Start-up

Start-up: sì, ma quante sono?

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Pubblicato dal MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) il rapporto trimestrale al 30 settembre 2015 di Infocamere che enumera le start-up innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese

In 3 mesi, da fine giugno a fine settembre, le start-up sono aumentate dell’11,8% (in termini assoluti ci sono state 456 imprese in più) portandone il numero totale a 4.704.

Se fino al 30 giugno esse rappresentavano lo 0,28% di tutte le società di capitali italiane, ora ne rappresentano così lo 0,31%.

Un buon passo avanti, considerando che i soci coinvolti sono ben 18.677, ovvero 1.816 in più rispetto a fine giugno e con 5.858 dipendenti al 30 giugno.
Le start-up oltre a rappresentare un’opportunità lavorativa per sé stessi (autoimprenditorialità) e per i soci, la rappresentano anche per chi cerca lavoro.

Dove

Il maggior numero di start-up innovative (ricordiamo che le start-up sono esclusivamente quelle innovative in quanto si tratta di una terminologia tecnica molto specifica e che non sono considerate start-up le imprese comuni, anche se appena avviate) si trova in Lombardia, dove ce ne sono 1.018, pari a oltre un quinto del totale (21,6%). Seguono l’Emilia-Romagna con 541 start-up (pari all’11,5% rispetto al totale), il Lazio con 455 (9,7%), il Veneto con 360 (7,6%) e il Piemonte con 326 start-up (6,9%).
È però il Trentino-Alto Adige la regione con la più elevata incidenza di start-up in rapporto alle società di capitali con le sue 91 start-up ogni 10 mila società di capitali. Seguono il Friuli Venezia Giulia con 56, le Marche con 55, la Valle d’Aosta con 53, l’Emilia-Romagna con 49.
Milano è invece la provincia più popolosa, con 680 start-up (14,5% del totale). Seguono Roma con 389 (8,3%), Torino con 246 (5,2%), Napoli con 143 (3%) e Bologna con 142 (3%).

Cosa

Sotto il profilo settoriale, il 72,3% delle start-up innovative fornisce servizi alle imprese, dove prevalgono queste specializzazioni:

  • produzione software e consulenza informatica, 29,8%; 
  • attività di R&S, 15,4%; 
  • attività dei servizi d’informazione, 8,2%).

Il 18,8% delle Start-up opera nei settori dell’industria in senso stretto:

  • fabbricazione di computer e prodotti elettronici e ottici, 3,9%; 
  • fabbricazione di macchinari, 3,4%; 
  • fabbricazione di apparecchiature elettriche, 2,2%).

Il 4,2% delle start-up opera invece nel commercio.

Le start-up femminili e giovanili

Le start-up con una compagine societaria a prevalenza femminile sono 611, il 13% del totale delle startup innovative, contro un rapporto del 16,5% se si prendono in esame le società di capitali femminili sul totale delle società di capitali.
Le società in cui almeno una donna è presente nella compagine societaria sono 2.099 (44,6% del totale start-up, quota lievemente inferiore a quella delle società di capitali con presenza femminile, 50%).

Le startup a prevalenza giovanile (under 35) sono 1.122, il 23,9% del totale, una quota pari a quasi quattro volte rispetto a quella delle società di capitali con prevalenza giovanile (6,8%).
Le società in cui almeno un giovane è presente nella compagine societaria sono 1.890 (40,2% del totale start-up, contro un rapporto del 13,9% se si considerano le società di capitali con presenza giovanile).

Le start-up con una compagine societaria a prevalenza straniera sono 99, il 2,1% del totale, una quota inferiore a quanto accade per le società di capitali estere (4%). Le società in cui almeno uno straniero è presente sono 582, il 12,4% del totale; tale quota è superiore a quella delle società di capitali con presenza straniera (10,2%).

(D.M.)

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