Ambiente

Tutela dell’ambiente: la virtù della collaborazione

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In occasione del confronto tra Italia e Paesi europei sulle nuove politiche e alleanze per la salvaguardia della biodiversità è stata lanciata la richiesta di cooperazione tra tutte le parti in gioco al fine di proteggere l’ambiente e lo stesso essere umano

di Cristina Mazzani, giornalista

Proteggere la biodiversità e premiare i comportamenti virtuosi. Questo il lavoro da compiere appieno per affrontare in modo adeguato ed efficace le tematiche ambientali.

Si è trattato di questo in occasione dell’evento dal titolo “Italia-Ambiente: verso i virtuosismi” che si è tenuto durante le ultime giornate di Expo. Un evento confronto tra l’Italia e alcuni Paesi europei sulle nuove politiche e alleanze per la salvaguardia della biodiversità.

Da tale confronto emerge che lo Stivale non rappresenta più il fanalino di coda del Continente sulle tematiche ambientali, al contrario è capace di recitare un ruolo di primo piano nell’attuazione delle politiche tese a salvaguardare quanto ci circonda.

Interessante l’approccio finlandese che promuove la collaborazione fra tutte le parti in gioco.

“Sulle questioni ambientali” ha dichiarato Christian Krogell, vice direttore generale Ministero dell’Agricoltura e Foreste del Paese “in Finlandia abbiamo sostituito l’approccio ‘museale’ con strategie di conservazione della biodiversità. Lo abbiamo fatto con tutti gli stakeholder, cacciatori compresi. Dai noi si parla di conservazione e non di protezione, perché solo attraverso politiche attive si può arrivare a una virtuosa gestione di habitat e specie”.

Uno spunto ripreso da Filippo Segato, segretario generale Face, che ha sollecitato i cacciatori italiani a partecipare alla valorizzazione dell’ecosistema ambientale.

Altro parallelismo tra Italia ed estero è stato fatto circa la salvaguardia delle specie a rischio estinzione, come quella dell’orso marsicano.

“Spagna e Italia devono lavorare insieme per salvaguardare le specie di orsi a rischio (l’orso pardo iberico e quello marsicano italiano)” ha commentato Fernando Ballesteros, biologo della Fundaicon Orso Pardo. “Il punto chiave è la coabitazione tra gli animali e l’uomo e in questo percorso giocano un ruolo fondamentale anche i cacciatori. In Spagna siamo riusciti a collocare proprio i cacciatori nel percorso di salvaguardia dell’orso pardo e anche l’Italia può fare lo stesso per l’orso marsicano”.

“L’orso marsicano” ha sottolineato Giampiero Sammuri, Presidente di Federparchi “è una specie ancora a rischio e anche le attività venatorie devono partecipare alla sua salvaguardia. L’orso marsicano rappresenta , tra l’altro, una risorsa economica: basti pensare a tutto l’indotto legato al turismo in Abruzzo”.

“Oggi dimostriamo così che anche l’Italia può produrre iniziative virtuose in grado di dialogare con le migliori esperienze europee sulla salvaguardia della biodiversità” ha dichiarato Maurizio Zipponi, coordinatore del Progetto Filiera Ambientale; “tra queste si inserisce certamente UNA (Uomo Natura Ambiente), la fondazione nata con lo scopo di riunire sotto un’unica sigla realtà con storie ed esperienze molto diverse tra loro (ambientaliste e venatorie) per condividere progetti e buone pratiche per la salvaguardia del territorio italiano e la sua valorizzazione anche dal punto di visto economico e occupazionale. Obiettivo di UNA è quello di creare anche presso i Ministeri interessati un tavolo di confronto traducendo le nostre iniziative in una pratica istituzionale permanente: mondo ambientalista e venatorio insieme per il bene del Paese”.

UNA (uomo, natura e ambiente) la filiera Ambientale è nata nel gennaio 2015 da un’alleanza progettuale tra esponenti del mondo venatorio, ambientale, agricolo, dei parchi, della ricerca e si fonda su cinque progetti concreti; alcuni di questi sono già partiti come il progetto “Selvatici e Buoni” a cura dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, in collaborazione con il Dipartimento di Veterinaria dell’Università di Milano e la Società Italiana di Veterinaria Preventiva, incentrato sulla tracciabilità e la sicurezza alimentare, indispensabili per garantire trasparenza e legalità in questo settore e per valorizzare i prodotti a base di selvaggina.

Proprio la valorizzazione della filiera agroalimentare è stato un altro argomento sviluppato durante l’incontro in Expo.

“L’agricoltura, come la caccia, devono sottoporsi a un’operazione verità” così è intervenuto Stefano Masini, responsabile area ambiente e territorio di Coldiretti: “bisogna ritornare a parlare con i cittadini di quel che accade in campagna rendendo i presidi agricoli autentici baluardi della biodiversità. In questo cammino le attività venatorie giocano un ruolo chiave e l’approccio condiviso alla base di UNA va nella giusta direzione”.

Dalle campagne alla tavola. Nel corso dell’evento si sono toccati, infine, i temi di scottante attualità legati all’utilizzo delle carni rosse (guardando in particolare a quella di selvaggina), dopo l’allarme gettato dal documento dell’Oms.

“La carne di selvaggina è naturalmente biologica” ha dichiarato Silvio Barbero, vice presidente Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo “perché più magra e priva di antibiotici. Rispetto alle altri carni rosse si può considerare più sicura. Sul tema della corretta alimentazione occorre un approccio multidisciplinare come quello alla base del progetto “Selvatici e buoni” curato dall’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo”.

“La carne di cacciagione è una risorsa proteica di alto valore, nonostante rappresenti una piccolissima parte del consumo pro capite di carni in Europa” ha ribadito Heinrich Aukenthaler, direttore dell’Associazione Cacciatori Alto Adige. “La selvaggina di qualità mantiene proprietà organolettiche e nutrizionali di alto livello che andrebbero maggiormente valorizzate”.

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