Made in Italy

Accordo di filiera dell’olio d’oliva italiano

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È stato siglato a Roma l’accordo di filiera dell’olio extra vergine di oliva italiano, un’intesa che segna un nuovo inizio per il rilancio del Made in Italy

di Dominella Trunfio, giornalista

“Questo è un accordo serio firmato da persone che hanno la vera rappresentanza del settore, è un atto necessario per ridare fiducia al settore olivicolo in un momento difficile come quello che stiamo vivendo”. Così David Granieri, presidente Unaprol durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo accordo sull’olio extra vergine avvenuta nei giorni scorsi, presso la Camera di Commercio di Roma. “Un’Italia che non produce, non esporta” ha continuato Granieri. “Per questo l’obiettivo rimane quello di mettere in campo una serie di azioni che possano aumentare la nostra capacità produttiva. Non ci sono ostacoli insormontabili ma, solo opportunità da saper cogliere”.

Sette in tutto gli articoli dell’accordo, che vuole regolamentare un settore che oggi esprime un valore di 1,4 miliardi di euro alla pianta e sviluppa più di 3 miliardi di euro nella fase industriale della filiera, pari al 3% del fatturato totale dell’industria agroalimentare del nostro Paese.

Dissipate le divergenze del passato: i vertici delle organizzazioni dei produttori olivicoli ovvero Aipo, Cno, Unasco, Unaprol, Unapol assieme a Assitol, organizzazione rappresentativa dell’industria olearia, Federolio, organizzazione rappresentativa del commercio all’ingrosso e del confezionamento dell’olio d’oliva, e ad Assofrantoi, organizzazione rappresentativa dei frantoiani, dopo anni di difficili tentativi, hanno finalmente trovato un accordo che tutela i reciproci interessi.
“Da oggi” ha detto Tommaso Loiodice, presidente Unapol “la filiera olivicola ha una sola voce, quella che partendo dal duro ma attento lavoro dei nostri olivicoltori, arriva sulle tavole dei consumatori garantendo trasparenza ed eccellenza. Si aprono quindi nuovi orizzonti che abbandonano ogni forma di autoreferenzialità”.
Parole riprese anche da Gennaro Sicolo, presidente Cno. “Oggi” ha chiarito “gli operatori della filiera hanno dato prova di coesione e volontà di individuare un percorso comune. Di base ci sono ambiziosi obiettivi, in primis quello che l’Italia deve tornare a essere leader a livello globale”.

In sintesi, l’intesa, che avrà validità triennale a partire dalla campagna di commercializzazione 2015-2016, da un lato segna l’impegno dei produttori a garantire specifiche qualità organolettiche del prodotto tracciato in linea con parametri comunitari certificati, dall’altro garantisce un’equa retribuzione con il pagamento di 40 centesimi di euro al chilo in più rispetto ai prezzi di mercato, per partite di oli extra vergine qualitativamente superiori e con un’acidità massima dello 0,4%.

Secondo Marco Dipierdomenico, presidente Aipo, l’intesa “non è il punto d’arrivo ma pone le basi per un proficuo concorso tra il mondo agricolo, quello commerciale e quello industriale”.
Un “accordo unico nel suo genere” secondo Giovanni Zucchi, presidente Assitol. “Il dialogo interprofessionale” ha chiarito “è fondamentale per affrontare i tanti problemi del mondo dell’olio, a cominciare dalla sua modernizzazione e dal rilancio del comparto. Anche per questo, riteniamo urgente la definitiva approvazione del Piano olivicolo”.
Per Paolo Mariani di Assofrantoi “l’intero comparto olivicolo ha scelto di salvaguardare e valorizzare uno dei prodotti simbolo del Made in Italy e solo mettendo da parte i singoli interessi sarà possibile garantire un prodotto d’eccellenza”.

Nell’accordo si stabiliscono inoltre le caratteristiche dell’olio, gli standard di qualità, la questione legata alla sicurezza alimentare nonché le modalità e i tempi di consegna di uno stock di 10 mila tonnellate di prodotto che dovrà essere consegnato entro marzo 2016 con scadenza ogni prima settimana del mese e quantitativi variabili tra mille e tre mila tonnellate a partire dalla firma.
C’è poi tutta un’attenzione per i prelievi e i campionamenti e sulle procedure per dirimere le controversie.
“L’accordo” è intervenuto Luigi Canino, presidente Unasco “premia tutti i produttori virtuosi che producono con enorme sacrificio, un olio extra vergine d’oliva senza residui e a basso impatto ambientale”.
Obiettivi generali rimangono quelli di valorizzare il prodotto sui principali mercati europei ed extraeuropei, sostenere la ricerca e incentivare strumenti di aggregazione dell’offerta.
“Adesso” ha concluso Giuseppe Masturzo, presidente Federolio “bisogna impegnarsi per dare all’accordo una convinta, efficace, larga e leale applicazione”.

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