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Artigiani digitali si diventa

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La rivoluzione digitale spinge la nascita di PMI partendo da un dato certo: la comunicazione on line batte quella su carta 4 a 1: nel 2014 le famiglie italiane hanno speso in telefoni, apparecchiature elettroniche e servizi telefonici 37,4 miliardi

Il rapporto di Confartigianato sulle imprese della comunicazione è stato diffuso il 2 ottobre 2015 e mostra come la spesa degli italiani in comunicazione e informazione si sia modificata: nel 2014 gli italiani hanno speso 37,4 miliardi di euro per prodotti di ICT (tecnologia dell’informazione e della comunicazione) e 8,6 miliardi per prodotti di informazione e comunicazione cartacei. Dal 1995 ad oggi la spesa nel primo caso (informazione e comunicazione online) è aumentata del 257%, nel secondo caso (informazione e comunicazione cartacea) è diminuita del 39,3%.

Come dichiara Confartigianato: la comunicazione on line batte quella su carta 4 a 1.

Questa tendenza ad allargare il gap tra i due modi di informare/essere informati e comunicare, infatti, è stata rilevata da Confartigianato in un rapporto sulle imprese del settore della comunicazione, presentato il 2 ottobre a Rovereto (Trento) al Convegno ‘Da Depero al digital marketing’, che disegna l’identikit dei piccoli imprenditori dell’era digitale.

Secondo il rapporto di Confartigianato, il 55,8% degli internauti italiani utilizza il web per informarsi e, a sorpresa, la media nazionale viene superata dagli over 75 con una quota del 66,9% dei ‘navigatori’ più anziani che legge on line news, giornali e periodici.
Superiore alla media nazionale la lettura on line di news a Bolzano (con il 61,6% degli internauti altoatesini che si informa sul web), seguita da Toscana (60,5%), Sardegna (60,4%), Marche (59,9%), Lazio (58,9%).
L’uso del web per scaricare e leggere libri riguarda invece soltanto il 15,6% degli utenti di Internet. Un valore che sale al 21,9% per gli internauti tra 18 e 19 anni.

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La rivoluzione digitale ha spinto la creazione d’impresa: quello della comunicazione (dall’editoria all’Ict, alla fotografia per le agenzie pubblicitarie) è un settore in cui spicca la presenza di piccole imprese “espressione di abilità, personalizzazione, creatività, flessibilità di risposta alla domanda sempre più complessa e sofisticata che proviene dai consumatori e dalle altre imprese”.
Gli artigiani della comunicazione sono 42.629 e danno lavoro a 81.282 persone.

Si tratta – rileva il rapporto di Confartigianato – di un comparto in rapida espansione che, nell’ultimo anno, ha visto aumentare del 13,5% il numero di imprese che si occupano di attività editoriali e del 4,6% quelle che producono software e offrono consulenza informatica.

La Lombardia è la regione con il maggior numero di piccoli imprenditori della comunicazione (7.341), ma il Trentino Alto Adige è leader in Italia per la vivacità imprenditoriale: tra il 2014 e il 2015 il numero delle aziende artigiane del settore comunicazione è aumentato del 2,2%. Seguono la Lombardia (+2%), il Veneto (+1,5%) e Friuli Venezia Giulia (+1,2%).

Se Milano guida la classifica provinciale per il più alto numero di artigiani della comunicazione (2.569), il primato per la natalità d’impresa va a Cuneo dove nell’ultimo anno questi sono aumentati del 4,8%. Secondo posto per Monza Brianza (+4,5%), seguita da Brescia (+4,1%), Bolzano (+3,6%), Milano, Vicenza e Bergamo (queste ultime tre tutte con una crescita del 2,9%).

E se siamo curiosi di sapere cosa usano di più gli italiani, è presto detto: il telefono cellulare è l’oggetto tecnologico più diffuso: il 93,6% delle famiglie ne possiede almeno uno. Seguono il personal computer, a disposizione del 63,2% delle famiglie, il telefono cellulare connesso a Internet (54%), la macchina fotografica digitale (50,8%).
Decisamente meno diffusi, anche se in crescita, gli e-book, in possesso del 6,8% delle famiglie.

(D.M.)

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