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Lavoro, l’Italia non rispetta le quote rosa

Quote rosa: il Consiglio d’Europa lancia l’allarme. Meno del 40% di donne presenti nei consigli di Regioni e Comuni. Italia fanalino di coda della classifica Ue

La parità di genere nelle amministrazioni locali è ancora un miraggio. L’Italia non riesce a raggiungere la quota del 40 per cento di presenza femminile in nessun organo rappresentativo comunale e regionale, come previsto da tutti i documenti del Consiglio d’Europa. Ed è tra i Paesi con meno donne nei consigli regionali, solo il 18 per cento nel 2015, contro un 32 per cento di media Ue. Il dato emerge dal rapporto ‘Partecipazione e rappresentanza politica delle donne a livello locale e regionale’ approvato dal Congresso dei poteri locali e regionali di Strasburgo.

Nel documento si evidenzia che tra il 2005 e il 2015 la quota di donne presidenti di Regioni è diminuita dal 18 al 14 per cento; inoltre, lo scorso anno i sindaci donne erano il 13 per cento, le colleghe nei consigli comunali il 27 per cento.

Nel testo si sottolinea che i sistemi elettorali scelti dai singoli Paesi giocano un ruolo rilevante nel garantire o meno la partecipazione delle donne in politica. Il più favorevole è quello proporzionale – con circoscrizioni geograficamente ampie – in cui vengono applicate soglie di sbarramento, liste chiuse e quote stabilite per legge.

Le quote, si osserva nel documento, hanno giocato un ruolo “importantissimo nel far aumentare la presenza femminile al Congresso dei poteri locali dove la percentuale di donne è passata dal 12,39 del 1994 al 40,57 nel 2014”. Non è però successa la stessa cosa nei Paesi membri dell’organizzazione.

L’Italia è in fondo alla classifica per i consigli regionali e l’anno scorso era uno degli otto Paesi – assieme a Romania, Turchia, Repubblica Ceca, Serbia, Ungheria, Slovacchia e Grecia – a non superare la quota del 20 per cento di presenza femminile nei consigli comunali.

Il Belpaese si colloca in fondo alla classifica anche sul fronte delle presidenti di Regione (al 14 per cento) rispetto per esempio alla Spagna (65 per cento), al Portogallo o al Regno Unito (50 per cento). Piuttosto in linea con altri Paesi europei sulle presenze femminili nei consigli municipali, dove solo Svezia e Islanda raggiungono la quota del 44 per cento. E lo stesso vale per il numero di donne sindaco, dove nessun Paese raggiunge la quota del 40 per cento e l’Italia si arresta al 13 per cento, in buona compagnia con la Germania (10 per cento) e la Danimarca (12 per cento). L’unico paese a superare la soglia del 30 per cento è la Svezia.

 

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