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Alla scoperta della Leadership al femminile

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Successo per il workshop “Leadership al femminile” nato dalla collaborazione tra Donna in Affari e Leadership School di Roberto Re

Testo di Annalisa Marcozzi
Immagini e video di Cristina Montagni

Si è tenuto a Roma, al Courtyard by Marriott, il 19 maggio 2017, il workshop organizzato da Donna in Affari e da Leadership School di Roberto Re. Un evento dedicato alla leadership femminile fatto di momenti interattivi, ospiti illustri, testimonianze ed esercitazioni per una folta platea che ha voluto mettersi alla prova, con l’obiettivo di far emergere le doti personali necessarie ad esprimere al meglio la propria Leadership.
Traducibile come capacità di guidare un team, intesa sia come autorevolezza che induce al rispetto e al consenso degli altri sia come determinazione personale nello stabilire, perseguire e realizzare i propri obiettivi, la leadership oggi acquista un valore aggiunto proprio nelle caratteristiche femminili.

Partendo dal presupposto che in ogni persona esistano, in misura diversa, i valori di leadership, la trainer e coach Daniela Bonetti, Direttore nazionale del programma FLY (Find the leader in you) della leadership school di Roberto Re, ha sottolineato come le caratteristiche femminili che contribuiscono alla costruzione di una personalità leader non siano utili solo alle donne ma, se riconosciuti e valorizzati, anche agli uomini – una cui rappresentanza era presente in sala.

Qual è il primo passo per acquisire maggiore consapevolezza di sé? Riconoscere che quel che ci accade non è sempre e solo dipendente dagli altri e dall’ambiente esterno, ma anche dai nostri atteggiamenti e comportamenti che si traducono in azioni che influenzano la realtà.
Sia Daniela Molina, Direttrice responsabile di Donna in Affari, sia Daniela Bonetti, interagendo con la platea hanno messo in evidenza questo aspetto psicologico per cui la tendenza principale di chi non riesce ad essere leader di se stesso è quella di cercare sempre all’esterno le cause dei propri fallimenti e dei successi altrui. Assumersi la responsabilità di ciò che ci accade e avere il coraggio di affrontare i cambiamenti anche quando ci spaventano serve a superare i propri blocchi mentali e ad esercitare le caratteristiche della leadership.

Da un punto di vista teorico sono identificabili atteggiamenti specifici che ostacolano la leadership nonché punti forza che la favoriscono ma anche aree della vita su cui concentrare l’azione a seconda delle nostre priorità. Da un punto di vista pratico l’identificazione di questi atteggiamenti, punti di forza e priorità passa, quando ci si affida alla formazione di coach preparati allo scopo, attraverso esercizi derivati dalla programmazione neurolinguistica (PNL), che portano ad una maggiore coscienza e conoscenza della propria realtà e dei propri fini.

Atteggiamenti che ostacolano la leadership sono:
– la rigidità, che nega il confronto con gli altri
– il giudizio, che induce comportamenti che innescano negli altri meccanismi atti a confermare le nostre idee su di loro.

I punti forza della leadeship al femminile sono:
– l’autoanalisi, che non deve sfociare nell’autocritica,
– l’acutezza sensoriale, che non deve sfociare nell’indagine dell’assurdo,
– la condivisione che non deve sfociare nella critica,
– l’affettività che non deve sfociare nel vittimismo,
– l’ascolto attivo che non deve sfociare nella sottomissione,
– il continuo miglioramento che non deve sfociare nell’imposizione,
– il desiderio di contribuire che non deve sfociare nell’aspettativa,
– l’essere multitasking che non deve arrivare al crash,
– l’abilità di sognare che non deve trasformarsi in desiderio di una realtà perfetta,
– l’istinto che non deve trascendere nel pensiero magico (la sensazione che ci sia un evento predestinato collegato o che abbiamo poteri soprannaturali).

Le aree in cui suddividere la nostra vita per comprendere dove vogliamo indirizzarci sono:
– l’ambiente in cui viviamo (luoghi, rapporti che ci siamo scelti come quelli di lavoro, con gli amici, con il partner),
– i comportamenti (cosa facciamo di solito di fronte a determinate situazioni, quanto ci facciamo influenzare),
– capacità (come portiamo avanti i nostri impegni),
– credenze (consce e inconsce che ci condizionano).
Comprendere in quale misura ognuno di questi assunti teorici sia presente in noi consente l’azione per il cambiamento e lo sviluppo dei due pilastri della leadership: l’empatia e l’accettazione della vulnerabilità, smettendo di avere “paura della paura”.

La testimonianza di donne che ce l’hanno fatta è la prova di come un determinato percorso personale porti i suoi frutti.
Stimolo ed esempio è stata Carla Delfino, imprenditrice definita “seriale” per la sua capacità di passare da un business di successo ad un altro, intervistata durante il corso da Daniela Molina, che ha ricostruito uno spaccato pratico di quello che significa essere donna, imprenditrice e leader insieme. Partita nel 1996 con la fondazione della sua prima azienda, è stata lei a produrre dopo l’entrata dell’euro il primo dispositivo per il riconoscimento delle banconote false; ha combattuto contro i colpi della concorrenza cinese e si è reinventata arrivando a produrre lo “scappatopo”, un repellente ecologico non velenoso che allontana gli animali senza ucciderli. La sua ecletticità unita ad una filosofia di vita e imprenditoriale vincente le sono valsi innumerevoli premi internazionali come il Premio Cartier nel 2015.

L’intervista


Daniela Molina: “Flessibilità, versatilità e adattamento: li consideri punti di forza e come li hai attuati?”
Carla Delfino: “Mentre l’uomo cerca di cambiare il mondo, la donna ha dalla sua l’intuito e la capacità di adattamento all’ambiente circostante. Riesce a cambiare radicalmente punto di vista, si reinventa, si ricolloca, questo rappresenta la vera forza e il vero cambiamento. Io ho cambiato radicalmente punto di vista e ho scelto di crescere, perché crescere è una scelta”.

Daniela Molina: “Dall’idea all’impresa come ci si arriva? Consa consigli a chi vuole aprire un’azienda? E qual è la situazione dell’imprenditoria femminile in Italia?
Carla Delfino: “In Italia le donne tra i 20 e i 60 anni sono 14 milioni. Di queste solo il 10% sceglie di fare impresa. Ma la crisi che stiamo vivendo non ha fermato le donne che in 5 anni hanno dato vita al 65% delle nuove imprese. In Europa abbiamo il 34% di imprenditrici di cui il 30% hanno dato vita a star-up. I Paesi con il maggior numero di start-up sono quelli in cui la mancanza di lavoro ha portato le donne ad inventarsene uno, come in Grecia e in Albania. La spinta a creare impresa deve nascere da noi, ci vuole l’idea, ci vuole il capitale perché nulla si inizia senza soldi, va detto, come va detto che non sempre le banche sono amiche delle donne, ci vuole un team perché l’imprenditore non è un solista. L’approccio fondamentale poi che bisogna verso l’impresa e che ha costituito anche il mio è: voglio risolvere un problema, voglio che il mio prodotto funzioni”.

Daniela Molina: “Hai notato delle differenze di leadership tra uomini e donne?”
Carla Delfino: “Si deve sempre parlare di merito. Le caratteristiche per avere successo sono essere la curiosità, il saper modellare il proprio futuro, il sapersi adattare e l’essere disposti a fare salti in avanti. E ancora: crearsi una rete forte attorno, avere contatti.”

Daniela Molina: “Cosa ritieni di maggior stimolo per un imprenditore?”
Carla Delfino: “Competenza, strategia, capitale, fiuto. Studiare le cause della caduta dell’Impero Romano per capire cosa si debba fare per non sbagliare”.

Daniela Molina: “Ti senti vulnerabile?”
Carla Delfino: “Essere vulnerabili significa essere autentici, accettare il rischio di essere rifiutati ed essere liberi. Chi non è vulnerabile non ha mai provato emozioni. Bisogna accettarsi per come si è ed in proposito cito una frase di Paola Turci: le cicatrici sono colpi che mancano completamente il bersaglio, di fatto sono errori. Le rughe non sono sbagli, sono esperienza, vita vissuta. Farsi togliere le rughe per me vuol dire tornare indietro, rinnegare. Ecco, a me non interessa un percorso a ritroso. Oggi mi piaccio così”.

Le esperienze di leadership

Osservare quello che altri hanno realizzato può essere utile a recepire il fatto che ciascuno di noi può raggiungere i propri obiettivi, commisurati a quanto intenda investire di sé. Non imitare, quindi, ma trovare una strada personale.
Per questa ragione al termine del workshop Donna in Affari ha voluto intervistare le tre donne leader presenti all’evento: Daniela Bonetti, Daniela Molina e Carla Delfino

Conclusioni

Il coinvolgimento dei partecipanti durante la sessione, le donne che hanno trovato il coraggio di parlare di una parte della propria vita, quelle che al termine si sono intrattenute per chiedere un contatto e lasciare ancora una testimonianza personale danno la percezione che la volontà di scoprire sempre di più di sé è forte ed è sintomo di una cura e di un rispetto di sé sempre maggiore che le donne stanno acquisendo.

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