Imprenditoria

Filiera della carta. Libri e giornali in crisi ma ci sarebbe una via d’uscita

Grafico consumo libri e giornali

Presentata a Milano una proposta della Filiera della Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione per promuovere la lettura

Il 20 aprile a Milano, in occasione dell’evento di presentazione dei dati della Filiera della carta, con la relazione del Prof. Alessandro Nova sui risultati economici, è stata presentata anche la proposta di detrazione fiscale per chi acquista libri, quotidiani e periodici. Una proposta che ha lo scopo di arginare la crisi che attanaglia da anni l’editoria in Italia, dove gli indici di lettura di libri sono fra i più bassi al mondo.

I dati Audipress e Istat parlano chiaro: i lettori di almeno un libro non scolastico nei 12 mesi precedenti nella popolazione con più di 6 anni sono calati dal 46,8% del 2010 al 42% del 2015 (elaborazione AIE su dati Istat). I lettori abituali di quotidiani rappresentano oggi il 33,4% della popolazione mentre nel 2014 erano il 36,6% e per i periodici tale quota raggiungeva il 50,5% nel 2014, mentre oggi si attesta al 44,5% (Fonte Audipress).

A questo punto una soluzione va trovata e la Filiera della Carta (Assocarta, Fieg – Federazione italiana editori giornali, Argi – Associazione fornitori industria grafica, Aie – Associazione italiana editori, Assografici Confindustria, Acimga e Asig) ne propongono una molto semplice: l’istituzione di un’agevolazione per chi legge o un invito al “consumo” per chi non legge attraverso una detrazione dai redditi Irpef delle spese in acquisto di libri, quotidiani e periodici, “in qualsiasi forma siano essi veicolati, secondo un meccanismo in tutto corrispondente a quello previsto per altri tipi di spese giudicate rilevanti per la vita di ogni giorno (ad esempio per l’acquisto di farmaci e per spese di istruzione secondaria e universitaria)”.

Secondo gli attori della Filiera, la misura fiscale proposta contribuirebbe in modo equilibrato, e in forma non distorsiva della concorrenza, a sostenere la lettura presso il pubblico, soddisfacendo le esigenze di intrattenimento, di studio, di informazione e di accrescimento culturale e professionale della popolazione, in tutte le sue fasce di età: anche i soggetti privi di reddito (bambini e ragazzi in età scolare) possono godere del beneficio attraverso i propri genitori. Lo sviluppo culturale e sociale che ne deriverebbe contribuirebbe tra l’altro all’esercizio di diritti costituzionalmente garantiti, come quello di eguaglianza e di libertà di espressione, e al diritto allo studio.

La proposta è quindi quella di modificare il primo comma dell’art. 15 del DPR 22 dicembre 1986 n. 917 “inserendo la possibilità di detrazione delle predette spese e individuando, ai fini del contenimento dell’onere a carico dello Stato e degli oneri procedurali, un limite massimo e una franchigia minima di spesa agevolabile”.
Secondo i calcoli degli attori della Filiera, le minori entrate iniziali per l’erario possono essere ragionevolmente compensate a regime, almeno in parte, da un maggior gettito derivante dall’aumento dei consumi.
Riportiamo di seguito il testo della proposta presentata:

Si suggerisce una detrazione dalle imposte sul reddito delle persone fisiche per gli acquisti di libri, quotidiani e periodici in formato cartaceo o digitale, pari al 19% dell’importo speso nel corso dell’anno.
Il fatturato complessivo sviluppato verso privati consumatori per le vendite dei libri, quotidiani e periodici cartacei e digitali effettuate attraverso i consueti canali corrisponde a circa € 1.850 milioni.
Ai fini della copertura, tale importo deve essere peraltro ridotto considerando gli acquisti effettuati da persone fisiche esenti da imposte o con imposte complessive non capienti, gli acquisti effettuati da persone fisiche che non utilizzeranno del tutto o utilizzeranno solo in parte la detrazione e gli acquisti effettuati non da persone fisiche. Inoltre l’esigenza di copertura complessiva può essere ulteriormente ridimensionata individuando un tetto massimo della spesa per cui far valere la detrazione del 19% (1.000 euro) e una franchigia di spesa complessiva oltre la quale scatta la facoltà di detrazione (50 euro).
Ipotizzando un incremento già al primo anno di avvio dell’iniziativa, è ragionevole ritenere che le predette considerazioni e i previsti limiti di valore consentono di limitare la copertura a un valore annuo inferiore a 200 milioni di euro. Importo, peraltro, più basso di quello stanziato per il Bonus Giovani e di gran lunga più ridotto rispetto a quello in progetto per il sostegno al mondo del cinema.

Per quanto concerne i dati della filiera, che dimostrano la crisi in atto iniziata diversi anni fa e via via peggiorata, alleghiamo la relazione del Prof. Alessandro Nova con i grafici e le tabelle che evidenziano senza ombra di dubbio l’andamento calante dei risultati economici di chi opera in questo settore.

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