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La ripresa economica parte dalla Toscana

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Cauta ripresa a parole. Uno virgola due, in numeri. Secondo il rapporto Irpet e Unioncamere che analizza la situazione economica della Toscana, il Pil, dopo la crescita zero de 2014, tornerà ad aumentare nel 2015 con più decisione rispetto al resto d’Italia: a livello italiano si parla di un più 0,8% e di 1% nel 2016

di Lisa Baracchi, giornalista

Il fattore della ripresa resta l’export manifatturiero, già in crescita del 4,4% nel 2014, secondo le previsioni continua la sua ascesa anche nell’anno in corso, malgrado tutte le incertezza, dal caso della Grecia, alle difficoltà dei Paesi arabi e della Russia.

Il risultato atteso non è ancora tale “da far ritenere conclusa questa lunga fase critica”, commenta Unioncamere. Un contributo positivo viene anche dalla domanda interna perché cresce il potere d’acquisto delle famiglie (i consumi delle famiglie sono al +1,1% secondo i ricercatori) e questo non accadeva da tempo. Aumenta (del +1,2%) il turismo, soprattutto italiano, mentre le presenze degli stranieri sono stabili sui 23,4 milioni di giornate, un massimo storico.

Sul fronte dell’occupazione, nel primo trimestre 2015, complici anche Jobs Act e decontribuzione per le assunzioni, aumentano gli occupati (+7.000) e diminuiscono i disoccupati (-10.000), con i contratti a tempo indeterminato in netta crescita (da 1.150 a 7.191, a fronte dei quasi 24.000 a tempo determinato). Ma il mercato del lavoro sconta ancora i maggiori problemi, come spiega anche il direttore dell’Irpet Stefano Casini Benvenuti: “la disoccupazione che è più che raddoppiata negli ultimi anni, passando dagli 80.000 disoccupati del 2008 agli attuali 170.000”.

Commenta il Presidente della Regione Toscana: “La Toscana ha dimostrato capacità di reagire alla crisi con eticità, solidarietà e coesione sociale. Noi ringraziamo chi ha tirato la cinghia per superare la crisi, imprenditori illuminati e lavoratori. La Toscana può davvero proporsi come modello manifatturiero e industriale ma anche di nuove relazioni sindacali, con un sistema di compartecipazione alla tedesca su cui invito seriamente tutti a riflettere”.


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“Ci viene posto un problema da parte dei ricercatori. Per recuperare la disoccupazione serve aumentare il livello degli investimenti” continua il governatore Rossi. “Se avessimo 500 milioni all’anno in più (non è una cifra impossibile) produrremmo 50 mila posti di lavoro in più nell’arco di cinque anni. Rispondo che la nostra attrazione degli investimenti funziona, ma ora studieremo come fare a fare questo ulteriore sforzo”.

Nel capitolo del lavoro rientra comunque anche quello della formazione, spiega Rossi, perché serve dare ai ragazzi le competenze per ottenere il proprio impiego perché già in grado di lavorare: “Dico che la riforma va approvata e serve avere fondi europei per l’istruzione sia pubblica che privata per stabilire una connessione con i sistemi produttivi”.
Nei prossimi giorni Rossi incontrerà il ministro del lavoro Poletti: “Andiamo verso la costituzione dell’agenzia regionale per il lavoro. Uno strumento intermedio tra la formazione e le aziende che punti sulla qualità della risorsa umana”.

Infine un pensiero agli investimenti pubblici fatti a favore delle linee ferroviarie regionali e del porto di Piombino “Che daranno ulteriore slancio in positivo a questa Regione”, assicura il presidente Rossi.

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