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La Toscana per le imprese agricole giovanili

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La Regione Toscana investe sui giovani che hanno o vogliono avviare un’attività agricola. Grazie al Programma di Sviluppo Rurale finanziato con i fondi europei è boom di richieste, così vengono stanziate nuove risorse

I risultati del bando “Pacchetto Giovani” in agricoltura, inserito nel progetto GiovaniSì, sono stati entusiasmanti – ha dichiarato il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi: ha riscosso una partecipazione straordinaria con 1.761 domande e oltre 2.000 giovani interessati. 686 di tali domande verranno accolte e finanziate con 100.000.000 di euro. A questi si aggiungono i finanziamenti che vengono dati anche a tutti gli altri agricoltori che usufruiscono dei fondi comunitari, visto che il PSR 2014-2020 per la Toscana prevede una dotazione di 961 milioni di euro.

La risposta al bando, chiuso il 16 novembre scorso, intitolato “Aiuto all’avviamento di imprese per giovani agricoltori – Pacchetto Giovani – 2015”, finalizzato a favorire il ricambio generazionale e destinato a giovani tra i 18 e 40 anni, è stata ampia. Tanto che si era partiti da 40 milioni di euro di stanziamento ma, viste le adesioni, man mano lo stanziamento è stato aumentato. Ha detto il Presidente Rossi: “investiamo 100 milioni: è una scommessa importante per il futuro dei giovani e per il futuro della Toscana. Questi fondi produrranno risultati importanti, con oltre 8 mila nuovi occupati in tre anni, ma daranno un contributo anche al mantenimento del paesaggio e alla regimazione delle acque, e all’identità della Toscana, che si rafforza sui mercati internazionali grazie ai prodotti agroalimentari di qualità della nostra agricoltura”.

Infatti, precisa Rossi: “agli agricoltori che usufruiscono dei fondi europei chiederemo che contribuiscano mettendo a disposizione un giorno di lavoro gratuito all’anno per la pulizia dei corsi d’acqua e dei canali pubblici. La richiesta verrà rivolta anche ai giovani che vedranno accolta la loro domanda per questo bando. Il calendario verrà stilato in accordo con i soggetti interessati, la Regione e i Consorzi di bonifica. Sarà un contributo per rendere la campagna ordinata e contribuire al mantenimento idrogeologico e alla prevenzione”.

Tre anni fa, quando la Regione aveva emanato un altro bando destinato ai giovani agricoltori, le domande arrivate erano state 634, e già quel numero era stato giudicato straordinario ma ora l’interesse è salito tanto da far decidere alla giunta di alzare quanto più possibile il plafond a disposizione, portandolo a 100 milioni, in modo da accogliere 686 domande, un numero superiore al doppio rispetto a quelle che sarebbe stato possibile finanziare con la dotazione iniziale (40 milioni).
Non solo: con la stessa delibera sono stati destinati ulteriori 13 milioni di euro, sempre a valere sul Programma di Sviluppo rurale 2014-2020, per la diffusione, l’installazione, il miglioramento e l’espansione di infrastrutture a banda larga nelle zone rurali.

Le richieste presentate dai giovani toscani sono soprattutto quelle di fondi per ammodernare le aziende, in particolare quelle che in passato erano state dei genitori o dei nonni.
In molti hanno deciso di ampliare l’azienda di famiglia, prendendo in affitto quei terreni vicini abbandonati dai proprietari.

Veniamo ora alle cifre: le 686 domande che verranno finanziate genereranno investimenti per 136,5 milioni. Il Pil aggiuntivo per la Toscana sarà di circa 75 milioni di euro.
Le unità di lavoro attivate inizialmente saranno circa 1.050 (circa 2.500 prendendo in considerazione anche l’indotto).
Il reddito disponibile distribuito alle famiglie e spendibile in consumi sarà di circa 25 milioni.
In un triennio l’impatto positivo sul PIL stimato da Irpet sarà di circa 187 milioni di euro e le unità di lavoro attivate saranno 8.253.

Il “Pacchetto Giovani” consente al giovane che vuol fare l’agricoltore, oltre ad ottenere un premio di primo insediamento pari a 40.000 euro (50.000 in zone montane), di accedere a più misure del PSR ottenendo contributi pari al 50% (60% in zone montane) sugli investimenti effettuati per un ammontare minimo di 50.000 euro finalizzati all’ammodernamento delle strutture, delle dotazioni aziendali e alla diversificazione delle attività agricole (es. agriturismo).
I giovani devono impegnarsi a realizzare un piano aziendale di sviluppo della durata massima di 36 mesi e continuare l’attività agricola per almeno 5 anni dal momento in cui ricevono l’ultimo pagamento.

Cosa vogliono fare i giovani agricoltori toscani

Da un’analisi delle domande presentate dai giovani si nota che molte puntano sulla multifunzionalità. Per esempio, i tanti i giovani che vogliono coltivare l’olivo e puntare sulla produzione di olio extravergine di oliva (molte domande si riferiscono all’IGP Toscano), nella maggioranza dei casi aggiungono l’agriturismo o attività sociali come l’ospitalità per persone con disabilità. E multifunzionalità in diversi casi significa anche allevamento di api, con relativa produzione di miele, affiancato da coltivazione di erbe officinali, per sfruttarne le capacità salutistiche e nutraceutiche
C’è anche chi ha presentato progetti di “adozione a distanza” di un uliveto, da offrire ai potenziali clienti, gruppi d’acquisto compresi, ma soprattutto a turisti stranieri, con tanto di App su smartphone per aggiornare il proprietario virtuale sull’avanzamento della produzione.
Nelle zone montane e marginali sono in tanti anche a scegliere l’allevamento, soprattutto di capre, e a progettare laboratori per fare il formaggio e creare strutture di filiera corta.
Ci sono giovani che si vogliono dedicare all’allevamento di bovini, garantendo anche qui genuinità e filiera corta con la produzione in azienda dei foraggi.
Ma la parola chiave è Sostenibilità, trasversale a tutti i progetti presentati dai giovani toscani che – sempre – si impegnano a realizzare sistemi a basso impatto anche per l’approvvigionamento di energia e di acqua da destinare alla propria attività imprenditoriale.

L’assessore all’agricoltura della Regione, Marco Remaschi, durante la conferenza stampa di presentazione dei risultati del bando sul “Pacchetto Giovani in agricoltura”, ha dichiarato che “i giovani hanno saputo dimostrare di sapere e volere lavorare in rete, di mettere insieme chi produce con chi commercializza e chi fa promozione, ma anche di saper progettare in termini di innovazione e di multidisciplinarietà, come di essere sensibili alle problematiche sociali, con progetti rivolti alle persone disabili. Tutto questo è molto positivo e rientra in pieno nel lavoro e nella ricerca che la Regione ha portato avanti in questi anni”.
Remaschi ha anche ribadito il valore dell’agricoltura anche sul versante dell’attrattività turistica.

(D.M.)

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