Mestieri e professioni

Giornalista: sempre meno mestiere e più professione, rischiosa professione

grasso

 

Durante l’inaugurazione della nuova sede dell’Ordine nazionale dei Giornalisti, il Presidente Enzo Iacopino ha messo in luce, di fronte al Presidente del Senato Pietro Grasso intervenuto per l’occasione, il valore di chi di giornalismo vive… e a volte muore

di Daniela Molina, giornalista

Molti cittadini non sanno che il nostro lavoro è difficile, faticoso, impegnativo e pericoloso. Si pensa a un lavoro facile, ben retribuito, che dà potere. Si pensa a una casta di privilegiati. Si ha una visione a volte romantica di questo “mestiere da artigiani della parola o dell’immagine”.

In realtà ormai di mestiere il giornalismo ha ben poco: se non si conoscono leggi, tecnologie, politiche, norme deontologiche, in poche parole se non si studia, si va ben poco avanti. La professionalità è una conditio sine qua non per svolgere questo lavoro. Un lavoro impegnativo sotto tutti i fronti, e parlo di fronti non a caso. Perché veniamo attaccati in continuazione: dalla politica, dalla criminalità organizzata, da ogni singolo individuo che, per ignoranza della legge e delle norme che seguiamo, crede di sentirsi in diritto di accusarci di qualche forma di prevaricazione o abuso. Sia ben chiaro che i giornalisti non esercitano alcun abuso, anzi semmai segnalano gli abusi, fanno inchieste, si mettono in gioco anima e corpo per vigilare sui diritti dei cittadini.

Ne è cosciente il Presidente del Senato della Repubblica, Pietro Grasso, che ha dichiarato durante l’inaugurazione della nuova sede dell’Ordine dei Giornalisti, il 15 marzo: “ho sempre ammirato i vostri colleghi impegnati nel giornalismo investigativo anche perché mi hanno offerto spunti preziosi per le indagini quando ero magistrato”.

E ne è cosciente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale nella stessa occasione ha fatto pervenire un messaggio in cui si legge, tra l’altro: “la libertà di informazione, come il pluralismo, deve rimanere uno dei pilastri su cui si regge un sistema davvero democratico. Il mio augurio è che guardando alla gloriosa storia del giornalismo italiano e al sacrificio di molti vostri colleghi, essa sia sempre di più la casa della trasparenza, della verità, della professionalità, della formazione e della deontologia professionale”.

Purtroppo oggi i cittadini vengono raggirati da chi invece usa strumentalmente la loro insoddisfazione per la vita di tutti i giorni, allo scopo di offrire loro una visione distorta della realtà, del nostro compito e del nostro ruolo. Chi detiene realmente il potere approfitta dell’ingenuità dei cittadini e usa la loro insoddisfazione come arma contro chi di noi svolge seriamente questa professione. Si spara a raffica, si querela, si insulta, si usa ogni strumento, compreso quello politico, per evitare che i giornalisti seri facciano il proprio dovere: quello di rivelare la verità ai cittadini allo scopo di denunciare i soprusi e tutelare i loro diritti salvaguardando la democrazia.

Se quanto scritto sopra vi può sembrare esagerato, vi invito ad approfondire. Se non dovessero bastare le parole del Presidente della Repubblica, del Presidente del Senato e del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti, sappiate che alla cerimonia di inaugurazione sono intervenuti anche la signora Luciana Alpi, mamma di Ilaria; Arrigo Levi, direttore de “La Stampa” all’epoca dell’assassinio di Carlo Casalegno; Paolo Siani, fratello di Giancarlo, e Claudio Fava, figlio di Giuseppe. Si tratta dei familiari di alcuni – solo alcuni – giornalisti assassinati per avere svolto la professione con diligenza, rispettando il dovere della verità: Ilaria Alpi, Carlo Casalegno, Giuseppe Fava, Giancarlo Siani e Walter Tobagi.
Nella nuova sede dell’Ordine nazionale dei Giornalisti – unico Ente che rappresenta la totalità dei giornalisti italiani – campeggia ora, sui fotoritratti dei suddetti giornalisti, una lastra con incisa una frase di uno di essi, Giuseppe Fava: “Io ho un concetto etico del giornalismo. Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza e la criminalità, impone ai politici il buon governo. Un giornalista incapace, per vigliaccheria o per calcolo, si porta sulla coscienza tutti i dolori umani che avrebbe potuto evitare e le sofferenze, le sopraffazioni, le corruzioni e le violenze che non è mai stato capace di combattere”.
Perché questo è ciò che facciamo.

Potrebbe interessarti