Ambiente

Ambiente: aumentano i Comuni ‘rifiuti free’

simbolo-comuni-ricicloni

 

Legambiente ha assegnato il premio Comuni ricicloni 2016 e ha chiesto di definire un nuovo sistema di incentivi e disincentivi

Crescono in Italia i Comuni ‘rifiuti free’, quelli cioè che oltre ad essere ricicloni, hanno deciso di puntare sulla riduzione del residuo non riciclabile da avviare a smaltimento. La buona notizia arriva da Legambiente, che ha presentato il premio Comuni ricicloni 2016, evidenziando che sono ben 525, contro i 356 dello scorso anno, le realtà che producono meno di 75 chilogrammi annui per abitante di rifiuto secco indifferenziato (il 7% del totale nazionale), per una popolazione che sfiora i 3 milioni di abitanti.
Risultati ottenuti con ricette diverse ma con un denominatore comune: la responsabilizzazione dei cittadini attraverso una raccolta domiciliare, una comunicazione efficace e con politiche anche tariffarie che premiano il cittadino virtuoso.

Il primato spetta al Nord Italia, con i suoi 413 comuni ‘rifiuti free’, pari al 79% del totale; segue il Sud con 87 municipi (il 17% del totale) e il Centro con 25 (pari al 5%). Le Regioni che superano la media nazionale del 7% di ‘rifiuti free’ rispetto al totale sono invece il Veneto (con il 35%), il Friuli Venezia Giulia (29%), il Trentino Alto Adige (17%) e la Campania (9%). Mancano all’appello solo Valle d’Aosta, Umbria, Puglia e Sicilia dove non ci sono Comuni con alta percentuale di differenziata e bassa produzione di rifiuto secco residuo.

Ma per un’Italia ‘rifiuti free’ all’insegna dell’economia circolare, secondo Legambiente serve ora l’ultimo sprint finale per far diventare queste buone pratiche uno standard su tutto il territorio nazionale a partire dalla diffusione su larga scala di un sistema di tariffazione puntuale. “I risultati emersi in questa nuova edizione del nostro rapporto” ha rilevato Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente “sono assolutamente incoraggianti. Ora la vera scommessa è quella di far diventare nei prossimi 3 anni tutta l’Italia ‘rifiuti free’, traghettando i tanti Comuni ricicloni verso la nuova sfida della riduzione del secco residuo da avviare in impianti di incenerimento e in discarica, per accompagnarli verso la rottamazione di questo sistema impiantistico”.

Si tratta di una “rivoluzione, una riforma anti-spreco che fa bene al Paese, perché dimostra che l’economia circolare è già in parte in atto”, ha evidenziato il sottosegretario all’Ambiente, Silvia Velo. Ma si può fare di più. A livello nazionale, con il Collegato Ambientale, il Ministero dell’Ambiente “ha già individuato le azioni da attivare tra cui l’applicazione dei criteri minimi ambientali negli appalti pubblici per le forniture di appalti e servizi e la definizione di punteggi premianti per l’utilizzo dei materiali di scarto nell’ambito di accordi e contratti stipulati dal Mise che prevedano l’erogazione di incentivi in favore di attività imprenditoriali di produzione di beni derivanti da materiali riciclati o dal recupero degli scarti provenienti dal disassemblaggio di prodotti complessi”.

(dar)

Potrebbe interessarti