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Bocconi, la ricerca protagonista dell’inaugurazione dell’anno accademico

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Fabiola Giannotti, Direttore generale del Cern, è stata la keynote speaker dell’evento. Il rettore Andrea Sirone ha sottolineato la rilevanza della ricerca nelle scienze sociali, che contribuiscono al progresso economico e sociale e sociale, e il paradosso italiano di bassi investimenti congiunto a un’elevata produttività dei ricercatori

La ricerca è stato il tema centrale dell’inaugurazione dell’anno accademico 2016/2017 dell’Università Bocconi, svoltasi alla presenza del Presidente del Senato Pietro Grasso. Ospite Fabiola Gianotti, Direttore Generale del Cern di Ginevra, protagonista del keynote speech dopo gli interventi del Presidente Mario Monti e del Rettore Andrea Sironi, alla presenza del Vicepresidente Luigi Guatri e del Consigliere Delegato Bruno Pavesi.

«Oggi per la Bocconi è una giornata molto significativa», ha dichiarato il presidente Monti, «perché ci onora della sua partecipazione una delle personalità più prestigiose del mondo scientifico internazionale: italiana, donna, che ha accettato con entusiasmo il nostro invito ad intervenire in un momento centrale della vita universitaria come l’inaugurazione dell’anno accademico.

Fabiola Gianotti guida oggi il Cern, eccellenza mondiale della ricerca scientifica, che con le sue scoperte ha allargato le frontiere della conoscenza nel campo della fisica e non solo. In questa giornata c’è un altro motivo di soddisfazione per l’intera comunità bocconiana e per me personalmente: poter rendere omaggio al Rettore Andrea Sironi, che concluderà il suo incarico fra qualche settimana dopo aver brillantemente conseguito gli obiettivi del mandato, e poter salutare Gianmario Verona che è stato chiamato a succedergli».

Prima di lasciare il testimone al suo successore, Sironi ha ricordato gli sforzi compiuti per rendere la Bocconi un luogo attrattivo per ricercatori di tutto il mondo, «aumentando gli investimenti sotto forma di incentivi monetari, fondi di ricerca individuali, finanziamenti alla ricerca, investimenti in banche dati e infrastrutture informatiche e più in generale di sostegno finanziario a progetti di respiro internazionale». Il risultato di queste politiche è stata una crescita del 56% dei docenti di nazionalità non italiana nel quadriennio che va dal 2012 al 2016.

«Nell’atto di fondazione della Bocconi si sottolinea tra i suoi obiettivi quello di far progredire le frontiere della conoscenza nelle scienze sociali attraverso una ricerca rigorosa e rilevante, fornendo in tal modo un solido contributo alla comunità internazionale degli studiosi e al miglioramento della società . E non potrebbe essere diversamente visto che esiste un legame importante tra ricerca scientifica e sviluppo economico e sociale, come dimostrano numerosi lavori che evidenziano la relazione tra investimenti in ricerca e crescita economica», ha sottolineato Sironi.

«Ci sono aree disciplinari, come la fisica delle particelle o la medicina, nelle quali l’impatto per la collettività è evidente. Il contributo offerto al progresso economico e sociale dalla ricerca condotta da istituzioni come la Bocconi, che operano nell’ambito delle scienze sociali, si manifesta in modo più sfumato. Ma per essere correttamente affrontati, i problemi di cui si occupano le scienze sociali richiedono analisi rigorose, robuste – basate sull’esame di dati empirici così come sulla formulazione e la verifica di modelli teorici – capaci di produrre risultati che supportino il disegno di adeguate politiche».

Per favorire le economie di scala e la collaborazione tra studiosi, nel corso dei quattro anni del rettorato di Sironi i centri di ricerca della Bocconi sono stati riorganizzati, secondo un processo di aggregazione che li ha portati da 20 a 10. Si è, al contempo, allargato il ventaglio dei temi trattati e, infatti, uno dei dieci centri di ricerca, il Bidsa (Bocconi institute for data science and analytics), è stato lanciato nell’ultimo anno. Anche il laboratorio di ricerca Leap (Laboratory for effective antipoverty policies), specializzato in economia dello sviluppo, è stato inaugurato lo scorso giugno.

La qualità della ricerca prodotta alla Bocconi, ha fatto notare Sironi, è testimoniata dalle misure di impatto più comunemente utilizzate in accademia: le citazioni sulle riviste di Isi Web of Knowledge e l’indice H medio dei docenti, cresciuti rispettivamente del 35% e del 34% nel quadriennio.

Nella sua area di ricerca caratteristica (quella dell’economia, management e finanza) la Bocconi è la seconda università in Europa per numero di grant Erc ospitati. L’Erc (European research council) è il più importante ente europeo per i finanziamenti alla ricerca, che assegna a seguito di bandi competitivi.

Nel suo intervento Sironi ha voluto infine evidenziare un paradosso della ricerca italiana. A fronte, infatti, di «investimenti in ricerca ancora sottodimensionati – la quota di Pil destinata alla ricerca e sviluppo non è aumentata nell’ultimo quadriennio, confermandosi su valori molto inferiori alla media dei principali Paesi Ocse e dell’Unione Europea (…) – i ricercatori italiani confermano buoni livelli di produttività scientifica e di impatto. Il nostro Paese risulta infatti caratterizzato da elevati valori di produttività se si rapporta la produzione scientifica sia alla spesa in ricerca destinata al settore pubblico e all’istruzione terziaria, sia al numero di ricercatori attivi. Rispetto a questi ultimi», ha proseguito Sironi, «la produttività italiana si attesta sul livello della Francia e superiore a quello della Germania. Anche l’impatto della produzione italiana è superiore al la media dell’Unione Europea e maggiore di Francia e Germania, collocandosi invece, in Europa, al di sotto di Svizzera, Olanda, Svezia e Regno Unito».

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