Diritti

Carriera, istruzione ed assicurazioni: realtà maschile e femminile a confronto

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Una sentenza della Corte di Giustizia europea stabilisce che il principio di parità di trattamento fra i due sessi deve essere allargato anche all’acquisto di beni e servizi

Il mercato del lavoro vede un divario ancora piuttosto consistente fra la realtà delle donne e quella degli uomini. Le disuguaglianze in questo, come in altri settori, sono la conseguenza di un fenomeno piuttosto complesso. Uomo e donna, di fatto, non hanno ancora le stesse opportunità in fatto di istruzione e carriera. In realtà dati Istat certi confermano la crescita del livello di istruzione delle donne italiane negli ultimi decenni. Le donne appartenenti alla fascia compresa fra i 25 e i 44 anni, che hanno acquisito un titolo di studio superiore, sono in numero maggiore rispetto agli uomini. Infatti oltre il 28% delle donne ottiene la laurea entro il 25mo anno di età, mentre è solo il 19% dei ragazzi a conseguire pari risultati.

Nonostante l’ottima preparazione le donne non vantano la parità retributiva. Il gentil sesso guadagna in media il 16,1% in meno degli uomini. Nel caso di un lavoro part-time il divario con il salario di un uomo sale dal 16,1% addirittura al 31%.
Un salario più basso porta, inevitabilmente, ad un accumulo inferiore anche in fatto di previdenza. Le pensioni delle donne sono infatti decisamente più basse rispetto a quelle degli uomini.

Il forte incremento dell’istruzione femminile in Italia non è ancora sufficiente a colmare il divario che esiste fra le donne italiane e la media di quelle europee. La nascita di un bimbo, benché si tratti di un evento straordinariamente importante anche dal punto di vista emotivo, è un limite determinante per la carriera femminile. Molte donne dopo aver messo al mondo un figlio non tornano a lavorare oppure riprendono l’attività con un impegno ridotto.

La disuguaglianza fra uomo e donna non ha carattere locale, il problema infatti è da sempre mondiale. La condizione femminile è cambiata ed è stata oggetto di una costante evoluzione sociale nel tempo, ma esistono ancora notevoli disparità e le differenze si possono leggere nei fattori geografici, storici ma anche religiosi.

La parità fra uomo e donna è fra gli obiettivi primari che si pone l’Unione europea. Legislazione, giurisprudenza e tutta una serie di trattati hanno contribuito a consolidare questo traguardo, attribuendo un ruolo sempre più solido al Parlamento europeo.
Nel 2004 proprio una direttiva europea del Consiglio aveva promulgato il principio di uguaglianza di trattamento fra i due sessi, mettendo in luce però diverse eccezioni alla regola come ad esempio nel settore delle assicurazioni. In ambito assicurativo infatti si lasciavano inalterate tutta una serie di diversità di trattamento, disparità che emergevano da un uso troppo diretto delle statistiche.

Una sentenza della Corte di Giustizia europea a marzo del 2011 ha stabilito che il principio di parità di trattamento fra i due sessi deve essere allargato anche all’acquisto di beni e servizi, fra cui trovano spazio anche premi e prestazioni assicurative. Il calcolo, che determina l’ammontare di una polizza, deve essere lo stesso sia che si tratti di un’assicurazione sottoscritta da un uomo sia che si tratti di un’assicurazione sottoscritta da una donna.
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(Extraredazionale con segnalazione a pagamento)

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