Diritti

Lombardia: lotta all’esclusione sociale, tra i principali obiettivi del Fse

Fondo-europeo di sviluppo

Alla presentazione dei Por (Programmi operativi regionali) Fse (Fondo Sociale Europeo) e Fesr (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) Roberto Maroni annuncia l’impegno sulla sperimentazione del reddito di cittadinanza

di Cristina Mazzani, giornalista

La finalità strategica dei fondi europei è quella di sostenere un modello di crescita che scommette su ricerca e innovazione, la Lombardia ha una vocazione specifica in questo senso, contando 13 Università, 6 parchi tecnologici, ospitando sedi e laboratori di tante aziende internazionali e così via.

Così Roberto Maroni, presidente di Regione Lombardia, ha aperto l’evento di presentazione dei Por (Programmi operativi regionali) Fse (Fondo Sociale Europeo) e Fesr (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) 2014-2020 di Regione Lombardia.

“Tra i principali temi” ha continuato Maroni “su cui si focalizza il Fondo sociale europeo vi è quello della riduzione della povertà, del disagio abitativo, più in generale, dell’esclusione sociale. Noi, in Lombardia, proprio utilizzando il Fondo e integrandolo con nostre risorse, faremo partire la sperimentazione del ‘reddito di cittadinanza’ per far sì che tutti i cittadini si sentano tali. Vogliamo passare dalle parole ai fatti con misure di inclusione sociale; tenendo sempre presenti le specificità dei territori, basti infatti pensare che in Lombardia abbiamo una metropoli come Milano ma, allo stesso tempo, il 47% dell’area lombarda è montagna, quindi le esigenze sono diverse”.

Entrando nello specifico dell’argomento della giornata, si è sottolineato che nel periodo 2014-2020 l’Italia riceverà complessivamente 32,2 miliardi di euro: 22,2 miliardi di euro sono destinati alle regioni meno sviluppate (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia); 1,3 alle regioni in transizione (Sardegna, Abruzzo e Molise); 7,6 alle regioni più sviluppate (Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Provincia di Bolzano, Provincia di Trento, Friuli Venezia-Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria e Lazio); 1,1 sono indirizzati alla Cooperazione territoriale europea; 567,5 milioni di euro sono destinati all’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile.

Il Fse coprirà almeno 10,5 miliardi di euro di questi importi per tenere conto delle specifiche sfide che il Paese deve affrontare.

“Sono davvero contento” ha affermato Normunds Popens, vice direttore generale della D.G. Politica regionale e urbana Commissione Europea “del fatto che i Fondi rappresentino una priorità per la Lombardia e sono onorato di essere stato invitato in questa occasione, in quanto ritengo che si debba lavorare insieme per poter promuovere e applicare strategie per il lavoro, per l’innovazione … Da parte della Commissione Europea è stato previsto che ben il 36% delle risorse debbano essere destinate a Ricerca, Innovazione e Sviluppo di network intelligenti, la Lombardia ha saputo recepire questo impegno con un approccio corretto, ugualmente noto con piacere che ci si sta impegnando in modo particolare sullo sviluppo delle Pmi, spina dorsale di tanti Paesi europei e, in particolar modo, dell’Italia.

Infine, un’ulteriore questione difficile che la Regione sta affrontando con impegno è quella dell’accesso al credito e penso sia molto importante in questo momento. Chiedo infine alla Regione di partecipare di partecipare e condividere le proprie eccellenze all’impegno dell’intero Continente sul fronte dello Sviluppo urbano sostenibile. Dal canto nostro, in generale, siamo disponibili per l’attività di monitoraggio, mettendo a disposizione le nostre competenze”.

“La Regione Lombardia” ha specificato Massimo Garavaglia, assessore all’Economia, Crescita e Semplificazione, Regione Lombardia “avrà a disposizione un quantitativo di risorse importanti, si parla di circa 2 miliardi, che è nostro compito spendere bene, in modo efficiente. Nello specifico, si può usufruire di circa 970 milioni per il Fondo di sviluppo e altrettanti per il Fondo sociale (in entrambi i casi le cifre sono aumentate rispetto a quelle previste per il settennato 2007-2013), oltre ai fondi per la Garanzia giovani. Accanto a queste risorse strutturali, Regione Lombardia è convinta che sia necessario promuovere e attivare l’accesso a fondi diretti europei”.

Maria Pia Redaelli, direttore di Funzione Specialistica AdG Fse e Fesr 2014-2020, Programmazione Europea e Politiche di Coesione, D.C. Programmazione integrata, Regione Lombardia, è entrata più nel dettaglio degli obiettivi tematici dei Programmi operativi che, collocandosi nel quadro di una indicazione di massima di crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, prevede una serie di impegni.

Nello specifico, il Por Fse ha i seguenti ambiti e direttive strategiche:

–      occupazione,

–      inclusione sociale,

–      istruzione e formazione

–      capacità amministrativa.

Sul primo fronte, la Regione ha allocato 358 milioni di euro per aumentare l’occupazione dei giovani e femminile, contrastare gli effetti negativi della crisi per esempio favorendo l’inserimento lavorativo dei disoccupati a lunga durata così come la ricollocazione dei lavoratori coinvolti in situazioni di crisi, oltre che per rispondere ai bisogni territoriali in termini di rilevanza sociale ed economica.

Per quanto riguarda l’inclusione sociale (lotta alla povertà, riduzione della marginalità estrema, promozione di servizi alla persona di qualità, interventi innovativi di inclusione attiva nei confronti delle persone disabili o svantaggiate) sono destinati oltre 227 milioni di euro.

L’impegno su Istruzione e formazione è sostenuto da 332,5 milioni di euro con azioni mirate alla riduzione del fallimento formativo precoce e della dispersione scolastica e formativa, all’accrescimento delle competenze della forza lavoro e agevolazione della mobilità, dell’inserimento o del re inserimento lavorativo, oltre alla qualificazione dell’offerta di istruzione e formazione tecnica e professionale.

Riguardo alla capacità amministrativa (per cui sono stati stanziati 20 milioni di euro) i fini sono il miglioramento della performance della PA nel suo complesso e dell’intera filiera di attori coinvolti nella buona riuscita delle politiche pubbliche, il tutto attraverso un aumento della trasparenza e interoperabilità e al miglioramento dell’efficienza e della qualità delle prestazioni del sistema giudiziario.

Sono invece le seguenti le direttive relative al Fesr: Ricerca e Innovazione per cui sono stanziati quasi 350 milioni di euro (al fine di incrementare l’attività di innovazione delle imprese, la collaborazione tra queste ultime e le strutture di ricerca oltre alla promozione delle nostre aziende su nuovi mercati). Per quanto riguarda l’Ict sono stati assegnati 20 milioni di euro; per la competitività dei sistemi produttivi (ivi inclusi il rilancio degli investimenti e il miglioramento dell’accesso al credito) quasi 300 milioni.

L’economia a bassa emissione di carbonio viene sostenuta (in particolar modo dal punto di vista dei consumi energetici negli edifici e nelle strutture pubbliche e da quello della mobilità sostenibile) con circa 195 milioni; 60 milioni sono previsti per lo sviluppo urbano sostenibile e, infine, 19 milioni per lo sviluppo turistico delle aree interne.

“Credo che sia stato portato a termine un buon lavoro” ha confermato Maria Ludovica Agrò, direttore generale Agenzia per la Coesione Territoriale “in quanto la Regione ha ben declinato il paradigma di coesione che caratterizza l’impegno della Commissione Europea.

Vorrei sottolineare che, a differenza di quanto avveniva nel precedente programma, in questo settennato si darà particolare importanza ad attuazione e obiettivi. La nostra Agenzia ha proprio il compito di verificare la qualità e l’efficienza della spesa, tra le nostre responsabilità vi è inoltre il sostegno alla progettualità, con un occhio di riguardo alla complementarietà delle azioni e all’integrazione delle varie iniziative”.

“Sono convinto” ha dichiarato Salvatore Pirrone, direttore generale della D.G. per le politiche attive, i servizi per il lavoro e la formazione del Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali “che sia particolarmente importante la cooperazione tra pubblica amministrazione centrale e locale, tra Regioni e Stato, per evitare sovrapposizioni, è necessario al contrario concentrarsi su strategie comuni a medio termine. È la stessa Europa a promuovere questo tipo di attività di concentrazione”.

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