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Dal 14 al 16 di ottobre si è svolta alla Fiera di Roma la IV edizione di Maker Faire Rome – The European Edition 4.0

Una manifestazione nata in California nel 2006 dopo la pubblicazione della rivista “Make: Magazine”, riferimento per tutti i makers, che vanta già oltre 150 eventi in tutto il mondo con il coinvolgimento di oltre 1,5 milioni di visitatori.
Maker Faire Rome 2016, considerata una delle principali fiere internazionali sull’innovazione, in tre giorni ha calamitato più di 110mila presenze e oltre 700 giornalisti e blogger di testate e radio/tv nazionali e internazionali. L’evento ha coinvolto Maker, inventori, artigiani, designer, startupper, creativi, ma anche imprenditori agricoli che hanno presentato idee nel campo dell’ecosostenibilità e della green economy. Stampanti 3D, Arduino, open source, robotics, digital fabrication e manifattura digitale sono un punto d’incontro per l’innovazione scientifica e la ricerca, con presenze nei settori dell’istruzione, della moda, del patrimonio culturale, dell’healthcare, dell’agricoltura e del food making.

Il movimento maker sta trasformando radicalmente i sistemi dell’innovazione, della cultura, della formazione, il Do-It-Yourself dei progetti tecnologici. Non solo una fiera per addetti ai lavori ma un hub d’incontro globale, confronto, formazione, divertimento e interazione. Nelle tre giornate romane, Maker Faire ha presentato le ultime invenzioni in campo scientifico e tecnologico, biomedicale, internet delle cose, clima, automazione ma anche nuove forme di arte, spettacolo, musica e artigianato.

Il pubblico ha potuto scoprire, inventare, creare e percepire come sarà il futuro che ci aspetta. L’innovazione è alla portata di tutti attraverso percorsi esperienziali in cui i visitatori, compresi i più piccoli, sono parte integrante della manifestazione stessa.

Più di 1.200 progetti provenienti da 65 Paesi diversi come gli Emirati Arabi Uniti, l’Honduras e l’Iran sono giunti agli organizzatori del “Maker Faire”. Oltre 122 i progetti presentati dalle scuole italiane, 30 quelli selezionati hanno avuto uno stand gratuito in fiera. Un evento che si può definire family-friendly, ricco d’invenzioni e creatività, un luogo dove maker e appassionati s’incontrano per presentare idee e condividere le proprie scoperte.

I Maker mostrano come ottenere il massimo dai materiali disponibili a basso costo da componenti elettronici di base a tecnologie più complesse come quelle della stampa 3D. Che siano semplici appassionati o professionisti, i maker sono creativi, pieni di risorse e curiosi, capaci di sviluppare progetti low cost interagendo con il mondo che li circonda.

BoB–Baby on Board, ad esempio, è l’incubatrice neonatale low cost di Open BioMedical, disegnata interamente online da una community composta da volontari di diversi Paesi, è riproducibile ovunque grazie alla stampa 3D. Infatti queste apparecchiature possono costare 10 volte meno rispetto alle classiche. Giunto finalista alla Maker Faire di Roma, questo progetto di Ingegneria Clinica ha come scopo quello di migliorare la salute e il benessere della popolazione mondiale. Abbiamo intervistato uno dei realizzatori del progetto

Così, in un ambiente internazionale, si sono incontrate centinaia di menti geniali che hanno inventato, creato, sperimentato, altrettante innovazioni volte a migliorare la vita dell’umanità nei prossimi anni.
L’attenzione ad un mondo sempre più tecnologico, ma anche più ecologico e più solidale, passa attraverso idee che vanno dalla realizzazione di un sistema di serra casalingo, come quello presentato da Robotfarm dove la coltura idroponica si può riprodurre in un elettrodomestico grande come una lavatrice e utilizzare per la vita quotidiana, alla diffusione di apparecchiature che vanno ad energia solare per desalinizzare e purificare l’acqua nei Paesi in via di sviluppo, come quello pensato dalla Watly, dalla domotica collegata allo smartphone, alle stecche per biliardo elettroniche per non vedenti, dalle dinamo che alimentano ecologicamente le luci per le bici, ai droni utilizzati per la sicurezza.

Tutte le invenzioni che hanno concorso al premio di 100.000 euro messo in palio nella grande novità del Maker Faire 2016, il R.O.M.E. Prize (Rome Oustanding Maker of Europe), sono state caratterizzate proprio da questa multifunzionalità prodotta dalla sinergia tra innovazione tecnologica, utilità nel quotidiano e progresso nella soluzione delle grandi difficoltà umane e del pianeta: tra i dieci progetti finalisti, valutati da una giuria composta da esperti di spicco della rivoluzione digitale – come Neil Gersfield fondatore del Centre for Bits & Atoms”, Bruce Sterling, autore di fantascienza e Simona Maschi, Direttrice dell’Istituto di Interaction Design di Copenaghen – ha vinto Talking Hands, un guanto in grado di tradurre in linguaggio e voce la LIS (lingua dei segni) registrando il movimento delle mani e trasferendolo ad uno smartphone.

Con oltre 110 mila presenze nei tre giorni del suo svolgimento, la Maker Faire dimostra la “voglia di futuro”, come sottolineato dal Presidente della Camera di Commercio di Roma Lorenzo Tagliavanti, e “un chiaro e prezioso segnale di fiducia da parte degli imprenditori che hanno scelto questa manifestazione per riorientare il proprio business in chiave innovativa”.
Il Presidente della Regione Lazio Zingaretti ha messo l’accento sulle opportunità che eventi come Maker Faire creano, occasioni da non perdere di sviluppo per il territorio e di lancio internazionale per quei talenti che con la creatività tracciano il progresso.
La finalità di Maker Faire è rendere il cambiamento possibile, facendo incontrare le idee e gli investimenti, ma anche e soprattutto, come nelle conclusioni di Zingaretti a fine evento, “creando lavoro, dando a tutti le stesse possibilità, non lasciando soli”.

Annalisa Marcozzi e Cristina Montagni

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