: in caso di sconto il fattorino incaricato compra (e vende poi all’utente) a un prezzo più basso; in caso che il prezzo sia maggiorato invece chiede l’autorizzazione al cliente. Proprio i fattorini – 250 e tutti esternalizzati, pagati a consegna – sono il punto chiave del business model. Supermercato24 è oggi in 58 città italiane e da settembre sarà presente anche in 10 città francesi.

A chiusura della conferenza un cocktail con degustazione di olii di oliva biologici di diversa intensità proposti da Olenauta, start-up creata da Simona Cognoli, e con i vini de La Corsa Wine, rappresentati da Andrea Annessi Mecci.

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