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La Toscana dice basta all’evasione fiscale

presidente reg Toscana Enrico Rossi

Evasione fiscale ed emersione: accordo di collaborazione tra Regione Toscana, ASL Centro e Agenzia delle Entrate. Al via lo scambio di dati e analisi per aumentare il contrasto

I furbetti dell’evasione fiscale hanno i giorni contati dopo la firma – il 14 giugno 2017 – dell’accordo tra Regione Toscana, Asl centro e Agenzia delle entrate. L’attenzione ora si concentra sulle addizionali Irpef e sull’Iva. L’Agenzia delle Entrate valuterà infatti i dati degli imponibili delle aziende oggetto dei controlli straordinari sulla sicurezza nei luoghi di lavoro che la Regione ha messo in atto attraverso i tecnici della Asl dopo il rogo della Teresa Moda a Prato il 1° dicembre 2013 e che hanno finora riguardato oltre ottomila aziende (in gran parte cinesi) dell’area metropolitana. Controlli e ispezioni proseguiranno per altri due anni – fino alla primavera del 2019 – durante i quali sarà posta attenzione anche su formazione dei dipendenti e regolarità dei contratti di lavoro, segnalando alle autorità competenti ogni informazione utile per contrastare l’evasione fiscale.

Insomma si aggira l’ostacolo e si passa a controllare tanti fattori diversi che non sembrano entrare direttamente in rapporto con l’evasione fiscale ma invece, analizzati adeguatamente, portano a scoprire le reali entrate delle aziende.
Ad esempio grazie alle pagine online del progetto Lavoro sicuro la giunta regionale assicurerà all’Agenzia delle entrate anche il supporto dell’Irpet, l’istituto di programmazione economica, nel caso di richiesta di studi e analisi.

Questo non è il primo accordo firmato dalla Regione per contrastare l’evasione fiscale e l’illegalità: c’erano già state una convenzione con l’Agenzia delle Entrate – nel 2015 – per la gestione di Irap e addizionale Irpef e un’intesa – nel 2013 – con il comando della Guardia regionale di Finanza per il potenziamento delle azioni di controllo sulle entrate regionali e il loro coordinamento.

Alla firma del 14 giugno 2017 sono intervenuti il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, l’assessore al bilancio Vittorio Bugli, il direttore regionale dell’Agenzia delle entrate Carlo Palumbo e il direttore generale della Asl Centro Emanuele Gori.

Il progetto Lavoro Sicuro

Il 1° dicembre 2013 sette operai cinesi morivano nel rogo della fabbrica dove lavoravano – e vivevano – a Prato. L’incendio alla Teresa Moda segna uno spartiacque: qualche mese dopo nasce infatti il progetto “Lavoro sicuro”, un Piano triennale straordinario con cui la Regione ha deciso di lanciare il guanto di sfida contrastando in maniera netta quell’illegalità – ovviamente non solo delle aziende cinesi – che non garantisce ai lavoratori i diritti più elementari e che conta un’economia sommersa e un lavoro nero quantificato (dati 2013) dall’Irpet in un miliardo di euro l’anno.

Nel 2014 sono stati assunti dalle Asl di Prato, Firenze, Empoli e Pistoia settantaquattro tecnici ispettori per la prevenzione della sicurezza sui luoghi di lavoro che dovevano controllare 7.700 aziende in tre anni – e oltre la metà solo a Prato.
Le prime ispezioni sono iniziate a settembre del 2014 e di fatto il numero delle aziende controllato è salito ben oltre le 7.700.

Oltre ai controlli si attuano percorsi di rientro nella legalità con ‘affiancamento’, grazie all’aiuto delle associazioni di categoria e degli Ordini dei professionisti.

Nel 2017, dopo tre anni, prima di ripartire con nuovi controlli fino al 2018, ecco i numeri: 8.257 aziende verificate (quasi cinquemila solo a Prato), di queste solo un’azienda su sette era in regola all’inizio – il 15,9% per l’esattezza – e una su due (il 55,4%) a posto sotto ogni profilo negli ultimi mesi. Sono stati effettuati circa 400 sequestri. Ci sono state più di 4.000 prescrizioni ma bisogna dire che l’84% delle aziende che dopo i controlli si è adeguata, non è sparita nel nulla e ha pagato tutte le sanzioni comminate.

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