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Idee innovative: istruzioni per l’uso

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Brevetti, marchi, modelli di utilità, diritti d’autore: beni immateriali che attraverso una corretta gestione possono far decollare anche una piccola impresa. Esistono infatti agevolazioni ed incentivi per le idee che producono reddito

di Amelia Vescovi, giornalista

Come far fruttare a livello economico un lampo di genio per la crescita di un’azienda: se ne è parlato al workshop “Tutela la tua idea. Introduzione alla proprietà intellettuale” organizzato in questi giorni a Roma dalla nostra testata, Donna in Affari, in collaborazione con ITWIIN, associazione delle donne inventrici e innovatrici, e ANDI, associazione nazionale degli inventori.

“L’invenzione è quasi un figlio, qualcosa che abbiamo creato e che ci conferisce dei diritti” ha dichiarato l’Avvocato Vincenzo Falcucci, Presidente dell’ANDI che, spalleggiato dalla collega Marzia Alessandra Letizia, ha indicato gli strumenti che consentono di tutelare le idee innovative. Il diritto d’autore garantisce una forma di controllo sulla produzione, distribuzione, esposizione o rappresentazione di un’opera; attraverso il marchio un’azienda può distinguere il proprio prodotto o servizio da quello di un competitore; disegni e modelli di utilità specificano l’aspetto di un prodotto o di una sua parte; il brevetto impedisce a terzi di fare un uso commerciale della propria idea.

 

Il mondo dei brevetti

Rita Assogna, Presidente ITWIIN, ha illustrato la procedura di domanda di brevetto, sottolineando l’importanza di una specifica strategia da adottare per non perdere tempo, denaro ed energia. Punto di partenza: cosa è un’invenzione? È una soluzione innovativa che risponde ad un problema tecnico. Con questa premessa, le neo inventrici devono essere in grado di descrivere in modo puntuale e chiaro il bene che si intende brevettare, perché… “spesso dalle relazioni non si capisce affatto quello che si vuole proporre” ha dichiarato Assogna.

In secondo luogo, è necessario sapere cosa non si può brevettare (ad esempio i metodi di trattamento chirurgico, terapeutico o diagnostico per uomo e animale), e verificare attraverso la banca dati – accessibile sul sito http://brevettidb.uibm.gov.it – se esiste già un brevetto analogo. Fondamentale anche una conoscenza del mercato su cui si intende lanciare il brevetto, la valutazione dei possibili concorrenti e dei compratori, la previsione dei profitti derivanti in rapporto ai costi. E ricordare che un brevetto è valido quando può realmente contribuire al progresso tecnologico, riducendo gli sprechi di risorse umane ed economiche.

 

Incentivi alla produzione di beni immateriali

Inventare oggi conviene: lo ha esplicato Daniela Molina, direttrice di Donna in Affari, focalizzando l’attenzione  sulle start-up innovative, ossia le aziende che si dedicano allo sviluppo, produzione e distribuzione di prodotti e servizi nuovi e utili, che oggi possono godere di interessanti incentivi. Come quelli assegnati dal Ministero dello Sviluppo Economico: 200 milioni di euro destinati alle start-up innovative italiane già costituite o costituende,  con un importo massimo di 1,5 milioni di euro per ogni singola azienda, finanziamento a tasso zero restituibile in 10 anni e contributo a fondo perduto per le aziende del Mezzogiorno o del Cratere Sismico dell’Aquila.  Il finanziamento copre fino al 70% delle spese ammesse, 80% se la start-up è femminile o giovanile. E tra le spese ammissibili spiccano brevetti, licenze, know-how, spese per investimenti, diritti per titoli di proprietà industriale. In una parola: le idee.

Molina ha proseguito illustrando gli altri bandi e strumenti di finanziamento a disposizione, di seguito alcuni degli esempi che ha riportato.

Sono le PMI le destinatarie del bando Disegni+3 attuato da Unioncamere: 4,7 milioni di euro (fino a 120.000 euro a impresa) per le imprese che sanno valorizzare e sfruttare economicamente disegni e modelli industriali sui mercati nazionale e internazionale. In pratica si assegnano agevolazioni per le spese relative ad acquisto di servizi specialistici esterni per la messa in produzione e la commercializzazione di nuovi prodotti correlati ad un disegno o modello registrato. Info su https://www.disegnipiu3.it.

Il bando Marchi+2 assegna invece 2,8 milioni di euro (massimo 6.000 euro a impresa) per la copertura dell’80% delle spese ammissibili sostenute dalle PMI che intendono etsendere all’estero i propri marchi. L’obiettivoprincipale è favorire la registrazione di marchi comunitari presso UAMI-Ufficio per l’Armonizzazione nel Mercato Interno, e di marchi internazionali presso OMPI- Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale. Info su https://www.marchipiu2.it

Propone agevolazioni alle aziende che fanno innovazione anche la BEI, Banca europea per gli investimenti, che eroga finanziamenti per i progetti che concorrono alla realizzazione degli obiettivi dell’UE, fuori e dentro l’Unione. Sono state aperte nuove linee di finanziamento per le aziende che operano nella produzione e nei servizi collegati con beni immateriali quali consulenze, simulazioni, studi e brevetti.

E ci sono i bandi regionali: il Lazio ad esempio emana un contributo per le PMI ad alto contenuto creativo a copertura dell’80% dell’investimento ammissibile sostenuto nei primi due anni di attività, questo bando è appena scaduto (il 26 aprile) ma ce ne saranno altri. Sempre nel Lazio,il bando che assegna un contributo per l’80% dei costi di traduzione di nuovi prodotti editoriali da diffondere nel mercato estero, con l’obiettivo di internazionalizzare il patrimonio editoriale del Lazio. Info su https://gecoweb.lazioinnova.it

 

Incentivi fiscali

Sul fronte delle agevolazioni fiscali, Sabrina Fattori ha illustrato il Patent Box, una tassazione ridotta studiata esclusivamente per le imprese che sfruttano i risultati dei loro progetti di Ricerca e Sviluppo. Si riducono così le tasse sui redditi che derivano dall’utilizzo economico dei beni immateriali come marchi, brevetti e know-how. Obiettivo principale è stimolare gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo, nonché sollecitare la diffusione in Italia dei beni immateriali.  Sono direttamente interessate le imprese che si occupano di design, software protetti da copyright, marchi, test e ricerche di mercato. Le aziende che posseggono i requisiti possono fin da ora presentare domanda per l’agevolazione, relativa a Irap, Ires e Irpef, e della durata di 5 anni, presso l’Agenzia delle Entrate.

Il Patent Box, così come gli altri sostegni, rappresenta un viatico per le imprese che producono innovazione, ma che per progredire devono riuscire a coltivare e diffondere all’esterno, nel quotidiano, quello che prende forma su una scrivania o davanti al pc.

“In un’azienda per poter crescere si deve cercare di attribuire valore all’idea, oltre che crearla” ha concluso Sabrina Fattori, “ossia capire come valorizzare e comunicare a terzi quel bene immateriale. E non è fondamentale diventare inventori, basta trovare soluzioni, migliorare la vita attraverso le idee”.

L’ultima parte dell’evento è stata dedicata a risolvere i quesiti del pubblico, rispondendo alle domande poste da chi era in sala. Alcuni dei partecipanti, provenienti da città di varie zone d’Italia, si sono detti soddisfatti perché finalmente qualcuno aveva pensato ad organizzare un workshop su questi argomenti, che non sono di facile approccio. Si è trattato infatti del primo workshop che approfondisse questi temi. Abbiamo chiesto a Daniela Molina, che lo ha ideato, perché lo abbia così fortemente voluto organizzare:  “Nel mio ruolo di direttore responsabile di una testata che si occupa dei vari aspetti dell’imprenditoria femminile e giovanile, ho sotto gli occhi ogni giorno notizie e informazioni di vario genere sul mondo delle aziende e delle Start-up innovative, sulla nuova legislazione in materia, sulle varie forme di incentivi esistenti, incentivi per il progresso, per lo sviluppo delle nuove idee, dunque dei beni immateriali. E mi è sempre parso che ciò che riguarda la proprietà intellettuale fosse tenuto un po’ a margine in Italia, che ci fosse poco approfondimento e, nello stesso tempo, molto interesse da parte del pubblico, in particolare del nostro pubblico di riferimento. Il nostro è un giornale di nicchia e ritengo sia quindi nostro compito andare ad informare e approfondire, dando strumenti utili e concreti, proprio laddove c’è una richiesta insoddisfatta. E qui, come abbiamo visto, ce n’è molta”.

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