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Bassilichi, un accordo di smart working per la sede di Pisa

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Organizzazione ‘intelligente’ del lavoro, il che tradotto significa lavorare da casa o vicino a casa, in locali condivisi e con un’ampia autonomia nella scelta dei tempi. Ci guadagna la qualità della vita, si conciliano meglio le esigenze della famiglia e ha il suo vantaggio anche l’azienda. Inoltre si possono salvare posti a volte persi o che rischiano di farsi disagevoli

E’ il caso dell’accordo raggiunto nei giorni scorsi dal gruppo Bassilichi con le organizzazioni sindacali Fiom-Cgil e Fim-Cisl sulla sede di Pisa, che l’azienda ha deciso di chiudere a fronte di una riorganizzazione dei servizi e della struttura produttiva. Avrebbero dovuto trasferirsi tutti. Invece dei 57 dipendenti che erano, trentacinque, da maggio, continueranno a svolgere la loro attività in città all’interno di una struttura di coworking e solo in ventidue se ne andranno a Firenze.

E’ un accordo pilota, al cui raggiungimento ha collaborato la Regione e grazie a cui la Toscana vedrà realizzarsi una delle prime sperimentazioni di ‘smart working’, figlio degli ultimi provvedimenti del governo. Gianfranco Simoncini, consigliere del presidente Rossi per il lavoro, presentandolo oggi alla stampa ha sottolineato che si tratta di un accordo importante e innovativo.

Il gruppo Bassilichi è un partner di riferimento nazionale per banche, aziende e pubblica amministrazione: una storia che inizia nel 1957, due sedi principali a Firenze e Siena e una presenza in altre dieci città italiane. All’inizio forniva assistenza su macchine da scrivere e calcolatrici. Oggi aiuta a gestire il backoffice, ovvero la burocrazia che sta dietro tanti sportelli; offre piattaforme di pagamento elettroniche e servizi di business e sicurezza informatica. E’ quello che veniva fatto anche a Pisa, dove l’azienda sosterrà il costo della spazio di coworking a fronte di una una rinegoziazione dei superminimi individuali di tutti i lavoratori coinvolti e che non si trasferiranno nel capoluogo toscano per poter coprire, nella loro interezza. i costi relativi e connessi all’affitto.

“Si tratta di un esempio e di un modello da proporre, laddove possibile, in altre vertenze” commenta il presidente della Toscana Enrico Rossi, che non ha potuto partecipare oggi all’incontro con i giornalisti. “Accanto all’obiettivo, realizzato, di ridurre il disagio dei dipendenti che avrebbero dovuto trasferirsi nella sede di Firenze – dice Rossi – l’intesa sperimenta infatti formule innovative come il telelavoro e il coworking”. E’ proprio grazie a queste modalità che il confronto sindacale, anche con la mediazione della Regione, ha trovato una soluzione positiva alla vertenza.

Accordo apripista, tutti soddisfatti

Sono trentasette i tavoli di crisi aperti in questo momento in regione, anche se fortunatamente molti si chiudono in modo positivo. “L’accordo può divenire una buona pratica”. Lo dice Rossi e lo ripetono un po’ tutti. “Con questo accordo abbiamo trasformato un problema in un’opportunità” commenta Flavia Capilli, coordinatrice nazionale della Fim-Cisl per il gruppo Bassilichi. “Ci auguriamo che i fondi previsti nella legge di stabilità 2016 per incentivare la promozione della conciliazione vita-lavoro possano sbloccarsi ed essere destinati a aziende e dipendenti” , aggiunge il segretario generale della Fim-Cisl Toscana, Alessandro Beccastrini.

“E’ un accordo che ha consentito di evitare un sicuro disagio ai lavoratori. Nel caso della Bassilichi abbiamo firmato con convinzione” evidenza Daniele Calosi della Fiom-Cgil, che mette però le mani avanti su un’esportazione generalizzata del modello di smart working, “Dipende dalle relazioni sindacali – dice – e in certe aziende lo vedo difficile”.

Intanto alla Bassilichi guardano avanti. “Lavoriamo affinché nella nostra azienda smart working e coworking possano in futuro crescere – conclude Leonardo Bassilichi – Si tratta di due strumenti potenti e da utilizzare con intelligenza, ma sono strumenti validi per chi da venti anni, come noi, è abituato ad investire sul valore dei dipendenti e venire incontri alle loro esigenze”.

Contento anche il sindaco di Pisa, Marco Filippeschi: “E’ una vertenza che si chiude in modo positivo e che apre nuove prospettive, grazie alla tenacia e intelligenza dei lavoratori, il ruolo delle istituzioni e il coraggio anche delle aziende”. Il gruppo Bassilichi aveva rilevato il sito pisano nel 2011 dalla C-Global, salvando allora tutti i posti di lavoro.

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