Start-up

Imprese, l’Italia non è adatta ad avviare start-up

I risultati dell’indagine del Randstad Workmonitor mostrano un clima di sfiducia e un mercato del lavoro ancora troppo rigido

Gli italiani sognano di mettersi in proprio e diventare imprenditori, ma sono frenati dalla paura di fallire, dalla mancanza delle garanzie del lavoro dipendente e dalla percezione di un sistema Paese che ostacola il fare impresa. E’ il quadro che emerge dall’Entrepreneurship Outlook 2017 del Randstad Workmonitor, l’indagine trimestrale sul mondo del lavoro condotta in 33 Paesi del mondo su un campione di 400 lavoratori dipendenti per ogni nazione di età compresa fra 18 e 67 anni.

Il rapporto evidenzia un clima di generale sfiducia attorno alle opportunità del lavoro autonomo, con il 64 per cento dei lavoratori dipendenti che vorrebbe avviare una propria attività ma rinuncia perché considera il rischio di fallire troppo elevato. Una percentuale superiore alla media globale (57 per cento), che ci colloca al terzo posto in Europa tra i Paesi più timorosi, dopo Grecia e Spagna. Non solo, due terzi dei nostri concittadini intervistati ritengono che l’Italia non sia un luogo adatto a lanciare una start-up e che lo Stato non le sostenga attivamente.

Se nel primo trimestre 2017 la mobilità dei lavoratori è cresciuta di due punti a livello globale, il mercato italiano si conferma più rigido della media, con un peggioramento di due punti che porta l’indice di mobilità da 103 a 101. Il 79 per cento dei lavoratori italiani non ha cambiato né mansione né datore di lavoro negli ultimi sei mesi, il 13 per cento dei dipendenti ha cambiato soltanto azienda, un altro 6 per cento ha cambiato ruolo all’interno della stessa società, e solo il 2 per cento ha cambiato sia l’impresa che la posizione ricoperta. Inoltre, soltanto il 4 per cento degli italiani sta attivamente cercando un altro lavoro, il 7 per cento sta selezionando nuove opportunità, il 24 per cento non si sta impegnando attivamente nella ricerca ma se capitasse un’occasione sarebbe aperto ad ogni possibilità, il 26 per cento si sta guardando attorno ma senza particolari impegno e aspettative, mentre ben il 39 per cento dichiara di non cercare lavoro.

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