Diritti

Donne e Media: le opportunità e le sfide della comunicazione

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A Milano l’Annual Meeting della Professional Women’s Association durante il quale si è tenuta la tavola rotonda dal titolo Donne&Media

di Cristina Mazzani, giornalista

La tavola rotonda – che si è tenuta durante l’Annual Meeting della Professional Women’s Association tradizionalmente organizzato all’inizio di giugno, quest’anno per festeggiare un’estate milanese che si sta facendo un po’ attendere – ha rappresentato una preziosa occasione per fare il punto su Donne&Media, come recita il titolo dell’evento stesso, e molto di più.

Si è infatti discusso di lavoro, dell’evoluzione del settore dei media alla luce delle innovative tecnologie e, soprattutto, delle nuove occasioni di fruizione di contenuti, della differenziazione degli stessi e così via.
Gli spunti da cui si è partiti sono state le iniziative di Elle e del Corriere della Sera, ossia rispettivamente SorElle d’Italia e il Blog La ventisettesima ora.

“Il progetto SorElle d’Italia” ha spiegato Danda Santini, direttrice di Elle “è nato nel 2010 in seguito all’iniziativa francese Gli stati generali che ha acceso il dibattito culturale sulla questione femminile ormai oltre 40 anni fa. Si è trattato di un sondaggio per capire che cosa volevano le donne che ci ha consentito di scrivere le nostre 15 proposte per migliorare la vita delle donne (e va da sé quindi anche quella degli uomini). A distanza di 5 anni posso dire che, nonostante persistano difficoltà, sono stati fatti interessanti passi avanti. Pensiamo per esempio alla possibilità del congedo parentale estesa ai papà; l’evoluzione della legge sulla procreazione assistita che sempre più offre alle donne di sfruttare quel che la tecnologia mette a disposizione; la flessibilità degli orari, lo smart working e così via; si iniziano a vedere scuole aperte per iniziative che impegnino i bambini al termine delle lezioni e, ancora, la legge Golfo-Mosca sulle Quote rosa. Sicuramente ci sono ancora molte cose da fare ma il percorso è tracciato.
“Stiamo organizzando per i primi di novembre 2 giornate di workshop per incontrare, supportare donne di ogni fascia di età, offriremo occasioni di dibattito, suggerimenti e così via. Riteniamo infatti che sia molto importante mettersi in discussione, far circolare le idee…”.

cavalieri“Il blog La Ventisettesima ora” ha raccontato Barbara Stefanelli, vicedirettore del Corriere della Sera “nasce con questo titolo perché uno studio della Camera di Commercio aveva stimato che calcolando le ore destinate alle varie attività svolte dalle donne nella giornata si arrivava a 27… Ho promosso questa iniziativa perché per me era una contro-sfida, essendo arrivata a essere vicedirettore del Corriere, venivo sempre presentata, più che illustrando il mio curriculum, come la prima donna a occupare questa posizione dopo tantissimi anni; ho allora deciso di far valere questa mia femminilità in una iniziativa che presto è arrivata a coinvolgere tantissimi miei colleghi giornalisti. In questi anni il Corriere sta lentamente cambiando, vi sono sempre più donne e donne che vengono promosse. Sicuramente grazie a iniziative come La Ventisettesima, inoltre, sta cambiando il linguaggio con cui si affrontano le questioni di genere. Per esempio, più che di conciliazione di lavoro e vita privata (che ricorda tanto l’idea dell’incidente stradale) si preferisce oggi parlare di condivisione di responsabilità e, piuttosto che di pari opportunità, preferiamo discutere di eguali capacità riconosciute sin dall’inizio dell’attività lavorative”.

Se questo è quel che le donne attraverso i media possono fare, lo scenario più ampio in cui tutto ciò accade è in sicuro mutamento. Come si accennava più sopra, la comunicazione e la diffusione di contenuti mediatici son profondamente cambiati in questi ultimi anni.
“Il mutamento più incisivo – è la provocazione di Antonella Fanuzzi, project leader in Bcg – è il nostro, ossia quello dei fruitori di contenuti. Tra l’altro proprio le donne, per esempio, utilizzano tantissimo i dispositivi mobili per informarsi oltre che per comunicare. In generale, ormai si prediligono i video ma non si vuole più essere soggetti passivi davanti ai palinsesti televisivi. Si desidera la personalizzazione dell’offerta, questo significa nuove opportunità di lavoro per coloro che fanno comunicazione e quindi anche acquisire, investire, in nuove competenze, secondo logiche di apprendimento continuo”.

“Le nuove tecnologie – è intervenuta Sofia Scatena, docente in Psicologia del marketing e dei nuovi media presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore – permettono di ‘farsi sentire’ e ‘dire la nostra’ con molta più facilità e su diversi argomenti, bisogna saper sfruttare questa opportunità. Un esempio in questo senso è rappresentato dai blog, piattaforme che, se ben utilizzate, possono addirittura diventare occasioni di natural outplacement nel momento in cui si decide (o si è forzati) di uscire dalle tradizionali posizioni lavorative. Anche in questo caso bisogna vantare la preparazione corretta per poter far funzionare tali strumenti e non è così scontato trovarla. Nelle piccole realtà così come negli uffici comunicazione e marketing delle grandi aziende è necessario sapere di social media così come di big data da essi derivanti e soprattutto come leggere questi ultimi perchè siano davvero utili. Oggi è fondamentale individuare i talenti in questi ambiti, coltivarli e trattenerli…”.

Dopo la tavola rotonda, Hooda Soodi, executive coach americana, ha offerto alla platea un mini-workshop dal titolo “Amplifying your voice” per aiutare le donne professioniste e manager a comunicare in maniera incisiva.

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