Pari opportunità

Leadership al femminile

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Tenuto a Roma il workshop gratuito offerto dalla Personal Coach Daniela Bonetti per dare un supporto alle donne che lavorano e hanno raggiunto obiettivi importanti

di Serena Selvarolo

L’incontro, tenutosi il 16 marzo 2016, è stato organizzato dall’associazione Genere Femminile in collaborazione con la Roberto Re Leadership School di Roma con l’obiettivo di sostenere e stimolare le donne ad essere delle vere guide, consapevoli del proprio valore e del proprio potenziale. Mente portante del corso è stata la Personal Coach Daniela Bonetti (guarda la videointervista), direttore nazionale e amministratore unico di una delle società del gruppo della Roberto Re. Lo stesso Re, presente al workshop, ha dichiarato “le donne diventano peggiori dei maschi quando acquistano la leadership, ma si trova sempre un modo per migliorare”. Per farlo – ha spiegato Re – è importante alzare il livello di consapevolezza di essere un mezzo anche per gli altri, dunque di essere utili agli altri. E, soprattutto, bisogna realizzare “cose molto concrete oppure è difficile fare dei grandi cambiamenti”.

Daniela Bonetti ha spiegato che il ruolo del coach è far lavorare su sé stessi e per farlo bisogna innanzitutto mettersi in gioco, uscire dalla zona di comfort e provare a cambiare. “Ma il cambiamento fa paura perché c’è insicurezza e incertezza, e l’incertezza genera ansia”. Per questo ci vuole coraggio e dobbiamo superare il disagio. Il coach serve a rivelare questo coraggio che dopotutto è insito in ciascuno di noi. Il leader è chi affronta le proprie paure e trova il modo di gestire le situazioni più difficili essere leader per una donna significa sviluppare maggiormente proprio le caratteristiche della femminilità.

http://vimeo.com/159975564

Finora – spiega Bonetti – ci hanno tramandata l’idea che un leader è un soldato che va in guerra e deve combattere per vincere, ci siamo abituati a questo concetto che ormai è un costrutto culturale ereditato da secoli di storia dell’umanità. Ma si tratta di un concetto che comporta troppa rigidità, e che comporta la repressione della propria vulnerabilità. Comportamenti che in realtà danno il risultato inverso, perché chi è troppo rigido ha maggiori possibilità di essere infelice e la vulnerabilità è neutra, non negativa né positiva, anzi: chi ha paura di mostrare la propria vulnerabilità non ha paura di mostrarsi per ciò che è, dunque è una persona coraggiosa.
Anche l’eccesso di empatia può rappresentare un ostacolo per la leadership, perché l’eccessiva immedesimazione porta a farsi carico anche dei problemi degli altri generando un’esposizione delle proprie debolezze. Un’empatia naturale, di base, invece, risulta essere uno dei pilastri della leadership, proprio insieme alla vulnerabilità.
Infine, la mania del giudicare tutto e tutti rappresenta il maggiore blocco in assoluto per raggiungere la leadership.

I 10 punti forza della femminilità (zone d’ombra comprese) sono:
autoanalisi;
acutezza sensoriale;
condivisione;
affettività;
predisposizione all’ascolto attivo;
continuo miglioramento;
desiderio di contribuire;
multitasking;
abilità di sognare;
istinto o “intuito femminile” (il sesto senso)

Sfruttare questi punti di forza della femminilità e metterli in relazione ai due pilastri della leadership, empatia e vulnerabilità, porta le donne a conquistare un sicuro avvenire.

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