Diritti Lavoro

Contratti, 12 mln di lavoratori in attesa di rinnovo

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Il segretario generale Uil Barbagallo: “Aggiornare CCNL è un investimento per la crescita dell’intero sistema economico”

Sono oltre 12 milioni i lavoratori in attesa del rinnovo di un contratto di lavoro, già scaduto o in scadenza nel 2016. La stima arriva da un’indagine elaborata dal servizio contrattazione privata e politiche settoriali della Uil. Il dato comprende 7,6 milioni di lavoratori del settore privato, oltre 1,3 milioni di addetti il cui contratto è scaduto nel 2014 o in anni precedenti e la grande platea degli oltre 3,2 dipendenti del pubblico impiego che attende il contratto da ormai oltre sei anni.

Partiamo dal settore privato: su 66 contratti scaduti nel 2015 ne sono stati rinnovati solo 8, lasciando nel bilico circa 3.860.000 lavoratori; su 21 contratti scaduti nel 2016 soltanto 5 sono stati rivisti, con 1.765.000 lavoratori ancora nel limbo; entro la fine dell’anno ne scadranno 8, il che significa altri 2 milioni di dipendenti dal destino incerto.

Ma c’è di più. La stima dell’organizzazione sindacale è al ribasso perché non ingloba tutti quei contratti scaduti nel 2014 o addirittura negli anni precedenti, sui quali, però, è difficile fare una stima puntuale. Parliamo di oltre 1,3 milioni di persone.

La situazione nel pubblico impiego è altrettanto nera, con contratti che non si rinnovano ormai da più di sei anni e oltre 3,2 milioni di dipendenti in attesa. Solo per citarne alcuni, si tratta dei lavoratori dei Ministeri (157.808), delle Agenzie fiscali (52.570), delle Regioni a statuto ordinario e degli enti locali (472.523), delle Regioni a statuto speciale (93.427), del Sistema sanitario nazionale (663.793). Per non parlare del personale della scuola (1.038.606).

Il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ha evidenziato che il rinnovo di un contratto “non è solo un diritto per i lavoratori, ma è un investimento per la crescita dell’intero sistema economico. Se, dunque, si rinnovassero entro la fine di questo anno i contratti per tutti gli oltre 12 milioni di lavoratori, l’entità della massa monetaria immessa nella nostra economia sarebbe enorme. Essere conservatori non paga per l’insieme delle stesse imprese né per lo Stato: rinnovare i contratti, invece, farebbe bene all’economia del nostro Paese”.

(dar)

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